MARCIANISE. Al sindaco viene il voltastomaco leggendo Casertace, ma noi siamo il Plasil di tanti cittadini. Le sue vergogne pro Zannini e l’unica cosa che dovrebbe fare (e che non fa)

6 Dicembre 2024 - 19:45

Ennesimo post del primo cittadino in cui, ovviamente senza far nomi e dimostrando il suo proverbiale cuor di leone, se la prende con questo giornale dopo essere stato costretto, per effetto di un nostro articolo, a togliere alcune deleghe a Carmen Posillipo, che portavano dritte agli interessi di Pino Riccio e di parenti di Giovanni Pratillo. Le preoccupazioni (fondate e sincere) di Gianpiero Zinzi e il rafforzamento quotidiano di Giovanni Zannini ai danni di Maria Luigia Iodice e Nicola Scognamiglio

MARCIANISE (g. g.) – È caratteristica delle persone non destinate a passare alla storia, ma neppure ad essere ricordate un secondo esatto dopo aver lasciato un incarico (che, di per sé fornisce visibilità a prescindere a chi lo ricopre) quella di svolgere analisi a senso unico, totalmente superficiali e noiosamente assertive. Analisi che fanno sopravvivere una visione delle cose, escludendo fatti non certo marginali i quali dovrebbero diventare la struttura di un ragionamento appena serio. Scusate se siamo costretti a riaprire in questo articolo il registro delle ovvietà e delle censure elementari, tanto elementari da essere inapplicabili come richiamo anche per bambini di sette anni al massimo. Credeteci, non abbiamo studiato tutta una vita e non studiamo tante ore al giorno per metterci a cincionare con Antonio Trombetta per gli amici Tonino. Però, come abbiamo scritto tante volte, siamo costretti a sottoporci, pressoché quotidianamente, al rito dell’autocastrazione intellettiva e intellettuale in quanto questi tempi strambi di una politica che rende protagoniste persone del tutto incompetenti e soprattutto grette nel pensare di poter promuovere al rango di pubblico pensiero, piccole, banali e malmostose parole prive di ogni costrutto logico.

E siccome questo piano inclinato, apparentemente irreversibile, fa sì che anche un Antonio Trombetta qualsiasi possa diventare sindaco della terza città della provincia di Caserta, ci tocca commentate le sue banalissime uscite, ultima della serie quella inviata nella chat dei consiglieri (che pubblichiamo in calce).

Ognuno ha le sue nausee e forse il sindaco Antonio Trombetta è costretto a leggere Casertace come noi siamo costretti a leggere i suoi scritti. A noi il voltastomaco viene di fronte a certe pratiche che il sindaco Antonio Trombetta ha quantomeno avallato.

È vero che c’è la legge Bassanini a fungere da intercapedine, ma pensare che il sindaco Trombetta possa autoelidersi dalla responsabilità di quello che è successo nell’Ufficio Tecnico, specificatamente nel settore dell’Urbanistica, in quello del Sue, gestito dalla coppia Angelo Piccolo e vice-sindaco Pasquale Salzillo nella prima fase dell’amministrazione comunale, non è solo lunare, ma sbagliato anche in punto di diritto, perché la Bassanini non consente ai dirigenti di fare ciò che gli pare.

La loro potestà è autonoma e il controllo diretto su di essi è svolto dal segretario comunale, ossia dal dirigente dei dirigenti che il più delle volte coincide con la figura di responsabile dell’Anticorruzione. Il sindaco sovraintende, guarda e interviene. Ha la possibilità di prendere carta e penna, di scrivere al segretario, al responsabile dell’Anticorruzione, affinché questi esternino al dirigente le perplessità e i rilievi del primo cittadino, il quale ha tutto lo spazio giuridico per avviare una procedura che conduca motivatamente all’avvicendamento di quel dirigente.

Trombetta non ha fatto nulla di tutto ciò e se Angelo Piccolo oggi non è più il responsabile di settore con competenza sulle concessioni edilizie che lui, sotto l’egida di Pasquale Salzillo, ha trasformato in una sorta di porto delle nebbie, rifiutandosi di pubblicare gli atti amministrativi in spregio della legge, ciò è avvenuto solo per merito di questo giornale.

Se Casertace fa voltare lo stomaco al sindaco, costituisce invece una dose da cavallo di Plasil per tanti altri marcianisani. Gli fa voltare lo stomaco perché è stato costretto probabilmente a far avvicendare Angelo Piccolo i cui metodi, di conseguenza, gli andavano benissimo e che avrebbe tranquillamente continuato ad avallare se Casertace non fosse intervenuta da par suo, cioè nel modo in cui interveniva ai tempi di Antonello Velardi e nei modi in cui interviene oggi perché per noi il malgoverno non è una valutazione che esprimiamo in funzione dell’identità personale, ma un parametro oggettivo, sono fatti, cose tecnicamente criminogene, potenzialmente in grado di attivare il malaffare.

Per cui ci sia Velardi, ci sia Trombetta o ci sia Abbate a capo della città per noi è esattamente la stessa cosa come abbiamo ben dimostrato alle elezioni comunali vinte da Trombetta soprattutto grazie alla posizione durissima assunta da Casertace quando il centrosinistra di Abbate e Lina Tartaglione ha stipulato un accordo elettorale con Giovanni Zannini.

Al tempo, evidentemente, a Trombetta on veniva il voltastomaco ma godeva all’uscita di ogni nostro articolo. Già questo fa comprendere quale sia la nostra valenza professionale e morale e quale sia la sua che oggi sputa insulti nei nostri confronti solo perché esprimiamo dure critiche sul suo modo di amministrare.

Sempre a proposito di giramenti di stomaco, Trombetta ne ha dovuti sopportare almeno un altro paio quando lo abbiamo costretto a revocare in autotutela un concorso.

Forse il malore gli è venuto perché anche in quel caso Casertace ha smascherato le intenzioni, non certo commendevoli sue e dei suoi sodali.

Vomito incontrollabile anche quando alcuni giorni fa abbiamo scritto che le deleghe assegnate all’assessora Carmen Posillipo nel settore dei Servizi Sociali corrispondevano agli interessi imprenditoriali, economici di parenti del consigliere comunale ribaltonista Giovanni Pratillo, di cui Pino Riccio ha ispirato il ribaltone.

Si è sentito male, evidentemente, il sindaco Trombetta quando è stato costretto, così come era successo con la revoca dei concorsi, a revocare a poche ore di distanza dal momento in cui gliele aveva attribuite, quelle deleghe alla Posillipo, assegnandole a quel Mimmo Tartaglione nominato incredibilmente assessore dopo che per anni ha occupato abusivamente, al punto da essere costretto dalla legge ad abbattere tutto il suo chiosco e le pertinenze attigue, più di 500 metri quadrati di spazi pubblici nell’area attigua al mercato.

Lo ha nominato assessore in scienza e coscienza sapendo bene che il nome lo faceva Nicola Russo, ma che la volontà era quella di Giovanni Zannini, amico per la pelle di suo nipote Gabriele Trombetta che ancora oggi costituisce il punto di riferimento di tutte le trame economiche dell’ex Consorzio Idrico al punto da aver fatto diventare un refrain la frase del presidente Pasquale Di Biasio che, in riscontro a delle richieste ricevute da dipendenti o da fornitori d’opera o da aspiranti tali, chiude la discussione con un immancabile “Devo domandare a Gabriele”.

È Zannini il riferimento di Antonio Trombetta. È Zannini che con la super delega ai Servizi Sociali di Mimmo Tartaglione conquisterà centinaia e centinaia, forse migliaia di voti, per le prossime elezioni regionali, qualora i suoi evidenti guai giudiziari vi consentissero di parteciparvi. Antonio Trombetta, pur d durare, si è messo al servizio della filosofia tossica del ribaltonismo.

Aveva assegnato quelle deleghe alla Posillipo per accontentare Pratillo e Pino Riccio e rispettive famigli; ha nominato Mimmo Tartaglione facendogli poi fare il pieno di tutte le competenze nei servizi sociali per accontentare il secondo ribaltonista, ossia Nicola Russo. Come la vogliamo chiamare questa, sindaco? Glielo domandiamo prima che lei venga colpito da un nuovo conato di vomito.

Questo si chiama mercato delle vacche. Questo significa comprare il consenso di alcuni soggetti del consiglio comunale e di violentare il consenso del popolo sovrano, che li aveva eletti per rappresentare la minoranza democratica della città di Marcianise. Con l’operazione di Mimmo Tartaglione, lei ha spostato l’ago della bilancia dalla parte di Giovanni Zannini, umiliando sia la consigliera regionale Maria Luigia Iodice e suo marito Nicola Scognamiglio, sia il parlamentare Gianpiero Zinzi, il quale si pone il problema del disastro morale suo e della sua amministrazione.

Se lo pone ma sa anche bene che i consiglieri a lui vicini possiedono il tipico istinto dell’autoconservazione che induce chi è stato eletto in un consiglio o nominato in una giunta a rimanere incollato alla poltrona costi quel che costi.

È normale che Zinzi non vada a distruggere il rapporto con i suoi consiglieri. Ma sa anche bene che lo spazio di manovra per l’unico tipo di governo, caro sindaco con la gastrite, che gli avrebbe dato la dignità di un democratico che non ha dimostrato di essere, sarebbe stato quello improntato al rispetto intransigente dell’esito dell’urna elettorale, come abbiamo scritto sin dal primo momento: Antonio Trombetta sindaco in quanto così deliberato dal popolo sovrano, ma governo istituzionale, governo di salute pubblica attraverso il coinvolgimento di tutti i gruppi consiliari, quelli frutto di un’elezione ottenuta nelle liste di appoggio a Trombetta, ma anche quelli frutto di un’elezione nelle liste in appoggio a Lina Tartaglione, che avevano ottenuto il 56% dei voti, decretando dunque una maggioranza consiliare diversa, contraria, rispetto al segno del sindaco eletto.

Si chiama democrazia, caro ulceroso Trombetta. Lei sindaco con un programma chiaro possibilmente agile da proporre a tutti i 32 consiglieri comunali affinché ognuno partecipasse, come il popolo di Marcianise aveva decretato, al governo della città.

IL MESSAGGIO INVIATO DAL SINDACO AI CONSIGLIERI:

Buonasera, spero stiate tutti bene, sto ricevendo da questa mattina decine di telefonate da parte di persone comuni che mi chiedono cosa stia accadendo. Per avere un quadro completo ho voluto approfondire. Leggo a destra e a manca articoli che mi fanno voltare lo stomaco. Che amarezza! Siamo questo? E tutto sta accadendo senza avere alcuna considerazione delle tante cose che abbiamo realizzato e stiamo per realizzare. Nonostante abbia guidato questa squadra, a me carissima, consentendo a tutti di occupare spazi e svolgere il ruolo liberamente, un passo sempre indietro, anche in modo innaturale per la carica che ricopro, oggi, mio rammarico, devo constatare che questo modello di gestione, democratico, su cui avevo tanto investito e puntato, ha partorito personalismi che vogliono prevalere sugli interessi generali del territorio. Non vedo chiarezza e questo vuoto di iniziativa da parte di tutti è un segnale bruttissimo. La città ha bisogno di un governo stabile e non siamo noi che possiamo sottrarle questa opportunità.