ASL CASERTA. Altro verminaio. Senatore della Lega interpella Giulia Grillo e Giovanni Tria e chiede un’immediata ispezione ministeriale
19 Agosto 2018 - 14:05
CASERTA – (g.g.) Ci toccherà approfondire, presumibilmente prima noi dei tecnici dei ministeri della salute e dell’economia, il lungo e circostanziatissimo testo di un’interpellanza, piuttosto sorprendente (ce lo immaginavamo in realtà più fesso di quello che invece è) del neo senatore della Lega Claudio Barbaro, eletto proprio nella circoscrizione comprendente anche la provincia di Caserta, oltre a quelle di Benevento e di Avellino, nella parte proporzionale.
E’ tanta, infatti, la carne messa al fuoco da Barbaro su quelle che, a suo dire (ma anche a nostro dire), sarebbero le malefatte, le tante malefatte che si consumano ogni giorno, in spregio ad ogni principio di equità, di trasparenza gestionale, di rispetto del mostruoso piano di rientro, a cui la Regione Campania è obbligata da anni, negli uffici della sede centrale di Corso Trieste e in tutti quelli degli uffici periferici dell’asl.
Leggendo l’interpellanza, ci si rende conto che questa è stata sostenuta da una o più mani tecniche, di veri e propri addetti ai lavori che sono riusciti a fornire argomentazioni molto robuste, molto solide a supporto di un quadro che ormai in pochi (a noi di CasertaCe non ci volevano certo Le Iene per capire alcune situazioni) possono smentire. Sull’asl di Caserta c’è un’ipoteca politica fortissima, praticata da un paio di aree del Pd e da un paio di politici molto noti di questo partito.
Attorno a questo sistema girano decine e decine di concorsi che vengono realizzati, secondo quello che è scritto nell’interpellanza di Barbaro, in maniera irregolare, se non, addirittura, illegale. Si fa cenno anche alle short list per incarichi legali e, affrontando la questione da un punto di vista un pò più generale, alle scelte folli che indirizzando fondi verso la cura di questi grandi orti della raccomandazione, del nepotismo, del familismo più deteriore, sottraendoli a quei settori che, in questo tempo, avrebbero bisogno di un’attenzione particolarissima e di investimenti corposi.
Al riguardo molto interessante risulta la pubblicazione, nel corpo dell’interpellanza, dell’elenco delle aziende della filiera agro alimentare, che l’asl dovrebbe tenere sotto strettissimo controllo (campa cavallo!).
E poi il discorso scivola naturalmente in quello che è uno dei bubboni criminali, così li abbiamo definiti in più occasioni, rappresentato dalle oscure, obblique e inquietanti vicende che si consumano nel settore veterinario, luogo, effettivamente, catalizzatore di tutte le perdizioni, così come abbiamo scritto e documentato in molti dei nostri articoli.
Lì c’è un controllo extra istituzionale rispetto al quale, però, il direttore generale Mario Di Biasio si è sempre posto con grande disponibilità e prudenza, avendone forse fiducia dai giorni in cui, da direttore sanitario dell’asl Caserta due, dunque da massimo responsabile della prevenzione all’interno della filiera delle stalle bufaline e degli altri allevamenti, costituì, come abbiamo scritto in un recente e dettagliatissimo articolo, con tanto di visura camerale, con sede nella propria abitazione, un’azienda del settore zootecnico, del quale era socio e controllore, creando una situazione che definire solo di conflitto d’interesse significa nutrire un amore fisico, epidermico per il Di Biasio.
La speranza è che la risposta dei due ministeri arrivi al più presto. Ugualmente auspicabile è che quello della salute voglia, dopo averlo valutato in maniera coscienziosa, effettivamente spedire dei propri ispettori nell’asl di Caserta. Se arrivassero, succederebbe letteralmente di tutto, perchè si aprirebbero migliaia di fronti nei quali altrettanti dipendenti, che non ne possono più del “Sistema”, si mostrerebbero pronti a vuotare il sacco, creando una condizione dalla quale un affare di diritto amministrativo, di controllo dello stato sull’erogazione del servizio più importante, cioè quello della salute, diventerebbe sicuramente un fatto di diritto penale.