TUTTI I NOMI. Avvocati e “volti noti” di CASERTA truffano le assicurazioni con falsi incidenti. E il narcos arrestato in Colombia…

28 Febbraio 2025 - 19:45

CASERTA – È stato il giorno di Luigi Belvedere oggi, venerdì, nel processo sulle truffe alle assicurazioni che sarebbero state compiute a Caserta.

Il narcos casertano, recentemente arrestato in Colombia, ha chiesto di poter seguire il processo tramite la piattaforma Teams, praticamente come gli alunni seguivano le lezioni durante le restrizioni del lockdown del coronavirus.

Belvedere, difeso dall’avvocato Gerardo Marrocco, ha ovviamente il diritto di seguire nella maniera che ritiene opportuna un processo che lo vede coinvolto in qualità di imputato.

La giudice per l’udienza preliminare Vecchiarelli ha accordato la richiesta dell’uomo, aprendo un fascicolo processuale a parte per Belvedere, dividendo, ovvero stralciando, la posizione del narcos, figlio

di Angelina Dresia, facente parte della nota famiglia, imparentata con uomini del clan di camorra dei Mazzara, che in maniera molto discutibile regna sui parcheggi della città di Caserta.

Il procedimento nasce da un’indagine partita nel 2018 dopo che in un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere una persona cercò di cambiare un assegno clonato. Quella traccia conduceva diritti a Casagiove. Fu l’allora comandante di quella stazione Antonio Coppola, divenuto poi comandante della stazione di Caserta capoluogo, ad attivare il meccanismo investigativo.

Ricordiamo che la terza sezione penale (collegio C) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Francesco Rugarli, ha già condannato a 8 anni e 6 mesi Simmaco Palmiero e a 9 anni e 4 mesi Agostino Capone, 54 anni di Caserta e fratello del ras Giovanni Capone, per il reato di associazione a delinquere, ovvero l’essere i promotori di questa organizzazione.

Sono persone residenti a Caserta, Casagiove, San Nicola la Strada, Castel Morrone, Macerata Campania gli appartenenti all’associazione che avrebbe coinvolto anche dei minori, a vario titolo legati da rapporti di parentela con gli indagati, che sono stati indicati quali soggetti “feriti” in occasione degli incidenti stradali non accaduti e portati al pronto soccorso, dove veniva dichiarato al personale sanitario che le lesioni, in realtà dipendenti da altra causa, erano state causate da un sinistro stradale.

Dalle indagini sarebbe emerso anche un furto di un’auto, avvenuto a Casagiove, e alla successiva estorsione condotta con il meccanismo del cosiddetto “cavallo di ritorno” ai danni della proprietaria dell’auto.

GLI IMPUTATI

Angela Di Blasio, di Casagiove; Rosa Palmiero, di Bellona; Adriano Cortese, di Caserta; Yassine Mahloul, di Macerata Campania; Maria Grazia Semonella, di Caserta; Antonio Comune, di Casagiove; Simona Vendemia, di Casagiove; Antonio Di Gennaro, di Casapulla; Maurizio La Monica, di Casagiove; Rosa Narducci, di Casagiove; Orsola Ruberto, di Casagiove; Ciro Ruggiero, di Roma; Salvatore Tavano, di Casagiove; Enrico Giaquinto, di San Nicola La Strada; Maria Rosaria Giaquinto, di San Nicola La Strada; Lucia Castiello, 66 anni, di Casagiove; Valerio Valbusa, di Romentino (Novara); Pasquale Manzi, di Castel Morrone; Maurizio Di Gaetano, di Caserta; Michela Raucci, di Casagiove; Elpidio Martucci, di Casagiove; Giuseppe Amato, di Sparanise; Gaetano Palmiero, di Casagiove; Liana Punzo, di Caserta