Sandokan si dice distrutto dal 41 bis e si offre di nuovo come pentito

1 Maggio 2025 - 12:56

Per la prima volta, ieri, si è auto accusato di un delitto, precisamente di un triplice omicidio. Ma il il problema è sempre quello: la Dda vuole sapere da lui dove sia finito il tesoro del clan dei Casalesi e tutti i segreti del traffico dei rifiuti da cui è scaturita Terra dei Fuochi

CASAL DI PRINCIPE – Tutto ciò che oggi fa e dice Francesco Schiavone, in “arte criminale” Sandokan, ha un’importanza 100 volte inferiore a quella che avrebbe avuto se queste cose avesse fatto o detto 10 o 15 anni fa. In pratica, anche Sandokan è passato di moda.

Quello apparso ieri al cospetto della Corte di Appello di Napoli nel processo che lo vede imputato insieme al collaboratore di giustizia Pagano per un triplice omicidio avvenuto nel 1983 è stato un Francesco Schiavone stanco, confuso, sconfitto da sé stesso e che appare solamente desideroso di abbandonare a tutti i costi i rigori della carcerazione al 41 bis.

Per la prima volta si è autoaccusato di un delitto, cioè di questo triplice omicidio di 42 anni fa, affermando anche che Pagano si era assunto responsabilità che, in realtà, non aveva e, soprattutto, ha chiesto di parlare in aula da imputato.

Tutti fatti più simbolici che sostanziali, perché poi, ovviamente, il discorso che fa Sandokan, il quale si dichiara stupefatto dalla circostanza di essere stato eliminato dalla Dda da un possibile programma di protezione, con status di collaboratori di giustizia nonostante i 19 interrogatori sostenuti, ha una fondamento, una ragion d’essere ben precisi: Sandokan non ha parlato ai magistrati delle questioni di carattere economico – patrimoniale.
In pratica, di dove siano finiti i soldi del clan, di dove siano stati investiti, di dove sono collocati i patrimoni immobiliari intestati a una miriade di prestanomi.

E soprattutto non ha spiegato nulla, secondo la Dda, della enorme dinamica del traffico nazionale e internazionale dei rifiuti che ha dato la stura a Terra dei fuochi. Non è improbabile che la Dda faccia una nuova chiacchierata con Francesco Schiavone alla luce di quello che ha fatto e detto ieri collegandosi con l’aula del dibattimento, sotto forma di dichiarazioni spontanee che ha esposto durante l’udienza alla Corte di Appello in cui non ha potuto essere interrogato, così come aveva chiesto, nella veste di imputato, in quanto non era presente alcun suo avvocato difensore in aula

Ma da questo a dire che il discorso della collaborazione di giustizia si riapra ce ne passa, perché questo resta ancorato a quelle cose collegate agli aspetti economico – patrimoniali, a cui va aggiunta la grande questione di Terra di fuochi che Sandokan non ha esposto anche dopo aver parlato con suo figlio Emanuele Libero in quella intricata e intrigata fase temporale fatta di riconoscimenti e di sconfessioni in stile post gomorriano, di cui abbiamo ampiamente scritto e discusso 12 mesi fa.