Zio ucciso a colpi di pistola e nipote ammazzato con una corda: ergastolo a Bidognetti e Panaro

24 Giugno 2025 - 10:08

VILLA LITERNO – È arrivata la parola fine sul processo per il duplice omicidio di Ubaldo e Maurizio Scamperti, uccisi nel 1995. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Aniello Bidognetti, figlio del boss Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, e Sebastiano Panaro, rigettando i ricorsi presentati dalla difesa.

Secondo quanto accertato dai giudici, i due furono uccisi su ordine del clan dei Casalesi. I boss temevano che Ubaldo Scamperti volesse vendicare il fratello Antonio, ucciso anni prima dal clan. Inoltre, Ubaldo era visto come un elemento pericoloso, perché agiva in modo autonomo, commettendo estorsioni non autorizzate.

Anche il nipote Maurizio, molto legato allo zio, fu considerato un possibile vendicatore. Per questo si decise di eliminarli entrambi lo stesso giorno. Ubaldo fu ucciso in un cantiere a Bellona. Maurizio venne rapito, strangolato e poi ucciso con un colpo alla testa. Il suo corpo fu ritrovato giorni dopo in una vasca di depurazione a Villa Literno.

La Corte ha ritenuto valide le prove portate dai giudici di Napoli, basate in gran parte sulle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia. Tra questi anche Raffaele Bidognetti, fratello dell’imputato Aniello, che ha raccontato nei dettagli il coinvolgimento del fratello nell’uccisione di Maurizio Scamperti.

I difensori avevano messo in dubbio l’attendibilità dei pentiti e indicato alcune contraddizioni nelle perizie. Ma la Cassazione ha giudicato le motivazioni della sentenza d’appello chiare e ben fondate. Per Panaro è stata confermata anche una riduzione dell’isolamento diurno a sei mesi. Restano invece prescritti i reati di detenzione illegale di armi e soppressione di cadavere.