I NOMI. Tentato omicidio dell’imprenditore casertano. Agguato di camorra: a rischio processo padre e figlio
6 Luglio 2025 - 10:02

CANCELLO ED ARNONE – Era il pomeriggio del 31 dicembre 2024 quando l’imprenditore Dario Luigi Di Benedetto fu raggiunto da tre proiettili mentre viaggiava in auto, lungo una strada di campagna tra Cancello ed Arnone e Cappella Reale. Ora, a distanza di mesi, le indagini su quel tentato omicidio sono arrivate a una svolta: i pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno chiuso l’inchiesta e si preparano a chiedere il processo per Alfonso e Roberto Chianese, padre e figlio di 66 e 30 anni.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’agguato non sarebbe stato improvvisato: tutto sarebbe stato studiato nei minimi dettagli, a partire dai movimenti abituali della vittima, fino all’arma usata per colpirla, una pistola calibro 7.65 con la matricola abrasa. I proiettili hanno colpito l’imprenditore all’addome e al braccio, provocandogli ferite gravi. Fu portato d’urgenza al Pineta Grande Hospital, dove fu operato.
Nel corso delle indagini è saltato fuori anche un altro oggetto inquietante: un’accetta, probabilmente destinata a essere usata nell’aggressione. Ma il vero punto di svolta è arrivato grazie a un testimone chiave, che ha permesso di individuare Roberto Chianese. Quest’ultimo ha ammesso il suo coinvolgimento, parlando di rancori personali come movente. Una versione che però non ha convinto gli inquirenti.
Dalle indagini emerge infatti uno scenario molto più pesante: dietro il tentato omicidio potrebbe esserci la mano della camorra, in particolare di ambienti vicini al clan dei Casalesi. Per i due Chianese l’accusa è pesante: tentato omicidio aggravato da futili motivi e premeditazione, detenzione illegale di armi, ricettazione e associazione mafiosa.