CAMORRA E POLITICA. Giovanni Zannini e i voti presi alle Regionali 2020 a CASAL DI PRINCIPE e dintorni. Per Nicola Schiavone O’ Russ sono roba sua: “Hai visto quanti gliene abbiamo fatti prendere?”
6 Luglio 2025 - 17:17

Nominato anche un altro eletto a Palazzo Santa Lucia, senza che emerga il nome, se non il riferimento al padre che di nome, secondo il costruttore intercettato del cos dei Casalesi fa “Gianpiero”
CASERTA – Continuando a leggere l’informativa DIA relativa alle attenzioni imprenditoriali di un uomo importante del clan dei Casalesi, Nicola Schiavone O’ Russ, soggetto che è stato all’apice quando suo cugino, Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, era la guida della cosca, ci convinciamo che gli spunti di indagine erano interessanti rispetto al rapporto tra le ditte pulite, quelle utilizzate da soggetti ritenuti dall’Antimafia come connessi alla criminalità tramite dei prestanomi e anche le attività attorno ai politici casertani, molti citati – ma non indagati – nelle carte dell’inchiesta.
Ma non solo. Questa informativa è stata un’occasione sprecata dalla DDA di Napoli di andare a fondo rispetto ai rapporti tra chi ha in mano i cordoni della borsa della spesa pubblica, dirigenti, funzionari e soprattutto politici, e le imprese vicine ai clan, come potrete legge nei due articoli che abbiamo dedicato a queste pagine a firma della DIA.
O’RUSS E IL SUO COMMERCIALISTA
Una lunga conversazione intercettata tra Nicola Schiavone e il suo commercialista Aldo Morgillo, avvenuta il 15 dicembre 2020 all’interno dello studio del professionista, ha fatto emergere passaggi delicati non solo sul fronte imprenditoriale, ma anche politico. Tra i temi toccati, infatti, anche le elezioni regionali del 2020 in Campania e il ruolo che – secondo quanto dichiarato dallo stesso Schiavone – avrebbe avuto nel sostegno a determinati candidati.
In uno scambio registrato dagli investigatori e ora acquisito agli atti di un’inchiesta più ampia, Schiavone afferma: “…ma hai visto a Zannini quanti voti ci abbiamo fatto prendere a tutt ‘e part… hai visto come è andato quello alla Regione…”. Il riferimento è a Giovanni Zannini, consigliere regionale di Mondragone e attualmente presidente della commissione Ambiente che alle elezioni citate da O’Russ è stato il candidato più votato a Casal di Principe con 446 preferenze personali.
Per tanti, non a torto, da quelle elezioni Zannini è il politico più potente della provincia di Caserta. Ha scelto il presidente della Provincia, prima Giorgio Magliocca, travolto dall’inchiesta sugli appalti truccati, e poi il suo sostituto, Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, oltre ad avere tra le mani molti dei 104 comuni casertani, con i quali gestisce nomine ed enti strumentali, come ad esempio il Consorzio Idrico, ora ITL.
Ora, noi possiamo riportare, interpretare le parole di Nicola Schiavone, che pare descrivere un’azione, un coinvolgimento attivo nel raccogliere voti a favore di Zannini. Ognuno può farsi la sua opinione, resta da chiedersi cosa volesse dire quest’uomo così centrale nelle dinamiche del clan dei Casalesi, dicendo che loro, i suoi hanno fatto prendere voti al consigliere di Mondragone. Perché O’Russ si intesta i voti presi da Zannini a Casal di Principe e da “tutt ‘e part”?
Nel corso della stessa conversazione si fa anche cenno a un altro candidato – definito “il figlio di Gianpiero”, non meglio identificato – che, secondo gli interlocutori, sarebbe stato sostenuto in modo simile. Schiavone si vantava inoltre di contatti a livello regionale grazie ai quali, a suo dire, sarebbe stato in grado di “farsi aiutare” per ottenere incarichi o lavori.