Imprenditore casertano e il pizzo da 40 mila euro per costruire appartamenti a Castel Morrone: condannato il fratello di Iovine O’Ninno
15 Luglio 2025 - 12:03

CASERTA – La Corte di Cassazione, seconda sezione penale, presieduta dalla giudice Giovanna Verga, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Giuseppe Iovine, fratello del collaboratore di giustizia Antonio Iovine o’Ninno. La Suprema Corte ha così confermato la condanna a 9 anni e 10 mesi di reclusione per quattro episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il procedimento si è originato dalle indagini coordinate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, poi confermate in appello a Napoli, che hanno ricostruito l’attività estorsiva condotta da Iovine in diversi contesti imprenditoriali del Casertano. Tra i casi più rilevanti, l’imposizione di un pagamento di 40.000 euro a un imprenditore impegnato nella costruzione di un complesso edilizio a Castel Morrone, nonché richieste estorsive ai danni di una società pubblicitaria di Frignano e di due esercizi commerciali a Casaluce. In tutte le circostanze, l’imputato avrebbe sfruttato il peso criminale del cognome Iovine e l’appartenenza al contesto camorristico del clan dei Casalesi.
Nel tentativo di alleggerire la propria posizione, Giuseppe Iovine ha fatto ricorso alla Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello non avrebbe correttamente valutato le circostanze attenuanti generiche. La difesa ha evidenziato, tra l’altro, l’adesione dell’imputato al programma di protezione riservato ai familiari dei collaboratori di giustizia, ritenendo che ciò dovesse avere un peso nel giudizio di bilanciamento delle circostanze.
I giudici della Suprema Corte, tuttavia, hanno respinto l’istanza, ritenendo l’argomentazione infondata. Secondo quanto si legge nella sentenza, la decisione della Corte d’Appello è adeguatamente motivata: il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti è stato giustificato con la gravità dei reati, la reiterazione degli episodi nel tempo, il danno subito dalle vittime e la valutazione complessiva della personalità dell’imputato, gravata da numerosi precedenti penali.