TEVEROLA, un circo di sciagurati. All’esplosione del caso giudiziario di Filippo Virno, revocato per obbligo, il sindaco Caserta non aveva un responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione

22 Luglio 2025 - 20:03

In calce, come primo documento, vi mettiamo a disposizione il decreto con cui il 18 luglio, cioè 4 giorni dopo le perquisizioni subite da Virno, Caserta e la segretaria Vitale precipitosamente si dotano di uno strumento obbligatorio, essenziale, irrinunciabile

TEVEROLA (g.g.) Non poteva fare altrimenti, perché la legge impone di intervenire su un responsabile dei procedimenti di un Comune quando questi è indagato per reati connessi alla realizzazione della sua funzione. Però, a noi, Gennaro Caserta fa sempre un po’ sorridere. Spesso però ci fa anche ridere per non piangere.

Oltre al decreto con cui deve revocare necessariamente l’incarico a suo tempo dato dal commissario Francesco Montemarano a Filippo Virno – il che non ci stupisce visto il nostro punto di vista esposto su questo commissario in relazione alla tremenda vicenda di cui è stato vittima l’imprenditore Roberto Vitale (CLICCA E LEGGI) – ne ha scritto un altro il giorno 18 luglio in cui, a quattro giorni di distanza dalle perquisizioni subite da Filippo Virno, si è ricordato che esiste una legge del 2012 che rende obbligatorio la nomina di un responsabile per la trasparenza e per la prevenzione della corruzione.

Una figura che esiste in tutti i Comuni, e che in questo tipo di Ente locale è ricoperta dal segretario comunale. Ove il caso in cui esista un dirigente apicale, anche da quest’ultimo. Nel decreto che vi pubblichiamo in calce, non si fa alcun riferimento a ciò che è successo al Comune di Teverola dal 2012, anno in cui è stata istituita questa figura con la Legge 6 novembre n.190, poi puntellata dal D.lgs del 14 marzo 2013 n.33, fino ad oggi.

Non lo sappiamo, magari ci informeremo. Quel che è certo è che il giorno delle perquisizioni a Filippo Virno e compagnia, il Comune di Teverola non aveva un responsabile dell’anticorruzione, in sfregio alle leggi vigenti. Solo quell’avvenimento giudiziario ha indotto il sindaco e anche la segretaria comunale Rosalba Vitale a ricordarsi che la procedura che ha portato alla revoca a tempo determinato per Filippo Virno non avrebbe potuto essere valida a tutti gli effetti se non si fosse appoggiata anche alle norme riguardanti la trasparenza della macchina amministrativa, riguardanti la tutela dell’interesse pubblico. Se esiste l’Anac dal 2014, non può non esistere un responsabile anticorruzione che crea una filiera potenziale con l’OIV o organo indipendente di valutazione che dir si voglia, o addirittura con l’organo disciplinare.

Questi sciagurati di Teverola, hanno dovuto far precedere il decreto di revoca di Virno, di cui potrete leggere il contenuto, ovvio anche nell’impossibilità di utilizzare in un’altra area del Comune o di mettere in aspettativa colui che è, in questo caso colui che era, un dipendente a tempo determinato, da un altro decreto di nomina del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza individuato nella persona di Rosalba Vitale.

Non c’è all’interno del citato decreto una sola parola su una condizione eventuale del passato che ha portato ad una semplice interruzione della esistenza di questo organo obbligatorio. Che so, prima c’era un segretario che era il responsabile dell’anticorruzione. Poi, siccome se ne è andato, ora occorre nominarne un attimo un altro, pur “scusate se ci siamo distratti per qualche mese ma il nostro è un peccato veniale”. E anche in questo caso bisognava vedere tra le strutture statutali del Comune se esiste il piano triennale dell’anticorruzione assolutamente obbligatorio. Magari capiremmo chi ha ricoperto in passato questa carica.