LE FOTO. FRIGNANO. In Piazza Mazzini affiorano preziosi reperti archeologici. Giuseppe Seguino e Nicola Massimo sono contenti?
12 Settembre 2025 - 20:33

Dopo il travagliato iter che ha coinvolto alcune strade del centro storico, conclusosi con l’ordine da parte della Soprintendenza per il ripristino dello stato dei luoghi, in seguito alla rimozione non autorizzata del basolato, Frignano si prepara ad accogliere una scoperta che potrebbe cambiare le sue sorti nel panorama storico-artistico locale
FRIGNANO (f.b.) – A volerla mettere sul ridere, si potrebbe dire che la Soprintendenza, nell’ultimo anno, ha fatto più sopralluoghi a Frignano che il ministero della cultura a Pompei.
Tutto è cominciato con i lavori non autorizzati per la rimozione del basolato nel centro storico, ma ora il piccolo comune alle porte di Aversa potrebbe trovarsi al centro di una scoperta destinata a cambiarne radicalmente il volto, con l’emersione di reperti di possibile interesse archeologico.
Il ritrovamento è avvenuto nella giornata di ieri, in Piazza Mazzini, durante gli scavi per la realizzazione di una vasca di laminazione destinata alla raccolta delle acque piovane da convogliare nel collettore fognario Alveo Annarosa. Nel corso dei lavori, sono affiorate delle rovine che hanno spinto il direttore dei lavori a fermare immediatamente il cantiere. Sul posto è intervenuta la Soprintendenza per il paesaggio, le belle arti e archeologia delle province di Caserta e Benevento, per effettuare le prime valutazioni sul materiale riportato alla luce.
Le prime ipotesi parlano di tombe sannitiche. Una conferma in tal senso porterebbe prestigio e attenzione su Frignano, paese già noto per la sua struttura urbana a scacchiera, tipica della centuriazione romana. Un assetto che rafforza l’idea di un’origine antichissima, legata alla colonizzazione latina e alla suggestiva leggenda secondo cui, dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria dell’Arco, un tempo si trovasse un tempio dedicato al dio Giano: il dio dai due volti, a rappresentare il principio e la fine, uno rivolto verso Frignano “Maggiore” (l’attuale Frignano), l’altro verso Frignano “Piccola” (l’odierna Villa di Briano).
Un passato che i frignanesi – e la giunta comunale – conoscono bene. E forse è proprio questo a rendere ancor più sorprendente il fatto che l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Seguino e il rup Nicola Massimo abbiano più volte bypassato alcune procedure da eseguire e verificare, prima di effettuare dei lavori in un centro storico. Anche in questo caso, prima che le ruspe procedessero con gli scavi in Piazza Mazzini, luogo in cui per altro sorge proprio la Chiesa di Santa Maria dell’Arco legata a doppio filo alla leggenda del Tempio di Giano, sarebbe stato necessario redigere una relazione del documento di valutazione archeologica preventiva, nota come VIPIA (ex VIARCH), che consente di valutare il rischio e l’impatto archeologico dell’intervento.
Ma, a quanto pare, anche stavolta, così non è stato.


