Estorsioni in nome del clan dei Casalesi: abbreviato condizionato per il nipote del boss Mezzero e per il cognato di Scintilla
17 Settembre 2025 - 09:29

In aula saranno sentite le presunte vittime
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GRAZZANISE/CASAPESENNA – Si è aperto ieri dinanzi ai giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere quello che sarebbe dovuto essere il primo atto del processo ordinario nei confronti di Alessandro Mezzero, nipote del boss Antonio Mezzero, e Giovanni Diana, cognato di Salvatore Nobis detto Scintilla, considerato uomo di fiducia del boss Michele Zagaria.
Dopo un iniziale rigetto da parte del Tribunale di Napoli, è stata accolta la richiesta avanzata dai loro difensori di accedere al rito abbreviato condizionato. La decisione è arrivata nel corso dell’udienza di ieri, modificando così l’iter processuale a carico degli imputati.
Le accuse
Secondo la ricostruzione del pm Vincenzo Ranieri, titolare dell’inchiesta, a Mezzero viene contestata una tentata estorsione ai danni del gestore di una bisca clandestina attiva a Curti e di un imprenditore edile di San Prisco.
Diverso il ruolo attribuito a Diana: per gli inquirenti, sarebbe stato referente del clan dei Casalesi a Sant’Andrea del Pizzone e avrebbe preso parte a un’operazione estorsiva legata alla compravendita di un capannone in località Torello, a Francolise.
Le tensioni interne al clan
Proprio questa richiesta di pizzo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe alimentato forti contrasti interni al clan. Più affiliati, infatti, avrebbero tentato di inserirsi nell’affare con l’obiettivo di ottenere una parte dei guadagni.
Con la scelta del rito abbreviato, il procedimento si svolgerà con rito alternativo che, in caso di condanna, comporta la riduzione di un terzo della pena.