Giustizia per VINCENZO RUGGIERO. Ad inizio ottobre, la sentenza per l’assassino reo confesso. Pubblichiamo il diario del padre della vittima
3 Settembre 2018 - 15:44
AVERSA – (l.d.a.) Processo omicidio Vincenzo Ruggiero, due udienze a settembre. Il 14 si celebrerà presso la Corte di Assise di Napoli, l’udienza, con rito ordinario, a carico di Francesco De Turris, complice di Ciro Guarente, nell’omicidio di Vincenzo Ruggiero, per aver fornito la pistola 7,65 adoperata dall’assassino per uccidere il 25enne di Parete, il 7 luglio 2017 ad Aversa.
Mentre il 26 settembre si terrà l’udienza a carico di Ciro Guarente, il cuoco ed ex militare, reo confesso dell’omicidio di Vincenzo, presso il giudice per l’udienza preliminare che, accogliendo la richiesta dei suoi avvocati, lo giudicherà con il rito abbreviato. Per cui, già il 26 settembre, più probabilmente in una seconda udienza fissata per ottobre, avremo la sentenza.
Intanto abbiamo estrapolato dal profilo facebook del papà di Vincenzo Ruggiero una sorta di diario, scritto dal genitore, che illustra, minuto per minuto, l’andamento dell’udienza preliminare svoltasi davanti al gup. Un documento in cui emerge anche l’emozione e in cui l’incidenza emotiva prende chiaramente il sopravvento su una narrazione razionale. Uno spaccato umanissimo che abbiamo ritenuto di mettere a disposizione dei nostri lettori.
Francesco Ruggiero scriveva appena terminata l’udienza: ”Oggi è la giornata decisiva per il processo di Vincenzo ci sarà la scelta del rito da parte degli assassini e chi sa cosa ci preserva dalle spontanee dichiarazioni che farà il Guarente. Io mi auguro che esce fuori tutta la verità. In questi giorni ho letto un po’ i fascicoli e di sorprese ce ne sono, si vedranno i veri amici, spero in un largo consenso. Siamo arrivati alle nove del mattino, dopo poco si sono avvicinati i genitori e figli del Guarente come se non fosse successo niente dicendo che non sapevano come comportarsi. Poi sono arrivati i nostri avvocati e siamo andati in aula, un’aula di circa 30mq con una gabbia in ferro affollata di avvocati. Dopo un po’ sono arrivati gli imputati. Guarente tutto impomatati, con un paio di occhiali neri ultimo grido, orologio e un rosario al collo, molto curato. Turris, anch’egli tutto tirato a lucido, un paio di occhialini da sole. Per Guarente si è presentato l’avvocato Cuomo e Impronta Serena per Turris l’avvocato Zollo Mario. Dopo poco entra il giudice, una figura molto decisa che senza mezzi termini ha messo alla porta tutte le persone che non appartenevano alla udienza. L’avvocato di Guarente ha scelto il rito abbreviato. L’avvocato di Turris, dopo l’arringa del pubblico ministero, ha ribattuto dicendo che non andava mandato in giudizio come complice del Guarente perché essendo ignorante, non poteva sapere che con una pistola ceduta al Guarente e con la consapevolezza che una ventidue facesse meno male di una 7,65 che l’arma doveva essere carica per cagionare la morte del prescelto e che i carabinieri lo avessero costretto a confessare e i molteplici precedenti penali non davano adito alla sua colpevolezza. Io vorrei che il signore mi desse la forza di superare tutto ciò (a Napoli si dice che riguarda so Pisa e core e o verso e a fissi) mi sono rimasti tre figli ma sento la mancanza di Vincy come quando uno si opera e perde un rene. Faccio un appello chiunque ha omesso di dire per paura, si faccia presente, può ancora rimediare, le indagini condotte sono andate molto avanti e se non vi liberate dei segreti usciranno fuori e dopo fate come Guarente che solo di fronte all’evidenza ha confessato”.