ELEZIONI REGIONALI. Ora De Luca, persi gli indagati Zannini & Co., liscia il pelo a Santangelo che fa arrabbiare Smarrazzo e Iodice. Una breve riflessione su De Filippo e Forza Italia

29 Settembre 2025 - 14:17

Lo stretto entourage del governatore gli ha chiesto di candidarsi, nei giorni scorsi, con i riformisti di Manfredi e Cesaro. Ma Santangelo è un uomo da più di 9mila volti, “ingiocabile” per la marcianisana e lo Smarrazzo. La leadership innegabile di Zinzi tiene aperta l’opzione Lega. Chiuso il discorso tra il sindaco di Maddaloni e Forza Italia, spieghiamo perché non abbiamo mai creduto a uno sposalizio vero

MADDALONI (G.G.) – Altro stile. Altra mentalità. Enzo Santangelo, consigliere regionale uscente, e Andrea De Filippo, sindaco di Maddaloni, ritenevano che le dinamiche attraverso cui Forza Italia avrebbe scelto i candidati alle elezioni regionali fossero informate, determinate da canoni di ordine politico.

Valutazione nobile, ma decisamente ingenua, tenendo conto di quanto è accaduto tra Fulvio Martusciello, Francesco Silvestro e Giovanni Zannini prima, durante e soprattutto dopo la campagna elettorale delle elezioni europee della primavera 2024. Chi ha, come noi, la fortuna o la sfortuna di seguire passo passo le azioni quotidiane di questi personaggi, ha maturato per esperienza – per introito quotidiano di notizie e sottonotizie – una conoscenza che, nel nostro caso, ci porta a considerare questi rapporti solo marginalmente determinati dalla politica.

Ed è chiaro che una cosa del genere spiazzi persone come Santangelo e De Filippo, i quali sono abituati a ragionare in termini esclusivamente politici. Andrea De Filippo, al riguardo, si considera con fierezza un democristiano, formatosi e plasmato dall’intelligenza non comune di Salvatore D’Angelo, il sacerdote a cui Giulio Andreotti affidava addirittura le chiavi della sua segreteria politica romana di via San Lorenzo in Lucina, che il creatore del Villaggio dei Ragazzi coordinava una o due volte a settimana.

La politica non è una disciplina per anime pie. Chi la fa lo sa bene e ne accetta le regole non scritte. Però una cosa è l’estensione sul terreno di una matrice clientelare moderata, accettabile; altra cosa è la degenerazione che sposta il fulcro dell’azione quotidiana, soprattutto pre-elettorale, in un’area che con la politica non c’entra nulla.

Martusciello, Silvestro e Zannini hanno costituito un terzetto il cui grado di fusione non è stato ricavato dallo storico prontuario dei compromessi politici, quand’anche a buon mercato, quand’anche non del tutto commendevoli. Il loro rapporto si è cementato dentro modelli di vita privata, rispetto ai quali – ed è stato questo l’errore compiuto da Santangelo e De Filippo – non esistono argomentazioni politiche che tengano, in quanto si tratta di intese a prescindere, perché troppo forti sono i vincoli di carattere personale, le esperienze vissute, anche nei loro orari canonici.

Tre amiconi si spartiscono il potere non perché ciò sia frutto del raggiungimento di un punto di equilibrio in una geometria politica, ma perché condividono tante abitudini, al punto da sapere tutto l’uno dell’altro, e di fidarsi reciprocamente, in quanto ognuno dei tre riconosce negli altri due caratteristiche di assonanza caratteriale ed esistenziale tali da rassicurarlo sul mantenimento della massima riservatezza.

Era scritto che Forza Italia, pur avendo associato un sindaco che in tutta evidenza non campa di politica – svolgendo la funzione professionale di agente assicurativo presso una delle strutture più importanti della provincia, cresciuta grazie ai sacrifici e alla serietà del titolare (perché nessuno ti regala soldi, soprattutto nel settore assicurativo, se non si fida di te) – dicevamo, era scritto che un modello di approccio alla politica come quello di De Filippo finisse per essere scartato rispetto a un modello come quello interpretato da Zannini, Martusciello e Silvestro, che ne è la geometrica antitesi.

E puntualmente è successo. Ma Santangelo è uno che, alle elezioni regionali del 2020, ha raccolto 8.800 voti di preferenza personale, per cui, in queste ore, è il più corteggiato dalle liste in campo in vista della consultazione del 23 e 24 novembre prossimi.

Vincenzo De Luca, a dirla tutta, gli aveva già dato il benservito, perché riteneva che i signori delle preferenze di prima fascia – ossia Zannini, Picarone, Mocerino – sarebbero riusciti a superare i veti posti da 5 Stelle e dal PD di Schlein e Cmausso. Quando invece si è accorto che quei veti erano diventati granitici, ha incaricato i suoi di recuperare i consiglieri regionali da lui considerati di serie B.

Ecco allora che Santangelo è stato corteggiato, blandito in questi giorni dagli uomini più vicini a De Luca, che gli hanno lisciato il pelo dopo averlo congedato un mese fa.

Gli hanno proposto di candidarsi nella lista dei riformisti, attivata dal sindaco di Napoli, Manfredi, e da Armandone Cesaro, figlio di Giggino ‘a purpetta.

Ovviamente, nel momento in cui lo hanno saputo, hanno reagito male i due candidati che ritenevano di potersi giocare la rielezione e la prima elezione. Mal di pancia a go-go, dunque, per Pietro Smarrazzo e per l’uscente Maria Luigia Iodice. Entrambi sanno bene che l’alleanza strutturata tra Enzo Santangelo e il sindaco di Maddaloni, Andrea De Filippo, potrebbe consentire al primo di superare ampiamente la soglia delle 9.000 preferenze, dato che la volta scorsa Andrea De Filippo non si era schierato con Santangelo. Nove o diecimila voti rappresentano una cifra pressoché proibitiva per le potenzialità elettorali di Smarrazzo e Iodice.

Resta aperta, anzi apertissima, anche l’opzione Lega, dove Santangelo andrebbe a incrociarsi con gli ugualmente uscenti Massimo Grimaldi e Antonella Piccerillo, in una lista che, francamente, pur considerando la difficoltà nel far votare il simbolo della Lega nel Sud Italia, sarebbe molto competitiva.

È chiaro ormai che Zinzi sta compiendo un’azione finalizzata solo al voto complessivo. Sogna un risultato a due cifre, almeno il 10% in provincia di Caserta. E questa lista, così come è conformata, avrebbe una potenzialità anche maggiore, limitata però – come detto – dall’attitudine a votare Lega qui da noi.

Comunque, il nodo Santangelo sarà sciolto quasi sicuramente entro questa settimana.