REGIONALI. Il figlio di Edmondo Cirielli spedisce minacce agli alleati di Forza Italia. La caricatura di un fascista da ripagare con la pernacchia del maresciallo Capurro

8 Ottobre 2025 - 13:17

E la clip del celeberrimo film con Totò e Gianni Agus non può non aprire questo nostro articolo. Gli alleati di Forza Italia che hanno fatto arrabbiare Italo Cirielli avevano solamente detto che nel momento in cui andavano all’assalto di De Luca per la pastetta fatta a favore del figlio con la segretaria del PD, non avrebbero potuto reggere la candidatura di Cirielli jr. al consiglio regionale, da lui ammessa e già pronta quando suo padre non sembrava più nella partita per la candidatura a governatore. ALL’INIZIO DELL’ARTICOLO LA CLIP DEL FILM, IN CALCE IL POSTO DI ITALO CIRIELLI

CASERTA (g.g.) – Dimmi come parli e ti dirò chi sei. La versione riveduta, ma non scorretta, come vedremo, del proverbio, si collega al racconto misero, ma purtroppo necessario in questo tempo di campagna elettorale, in queste prime ore vissute da Edmondo Cirielli può parlare da candidato del centrodestra a governatore della Regione Campania. Il problema è che a parlare o quanto meno a parlare per primo.

A nemmeno mezzo minuto di distanza dalla designazione non è stato il candidato, ma suo figlio, che di nome fa Italo e che nulla fa per sciogliere col solvente della democrazia una dotazione onomastica chiaramente evocativo di un’epoca in cui il duce tentò (invano) di creare una Nazione in cui il senso di appartenenza diventasse anima e non solo slogan.

Itala fu una marca di biciclette, Italo un nome diffuso, quand’anche non diffusissimo in quanto privo di una solida radice cristiana. Italo fu il nome scelto da molti papà e da molte mamme fascistissimi. Tutto sommato, al netto di questa sua particolare ragion d’essere, un bel nome. Un bel nome, dunque, a meno che uno non lo porti con l’idea che rappresenti qualcosa di diverso dalla semplice e sempre onorevole identità familiare.

Abbiamo l’impressione, al contrario che Italo Cirielli qualcosa di strano, quand’anche nebbioso e confuso, in testa, al riguardo, ce l’abbia e non è improbabile che ce l’abbia perché l’identità familiare, l’educazione ricevuta dal papà, validino l’evocazione politica e siano saldamente collegate l’una all’altra. Edmondo Cirielli passa la linea a Italo Cirielli e viceversa. Ma il fascismo, quello italiano, ha avuti dei connotati peculiari, perché l’Italia, non era la Germania e gli italiani non erano i tedeschi. Il fascismo degli italiani è stato anche grottesco. E ieri sera Italo Cirielli è riuscito ad eguagliare il gerarca interpretato dal grande Gianni Agus nel celeberrimo film “I due marescialli”, con protagonista Totò.

Dopo aver ammesso, in pratica, che Fratelli d’Italia in Campania è un affare di famiglia, e che se il papà non si fosse candidato a presidente, lui, Italo, si sarebbe candidato a consigliere regionale, chiude il messaggio “dell’ora fatale” (😂cfr. Benito Mussolini, piazza Venezia, 10 giugno 1940😂) e mettiamoci pure della “Marcia su Napoli” con due righe truculente al punto che quelli di Forza Italia stanno già cercando rifugi segreti in bunker sotterranei o ripari sicuri nello Stato sovrano di Città del Vaticano: “A loro dico: so chi siete e non mi dimenticherò della vostra cattiveria”.

La vostra cattiveria sarebbe quella di chi ha osato dire che se il centrodestra “faceva una monnezza” a De Luca per aver barattato il suo appoggio a Fico con la nomina, perché di nomina si è trattata, del figlio Piero a segretario regionale del PD, ad epiloghi di votazioni barzelletta, noi non possiamo candidare il figlio di Cirielli al consiglio regionale come piano B in quanto il papà non è riuscito a correre per la carica di governatore.

E allora quale replica merita il macho boy di Nocera Inferiore, erede di contanto Macho Man?

Secondo noi quello che il maresciallo Antonio Capurro, al secolo Antonio De Curtis, in arte Toto’, liberò nell’aria durante il comizio dell’ufficiale nazista, affiancato dal grottesco gerarca fascista interpretato da Gianni Agus: una sonorissima, doverosissima e liberatoria pernacchia.

QUI SOTTO IL TESTO IN INTEGRALE DEL POST DI ITALO CIRIELLI: