AVERSA. Le clamorose ragioni della denuncia-querela presentata da Paolo Santulli contro Marco Villano. Atti spariti e tanto altro. E noi di CasertaCe, come sempre, c’eravamo

10 Ottobre 2025 - 15:37

Ricordate quando andammo a fotografare i pannelli di Marican già apposti davanti ad un cantiere dal quale doveva uscir fuori una Rsa targata famiglia Canciello? Dal 2013 Santulli e la Lisieux hanno avuto solo porte in faccia ma hanno vinto tutti i ricorsi al Tar e al consiglio di Stato fino alla nomina di una commissaria ad acta, arrivata 1 settembre ad opera della prefettura di Napoli. Questo avviene quando il massimo organo della giurisdizione amministrativa ravvisa una pervicace inadempienza. Attenzione, è lo stesso consiglio di Stato che riporta testualmente passi della sua sentenza in cui formula accuse ben precise a Marco Villano

AVERSA (g.g.) – Paolo Santulli ha presentato una denuncia-querela, a nostro avviso dai contenuti molto gravi, nei confronti dell’ex vicesindaco, nonché dominus assoluto dei lavori pubblici, dei lavori privati e dell’urbanistica del Comune di Aversa, Marco Villano. Quest’ultimo è considerato un autentico alter ego di Stefano Graziano, il quale lo ha imposto – evidentemente grazie alle “spalle forti” garantitegli da Francesco Boccia, capogruppo alla Camera del PD e alleato interno della segretaria nazionale Elly Schlein – come candidato alle prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre.

Abbiamo letto in mattinata tutta la documentazione relativa a una vicenda di cui CasertaCe si era occupata un paio di anni fa, poco più o poco meno. I nostri lettori di Aversa, ma non solo, ricorderanno la storia della residenza sanitaria assistenziale presumibilmente destinata agli anziani, prevista nell’area di Aversa Sud, non lontano dall’ospedale Moscati, dall’ippodromo e dall’ingresso della cosiddetta Variante, o Viale Kennedy che dir si voglia, cioè l’arteria che collega strategicamente il sud della città – quello che poi porta ai grandi agglomerati urbani del Nord Napoletano, a partire da Giugliano – all’area nord tra la zona del tribunale e quella dell’università, costituendo anche una sorta di tangenziale rispetto al centro storico della città normanna, accessibile da diverse traverse della Variante e anche dalla stazione ferroviaria.

È datata 2013 la richiesta di permesso a costruire presentata dalla Lisieux Srl che, per sintetizzare, è l’impresa riconducibile a Paolo Santulli, già deputato di Forza Italia nella legislatura 2001-2006, più volte consigliere comunale e una volta anche presidente del Consiglio comunale di Aversa.

Santulli ha sempre trovato un muro nell’ufficio tecnico comunale. Probabilmente perché non in linea con le espressioni politiche che si sono avvicendate alla guida degli uffici municipali. Questa considerazione è doverosa, in quanto la Lisieux, nel momento in cui si è rivolta agli organi della giurisdizione amministrativa – cioè al TAR e al Consiglio di Stato – ha sempre avuto ragione.

Nonostante ciò, con un’ostinazione quasi chirurgica, l’ufficio tecnico ha creato condizioni tali da ritardare, attraverso la mancata formalizzazione del riconoscimento della validità del permesso a costruire, l’inizio dei lavori. E infatti, i lavori non sono mai cominciati in questi 12 anni.

L’ultima decisione, quella definitiva – dopo una lunga serie di altre – è arrivata il 17 luglio scorso con la sentenza n. 6292 del Consiglio di Stato, con la quale i giudici di Palazzo Spada hanno incaricato il Prefetto di Napoli di nominare addirittura un commissario ad acta, che assumesse, togliendoli all’ufficio tecnico, i poteri necessari affinché la sentenza – che dà pienamente ragione alla Lisieux e a Paolo Santulli – venisse eseguita.

Il Prefetto di Napoli, Michele Di Bari – la stessa persona che, per almeno un mese, è stata indicata come possibile candidato del centrodestra alla carica di governatore della Campania – ha nominato, nella persona di Raffaella Terrestre, il commissario ad acta lo scorso 1° settembre, ossia poco più di un mese fa.

Riteniamo che, a questo punto, la Lisieux potrà finalmente avviare la procedura per iniziare concretamente i lavori.

Questo giornale, che si chiama CasertaCe, quando si occupò della vicenda, si chiese per quale motivo – soprattutto in quel frangente storico – il Comune, l’allora vicesindaco e super-assessore Marco Villano e il dirigente Raffaele Serpico (che sarebbe stato successivamente arrestato nell’ambito della nota inchiesta sulle mazzette legate ai permessi di costruire concessi alla famiglia Cecere) stessero facendo, come si suol dire, “veramente i pazzi” pur di bloccare l’iniziativa di Santulli, nonostante questa fosse garantita, vidimata e certificata dall’autorità giudiziaria.

Una spiegazione l’avemmo e la offrimmo all’attenzione e alla valutazione dei nostri lettori. In quella stessa zona – come si vede dalla foto che oggi riproponiamo a più di due anni di distanza – erano già stati montati i pannelli di protezione del cantiere, contrassegnati dal “celeberrimo” marchio Marican, collegato direttamente all’imprenditore di Frattamaggiore, trapiantato ad Aversa, Ferdinando Canciello, protagonista delle nostre cronache anche – e soprattutto – per vicende legate ai suoi numerosi insediamenti di capannoni à gogo nell’area ASI del comparto Aversa Nord (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DEDICATO).

In poche parole, Marican si apprestava a costruire – evidentemente con l’autorizzazione del Comune (altrimenti, perché montare quei pannelli?) – una RSA che, ovviamente, doveva essere l’unica in quell’area specifica e non poteva coesistere con quella di Santulli, la cui edificazione era prevista a pochi metri di distanza.

Abbiamo l’impressione che Marican abbia poi cambiato idea, non volendo restare invischiata, all’indomani degli articoli di CasertaCe, in una polemica che avrebbe portato a un esame approfondito dei noti rapporti tra i Canciello e Stefano Graziano.

Una volta ottenuta la nomina del commissario ad acta, Paolo Santulli ha voluto evidentemente togliersi qualche sassolino dalla scarpa e, per questo – come abbiamo scritto nell’incipit dell’articolo – ha presentato una denuncia-querela sia nei confronti di Marco Villano che di Raffaele Serpico, il quale, francamente, di problemi giudiziari ne ha già tanti, e non certo di poco conto.

In breve, Paolo Santulli afferma di essere in possesso di una testimonianza fondamentale che dimostrerebbe l’esistenza di un piano evidente e operativamente efficiente, messo in atto da Villano e Serpico, per bloccare la Lisieux e Paolo Santulli stesso. Il testimone è Paolo Romano, eletto nella lista del Movimento 5 Stelle alle penultime elezioni comunali e presidente del Consiglio comunale con l’amministrazione di Alfonso Golia. Romano è intervenuto pubblicamente sulla questione, utilizzando lo strumento di un post su Facebook:

“Sono disponibile a un confronto con i protagonisti per confermare quanto ha presunto l’onorevole Santulli”.

Quello che ha presunto Santulli è anche il frutto di ciò che ha riferito Romano, ossia l’attività scomposta, agitata e trafelata di Marco Villano per cercare di neutralizzare e vanificare ciò che i tribunali amministrativi avevano sancito, attraverso un’operazione a dir poco osé, al confine con la pornografia politica: una variazione lampo del Piano Regolatore Generale esistente, mediante una delibera del Consiglio comunale.

L’operazione non riuscì. Romano si mosse con estrema cautela e, prima di decidere se inserire all’ordine del giorno quella proposta – così racconta lui – fece predisporre una perizia pro veritate. Di fronte a questa determinazione, Villano divenne molto più freddo nei confronti di Romano e, capendo che l’operazione realmente “corsara” non sarebbe andata in porto, avrebbe nuovamente esercitato pressioni su Raffaele Serpico, il quale firmò un’ordinanza.

Non è chiaro di che tipo di ordinanza si trattasse, mentre è evidente che questa vicenda è stata punteggiata da fatti autenticamente gravi, a partire dalla sparizione di documenti dagli archivi dello Sportello Unico per l’Edilizia, ossia dall’ufficio che rilascia (o nega) i permessi a costruire.

Tutto il materiale è ora sottoposto all’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aversa – Napoli Nord.

Abbiamo dato un’occhiata al Codice Penale. È chiaro che un’eventuale indagine approfondita potrebbe far emergere fatti e motivazioni non presenti nella denuncia di Santulli.

Ma così, a naso, e in prima battuta se dovessero essere trovati riscontri per formulare una imputazione nei confronti di Serpico e di Marco Villano si può pensare ad un articolo 328, cioè all’omissione di atti d’ufficio che così recita: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta(1) un atto del suo ufficio(2) che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”.