CASAGIOVE. E finiamola con ‘sto cafonal istituzionale: l’elezione a vice presidente del consiglio di Giovanni Russo è illegale
10 Aprile 2019 - 12:30
CASAGIOVE – (g.g.) Non è che bisogna essere un esegeta delle fonti del diritto amministrativo per capire che un regolamento, quando non è contrario alla legge, esercita piena potestà giuridica. In poche parole si osserva. E se non si osserva, si viola la legge e si è passibili di un’inchiesta giudiziaria anche di tipo penale.
Detto questo, l’articolo 12 del Regolamento del comune di Casagiove prevede una cosa ovvia. Ovvia per chi si pone il problema, per almeno un decimo di secondo ogni mese, della corretta utilizzazione del rapporto tra elettore ed eletto, rispetto all’obiettivo dell’autentica rappresentanza. Se uno si è candidato a sindaco, dunque si è presentato al cospetto degli elettori del suo comune, proponendo se stesso come vertice del potere esecutivo, non potrà seriamente svolgere una funzione di garanzia. In poche parole e vincerà le elezioni farà il sindaco, se le perderà farà il consigliere comunale che comunque non sarà mai un consigliere comunale come gli altri, perchè questo suo status nel regime dell’elezione diretta dei primi cittadini, gli discende proprio dall’essersi presentato come propositore di una piattaforma di governo.
In poche parole, il candidato sindaco sconfitto resta tale anche nella sua azione di consigliere comunale. Questo dovrebbe rappresentare un argomento, che va anche al di la del problema etico della rappresentanza che si collega poi alla categoria politica del trasformismo, per rendere impossibile, di per se, il passaggio da una posizione di leader di una o di tutta la minoranza, a quella di consigliere di maggioranza.
A Casagiove, in termini di relativismo, ripetiamo, non etico ma semplicemente istituzionale, si sono voluti superare. Perchè non solo Giovanni Russo è stato uno dei tasselli essenziali del ribaltone, umiliando così (stessissimo discorso vale per Mario Melone) la sua candidatura a sindaco contro Roberto Corsale, ma addirittura, da consigliere comunale ha chiesto ed ottenuto di farsi eleggere alla vice presidenza del consiglio, assumendo una carica, cioè, totalmente differente, per certi versi addirittura concorrente rispetto alla funzione a cui aspirava e che è stata la fonte unica del suo ingresso in consiglio comunale. Per cui, l’articolo 12 del Regolamento di Casagiove, vieta, tassativamente, affermando un concetto semplice semplice, che uno che si è candidato a sindaco, non può diventare presidente o vice presidente del consiglio comunale, anche perchè, sempre nel Regolamento del comune di Casagiove, il vice presidente svolge azioni piene di vicariato e dunque in caso di assenza o di impedimento del presidente del consiglio, è lui ad assumere questa carica.
Per cui non sappiamo come si potrà ignorare e cestinare, se non attraverso il solito esercizio di cialtroneria istituzionale di relativismo sparato a palla, il quale, beninteso, non riguarda solo il comune di Casagiove, l’istanza ufficiale presentata dal consigliere Ianniello, uno che è entrato in giornata da ribaltonista, ma si è dimesso dopo pochissimo tempo, tornando a fare il lavoro per cui era stato eletto dal popolo sovrano, cioè il consigliere di opposizione.
Ianniello chiede l’annullamento della delibera dello scorso 28 marzo che ha portato alla elezioni di Russo alla carica di vice presidente del consiglio. Il dettaglio delle sue ragioni sono contenute nel testo integrale del documento presentato, che pubblichiamo in calce.