Il delitto avvenne il 31 marzo 2016

3 Aprile 2018 - 00:00

CARINOLA – E’ stato prosciolto Girolamo De Santo detto Gerri, l’ex maresciallo dei carabinieri fermato due anni fa per aver ucciso il padre dopo una lite. La decisione è stata presa dal gup del tribunale di Nocera Inferiore. Al momento del fatto, il carabiniere “era incapace di intendere e volere“, secondo quanto stabilito da due perizie psichiatriche. Il processo a De Santo è stato celebrato con rito abbreviato.

Il delitto avvenne il 31 marzo 2016 quando una telefonata avvisà la centrale operativa del comando provinciale carabineri di Salerno segnalò la presenza di un’autovettura,  verosimilmente incidentata, ferma sulla carreggiata nord del tratto autostradale A/30, a poca distanza dal casello di Mercato San Severino (Sa), con all’interno una persona di sesso maschile riversa sul sedile, dal lato del conducente.

Giunti sul luogo del sinistro, le forze dell’ordine accertarono che l’uomo, successivamente identificato in un 73enne, originario della provincia di Caserta, proprietario del veicolo, era deceduto, riverso su se stesso sul posto di guida.

Le attività tecniche di sopralluogo, condotte dalla Sezione Investigazioni Scientifiche e le immediate indagini attivate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, congiuntamente ai militari della Compagnia di Mercato San Severino (Sa) e della Compagnia di Mondragone, supportate anche da riscontri testimoniali indiretti, consentirono di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione dell’omicidio, a carico del figlio della vittima, Maresciallo dei Carabinieri in servizio a Catania.

L’allora maresciallo, verso le 00.30, a poca distanza dall’autovettura del padre, aveva cercato di allontanarsi dal luogo del delitto mediante autostop, senza riuscirvi, tanto da decidere di allontanarsi a piedi lungo la sede viaria prima e, successivamente, attraverso le campagne adiacenti. La ricostruzione dei fatti, poi, ha permesso di stabilire che il padre proveniva assieme al figlio, a bordo dell’auto rinvenuta, da Messina, dove si era recato per prelevarlo e portarlo verso l’abitazione di proprietà.