Ecco i NOMI degli imprenditori e gli importi delle estorsioni pagati a Orabona, Pino Cantone, Fioravante & co

25 Ottobre 2019 - 16:50

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) E’ evidente, sin dalla lettura dei capi di imputazione provvisori, il contributo che il collaboratore di giustizia Salvatore Orabona ha fornito all’indagine che ha portato all’arresto, qualche giorno fa, di 17 persone, tutte indagate per una serie di atti criminali, finalizzati poi sostanzialmente a ricostruire le fila del clan dei casalesi.

Si capisce perchè il nome di Orabona compare quasi sempre a dimostrazione del fatto che lui, come già abbiamo scritto più volte ultimamente, prima di accusare gli altri, ha accusato se stesso, fornendo in questo modo, un marchio di credibilità alla sua collaborazione.

Capitolo estorsioni, compreso dai capi che vanno dal 4 al 10. Chiaramente noi utilizziamo la pubblicazione integrale degli stralci dell’ordinanza per rendere un pelo più agili gli articoli. Per cui, vi invitiamo, per conoscere bene il dettaglio di tutte queste specifiche dinamiche criminali, di restare all’interno di quest’area e di andarvi a leggere le foto che riproducono le pagine del provvedimento giudiziario, relative proprio ai capi appena citati.

In sede di sintesi, invece, vi diciamo che gli episodi estorsivi vanno dall’anno 2009 (indagati per due distinti episodi, contenuti dunque in altrettanti e distinti capi di imputazione, Gaetano De Biase, Antimo Scuotto, Salvatore Orabona e Pietro Falcone, vittima Andrea Pezone, titolare del bar “La fonte del dolce” di Aversa, fino al 2016.

Gli altri 5 episodi riguardano, in ordine cronologico, anno 2014, un’estorsione nei confronti di Gennaro Tirolese, imprenditore edile che stava realizzando due villette a Trentola, e per questo sono indagati Emanuele Verde e Giosuè Palmiero; anno 2016, con 4 estorsioni contestate: la prima ai danni dell’imprenditore ortofrutticolo di Trentola Ducenta Marco Abate, indagati il solito Salvatore Orabona e Salvatore Fioravante di San Marcellino, la seconda ai danni del già citato Domenico Tirolese, oggetto per la seconda volta di episodi estorsivi, indagati Giuseppe Cantone, detto Pino, figlio di Raffaele Cantone ‘o malapelle e Salvatore Orabona; la terza, nei confronti di Antonio Grassia, imprenditore edile di Trentola, indagato solo Salvatore Orabona;  la quarta ed ultima, nei confronti del meccanico Carmine Coviello di Trentola-Lusciano, indagati Salvatore Orabona, Giuseppe Cantone e Arcangelo D’Alessio.

In estrema sintesi perchè, ripetiamo, il dettaglio lo leggete nei documenti pubblicati in calce, va rimarcato l’episodio della consegna a Ferragosto 2016, di due assegni, uno da mille euro, un altro da 1.500 euro da parte dell’imprenditore agricolo Marco Abate. E ancora, meritano una menzione i 3mila euro pagati da Andrea Pezone, titolare del bar “La fonte del dolce” di Aversa. Sempre per quanto riguarda Pezone, capitò per un periodo che gli esponenti del clan ritirassero durante ogni mese bottiglie di spumante, champagne e generi alimentari per un importo di 100 euro a settimana che dunque creavano una estorsione del valore di circa 500 euro al mese.

Per quanto riguarda invece Pino Cantone, mancato cantante neomelodico, l’episodio che lo riguarda è quello connesso ad una estorsione di ben 20mila euro con annessa ristrutturazione, ovviamente gratuita della sua casa, perpetrata ai danni dell’imprenditore edile Domenico Tirolese.

Ben 60mila euro furono consegnati a Salvatore Orabona, dall’imprenditore edile Antonio Grassia.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI INTEGRALI DELL’ORDINANZA RIGUARDANTI I 7 CAPI DI IMPUTAZIONE RIGUARDANTI LE ESTORSIONI