Il Comune di CASAL DI PRINCIPE è uscito da Agrorinasce che oggi è una sorta di Asi o Consorzio Idrico. Per cui Zannini ci si butta a tuffo

26 Ottobre 2019 - 18:13

CASAL DI PRINCIPE/MONDRAGONE (g.g.) – Dai, ci proviamo, per una volta a scrivere una notizia efficace in pochissime righe.

Cos’è Agrorinasce? Un consorzio di Comuni, sulla carta virtuosi che si costituiscono come soggetto giuridico per gestire, fondamentalmente, l’enorme patrimonio sequestrato ai camorristi.

Negli anni questo è successo. Non senza polemiche. Molti comuni hanno contestato la gestione di Agrorinasce, ritenendola troppo imprenditoriale e poco attenta ad un’etica pubblica che era alla base di un’idea, bella ed efficace sulla carta, ma che calata nei nostri territori, nei nostri contesti perde sia la bellezza che l’efficacia.

Cos’è il Comune di Casal di Principe? Non solo il reale luogo della massima espressione criminale che, insieme alla mafia e alla ndrangheta, è stato e forse ancora è, il peggio della criminalità europea. Per questo motivo, ma anche per il riconoscimento storico della centralità di Casal di Principe quale luogo di residenza e di vita dei boss fondatori di quello che i bardelliniani di San Cipriano in rotta, dopo la morte di Antonio Bardellino, definirono un po’ sprezzantemente “clan dei Casalesi”, marchio di fabbrica ed emblema di tutte le dinamiche crimanali, non solo quelle a presa diretta, cioè legata agli omicidi e al sangue, ma anche a quelli a presa indiretta legate alle spaventose e impressionanti ricchezze accumulate dai vari Schiavone, Bidognetti e compagnia, non c’è dubbio che Agrorinasce ha avuto motivo di prendere vita e ha avuto motivo di esistere in questi anni perché ne faceva parte il comune di Casal di Principe.

Oggi che il sindaco Renato Natale da tempo in polemica con gli organismi direttivi del consorzio, chiude la partita ed esce, va da se che Agrorinasce perde la sua caratterizzazione simbolica, emblematica, che ne ha rappresentato il tessuto connettivo, trasformandosi nell’ennesimo consorzio di comuni che gestiscono beni pubblici in maniera più o meno corretta, insomma, per capirci, una roba come il consorzio idrico, il consorzio di bonifica, asi e compagnia cantando.

E allora, secondo voi, quale comune può proporsi di fronte a questa ridefinizione, tutt’altro che poetica ma profondamente prosaica, di Agrorinasce, ma forse non rinasce più? Ma naturalmente il Comune di Mondragone, che dell’Agro aversano non fa parte e neppure delle zone contigue anche se possiede una solida identità di comune ad alta densità camorristica.

Siccome Agrorinasce esisteva anche 5, 10 e 15 anni fa, difficile ritenere che la decisione del comune di Mondragone possa essere legata agli obiettivi nobilissimi dell’atto costitutivo del consorzio, dato che la politica della cittadina rivierasca sarà anche un po’ tonta, ma impiegare 15 anni per realizzare, per decidere di entrare in Agrorinasce allo scopo di condividerne gli ideali, sembrano un po’ troppi anche per chi non brilla in comprendonio.

E allora, le ragioni sono altre. Le ragioni risiedono proprio nella lenta realizzazione dello stravolgimento dell’identità di Agrorinasce che con l’uscita del Comune di Casal di Principe, diventa definitivamente un’altra cosa, una roba, come abbiamo scritto prima, dannatamente somigliante ai peggiori carrozzoni clientelari di questa terra.

E in questo contesto, l’amico Giovanni Zannini, che appare sempre più disancorato dalla realtà e sempre più avvolto negli agi rammolliti, di tipo tardo-imperiale, derivati dalla sua carica di consigliere regionale, a cui non sarebbe pronto a rinunciare per nessuna ragione al mondo, e per la cui conservazione sta facendo di tutto e di più, dicevamo in questo contesto, il matrimonio tra consorzio Agrorinasce e Giovanni Zannini diviene naturale, logico. Insomma, va da se visto che Zannini nell’Asi, in accordo con Stefano Graziano e la presidente Pignetti, nel consorzio idrico, in accordo con Di Biase con lo stesso Graziano, Oliviero e altri e al consorzio di bonifica in accordo con questi soliti noti, furoreggia da tempo.