CLAMOROSO ATTO II: Un avvocato penalista, difensore del boss Orabona, “addomesticò” gli interrogatori del geometra Pino Bove e dell’imprenditore Grassia
1 Novembre 2019 - 14:38
TRENTOLA DUCENTA (g.g.) – Se, in uno degli ultimi articoli dedicati al lungo focus di approfondimento sull’ultima ordinanza della serie sul clan dei Casalesi, abbiamo segnalato l’opera, non certo ortodossa, di un avvocato penalista dell’Agro aversano, stavolta, possiamo andare un passo avanti. Nel senso che nel precedente articolo (LEGGI QUI) abbiamo evidenziato la prima notazione del giudice, evidentemente ispirato dalla richiesta di applicazione di misure cautelare, formulata dalla Dda di Napoli, a sua volta ben impiantata sulle precise informative dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta. In poche parole, il Gip Carola afferma, in prima battuta, che l’avvocato in questione, col compito di difendere Salvatore Orabona, aveva avvertito dell’intenzione dello stesso Orabona di collaborare con la giustizia, il geometra del comune di Trentola Ducenta Giuseppe Bove e l’imprenditore edile, di Trentola anche’egli, Antonio Grassia.
Le successive righe dell’ordinanza sono illuminanti e calano un’ombra molto seria sullo stesso avvocato. Scrive il giudice, così come potete constatare nello stralcio che pubblichiamo in calce a questo articolo: “Sia
Inoltre, continua il Gip, “Dopo essere stato escusso dalla polizia giudiziaria, Bove incontra il medesimo avvocato e i due rimangono per lungo tempo a parlare davanti alla Caserma dei carabinieri del comando provinciale di Caserta (via Laviano)”.
Non c’è che dire, aggiungiamo noi, questo avvocato è un vero e proprio genio. Probabilmente non l’hanno neppure indagato, in quanto incapace di intendere e di volere.