“Armati sul cantiere per bloccare i lavori”. Il racconto del pentito sull’estorsione da 60mila euro
1 Novembre 2019 - 16:35
TRENTOLA DUCENTA – Delle estorsioni raccontate dal collaboratore di giustizia Salvatore Orabona ci stiamo occupando da qualche settimana. Nel suo dettagliatissimo racconto, Orabona riferisce che l’estorsione da 60mila euro consumata ai danni di un imprenditore che stava costruendo degli appartamenti a Trentola (LEGGI QUI), fu corrisposta dopo un blitz dei suoi uomini, che piombarono, “armati di una pistola calibro 45” e di un “fucile a canne mozze, presso entrambi i cantieri dove veniva intimato ai presenti di interrompere i lavori e mettersi a posto con i Casalesi a Trentola“.
Poco dopo l’imprenditore si presentò al suo cospetto. “Inizialmente asseriva di non voler pagare avendo già corrisposto una somma a titolo di estorsione a Luigi Cassandra ritenendo così di aver tacitato il gruppo Zagaria. Gli risposi che tale circostanza non mi interessava e che avrebbe dovuto pagare anche il nostro gruppo, altrimenti ne avrebbe subito le dirette conseguenze anche sul piano dell’incolumità personale“.