Imprenditori e vice sindaco al lavoro per il clan, il testimone chiave non si presenta
6 Novembre 2019 - 15:07
PORTICO DI CASERTA (g.v.) – Un teste chiave non si presenta per motivi di salute e il processo si aggiorna a due settimane da oggi. Questo e’ capitato questa mattina, dinanzi alla 3a sezione penale, presieduta dal giudice Giuseppe Meccariello.
Il Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Luigi Landolfi, nel processo a carico del clan Bifone, in cui oltre al capoclan omonimo, sono imputati due imprenditori di Portico Antonio D’Amico, difeso dall’avvocato Mario Griffo e Pietro Vaiano, quest’ ultimo anche vice sindaco all’epoca dei fatti, assistito dai legali Raffaele e Gaetano Crisileo, ed a carico dell’avvocato Giuseppe Stabile, supportato dal suo legale, l’avvocato Stefano Vaiano.
A loro carico il Pubblico Ministero chiese ed ottenne il rinvio a giudizio per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico. In particolare Stabile, attualmente detenuto nel carcere di Sassari, è ritenuto come il referente del clan presso degli uffici giudiziari napoletani, invece D’Amico e Vaiano sarebbero stati gli imprenditori interessati alla costruzione della zona industriale del Comune di Portico su cui erano proiettati gli interessi del clan. Intrecci tra malaffare, politica, imprenditoria al centro della maxi inchiesta con dei risvolti che potrebbero svelare sorprese alla prossima udienza del 30 novembre, quando e’ previsto l’interrogatorio dell’avvocato imputato detenuto, l’aversano Giuseppe Stabile, che ha chiesto di essere interrogato e potrebbe svelare particolare inquietanti della intera vicenda dai risvolti clamorosi che potrebbero coinvolgere altre persone tra cui politici ed addirittura funzionari giudiziari.