L’accusa del pentito: “Capoluongo e Pirozzi avevano agganci nelle forze dell’ordine. Venivano avvertiti ogni volta…”

6 Dicembre 2019 - 10:51

TRENTOLA DUCENTA – La questione dei rapporti tra clan dei casalesi, isolati e pericolose unità delle forze dell’ordine infedeli non rappresenta certo una novità ma ha sempre connotato molte delle indagini e delle iniziative giudiziarie. Ultimamente, per esempio, un poliziotto del commissariato di Giugliano è stato indagato perchè segnalava ad un corriere della droga gli orari delle pattuglie di polizia in servizio.

Oggi il tema viene riproposto attraverso un interrogatorio del collaboratore di giustizia Salvatore Laiso, inserito all’interno dell’ordinanza che ha coinvolto tra gli altri i rampolli dei boss, Ivanhoe Schiavone, Pino Cantone e Oreste Diana.

Laiso precisa che un appartenente delle forze dell’ordine “che possedeva una vettura del tipo Rav 4 ” si recava a casa di un certo Pasquale Grammatica, “che è nostro amico perchè ci paga la tangente tramite Franco Barbato e Peppe Misso e ci procura appartamenti per i latitanti“.

Sempre Laiso sostiene che Giacomo Capoluongo, Gennaro Sfoco e Pirozzi “hanno

degli agganci nelle forze dell’ordine (…) mi avevano preannunciato un blitz e puntualmente questo si avverava. Non so tuttavia chi fossero gli appartenenti alle forze dell’ordine che gli forniscono notizie.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA