Affidamento diretto della Provincia da oltre 100 mila euro alla società che per la DDA è di Raffaele Pezzella, accusato di corruzione e rapporti con i clan. E con la variante “scompare” anche il ribasso

7 Luglio 2024 - 16:30

Il problema non è Pezzella, ci mancherebbe, Lui è innocente fino a prova contraria, imputato ma non condannato definitivamente. Il punto è una sovrapposizione tra le ragione sociali di imprese aggiudicatarie di gare e affidamenti diretti della provincia di Magliocca che, poi, vediamo citate in ordinanze firmate dai gip su richiesta della procura antimafia o di quelle ordinarie

CASERTA (l.v.r.) – Che all’amministrazione provinciale di Caserta abbiano lavorato imprese diretta (o indiretta per la DDA di Napoli) espressione di Raffaele Pezzella, imprenditore accusato di corruzione e di avere legami con il clan dei Casalesi, è cosa nota.

L’ultimo caso di cui vi abbiamo raccontato riguardava i lavori di messa in sicurezza della strada provinciale 333, situata nel comune di Grazzanise, mediante la realizzazione di una rotatoria.

A ricevere l’affidamento diretto dall’amministrazione provinciale di Caserta era stata la S.C. Costruzioni con sede in via Lima, a Roma, per un importo contrattuale pari a 144 mila euro, di cui 115.000 per lavori e il resto per oneri non soggetti a ribasso.

L’offerta presentata dall’amministratore dell’impresa, ovvero Francesco Di Fiore, era del 4,01%.

Il problema di questa società è che, per la Dda di Napoli, la SC Costruzioni fa parte di quelle imprese di cui Raffaele Pezzella ne ha disponibilità:

intestate fittiziamente e direttamente a lui riconducibili“, così come scritto testualmente nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Raffaele Pezzella, Tullio Iorio e Piero Cappello relativa all’inchiesta sugli appalti toccati a Calvi Risorta, arresti domiciliari poi revocati dal Riesame.

Francesco Di Fiore non è più però l’amministratore di questa impresa che, inoltre, ha cambiato nome, diventando Bis srl, il cui titolare è diventato dal socio unico Salvatore Misso, di San Cipriano D’Aversa, cugino diretto di Tullio Iorio.

Il 14 marzo avveniva questa variazione, pochi giorni dopo il nostro articolo dedicato proprio alla SC Costruzioni, vincitrice di un appalto per dei lavori banditi dall’Anas dal valore di circa 300 mila euro.

Non sappiamo se le due cose sono collegate, come non sappiamo se è collegato questo cambio di nome e di amministratore unico con la decisione della Dda di Napoli di scrivere nel registro degli indagati per il caso di Calvi Risorta anche Francesco Di Fiore.

Quindi, l’impresa cambia nome, cambia titolare, venendo affidata al cugino diretto di Tullio Iorio, coinvolto nell’inchiesta insieme a Raffaele Pezzella su Calvi Risorta e anche in quella per i presunti appalti truccati all’amministrazione provinciale di Caserta di cronache hanno visto già la condanna in rito abbreviato dell’ex funzionario dell’ente guidato da Giorgio Magliocca, Sandrino Diana.

Discutibile, in termini di opportunità, l’affidamento diretto, non gara aperta, quindi, scelta arbitraria del dirigente o del rup di turno, a questa impresa da parte dell’amministrazione provinciale di Caserta.

Discutibile visto che parliamo società ritenuta legata a imprenditori che in due inchieste diverse sono accusati di essere corruttori della stessa provincia di Caserta.

Nelle scorse ore, però, una novità. Il dirigente del settore Viabilità e Trasporti, Gerardo Palmieri, a firmato l’atto con cui viene approvata una perizia di variante relativa a questi lavori.

I motivi tecnici li trovate in calce all’articolo nel link che porta all’atto ufficiale, ma possiamo dirvi che, in pratica, il ribasso di circa 5000 euro presentato dalla S.C. Costruzioni, ora Bis srl, è praticamente scomparso.

Infatti, la provincia di Caserta spenderà ulteriori 11.000 euro, ai quali verranno tolti in 4% di sconto citato prima, quindi, assorbendo di fatto il ribasso della gara, perché, secondo il direttore dei lavori Salvatore Fiorillo, sono necessari alcuni interventi relativi alla messa in sicurezza dell’incrocio stradale, con l’inserimento di ulteriore segnaletica, un ridimensionamento della geometria dell’isola centrale, con l’eliminazione dell’albero che avrebbe causato una diminuzione della visibilità per gli automobilisti e un incremento alla superficie del manto stradale, oltre che la realizzazione di una linea di alimentazione dell’acqua che porti al sistema di irrigazione.

Secondo quanto viene scritto nella perizia di variante, tutte queste cose andranno a costare 11 mila 296 euro.

Questa somma verrà introitata dalla società Bis srl del cugino di Tullio Iorio, ma per la Dda di Napoli nelle mani del partner di Iorio, Raffaele Pezzella, ridotta del ribasso percentuale del 4,01%.

Qualora i signori Pezzella, Misso o qualsiasi altro soggetto citato in questo articolo vorranno esprimere il loro punto di vista, saremo lieti di ospitarlo.

Il nostro, di punto di vista, invece, resta inalterato. Se davvero Raffaele Pezzella è proprietario di questa Bis srl, ex S.C. Costruzioni, come paventato dalla DDA di Napoli, staremmo raccontando dell’ennesimo affidamento, in questo caso diretto, quindi una scelta arbitraria di un dirigente o di un funzionario della Provincia, ad un’impresa ritenuta legata ad un imprenditore che per due procure diverse – l’antimafia e quella di Benevento – ha corrotto funzionari dell’ente guidato da Giorgio Magliocca.

E la provincia di Caserta, almeno fino alla fine del procedimento, dovrebbe evitare simili situazioni con Raffaele Pezzella, non consegnando affidamenti diretti ad un’impresa che, seppur non dovesse essere nelle disponibilità di questo imprenditore, è di proprietà del cugino del suo storico socio, anch’egli imputato per corruzione.

E, invece, niente. Magliocca, Palmieri e compagnia permettono di disegnare un’immagine inquietante della provincia che, se non è complice, è quanto meno cieca rispetto alle indagini di diverse procure proprio relativamente alla sua stessa esistenza e ai rapporti con imprenditori innocenti fino alla fine di ogni grado di giudizio, ma ritenuti (dalla DDA, mica da CasertaCe) legati al destino economico, quindi il più importante, del clan dei Casalesi.

E allora il presidente Giorgio Magliocca può partecipare a tutte le marce, a tutti gli eventi antimafia e anticamorra che verranno fatti da qui fino alla fine dei tempi, ma resterà sempre la macchia di non aver mai messo un freno, non per legge, ma almeno per opportunità morale, alla slavina di affidamenti a società chiacchierate, a imprenditori coinvolti in inchieste di camorra.

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