AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE. Magliocca intitola strade al bimbo sciolto nell’acido dalla mafia, ma assegna un’altra gara all’impresa che per la Dda (non per noi) è controllata dal ras dei Casalesi Fabio Oreste Luongo

21 Giugno 2023 - 19:14

Desta perplessità la condotta della Prefettura nelle analisi relative a certe imprese che continuano a fare incetta di appalti, soprattutto nell’ente nel quale il neo condannato Marcello De Rosa, sindaco di Casapesenna, è titolare della delega alla Viabilità.

CASERTA (gianluigi guarino) Dalle nostre parti un ribasso su una base d’asta del 38% e rotti, non significa assolutamente nulla di chiaro e definito, così come spiegava qualche anno fa ai microfoni di “Speciale Tg1” l’allora procuratore aggiunto di Nola, Maria Antonietta Troncone, divenuta poi procuratore della Repubblica a Santa Maria Capua Vetere ed oggi in quel di Aversa-Napoli Nord. Questo magistrato, che a Nola soprattutto ha lavorato per importanti inchieste, relative a reati contro la pubblica amministrazione, descriveva con chiarezza il sistema che consentiva ai soldi spesi e usciti dalla porta, per il ribasso dell’impresa aggiudicataria, di rientrare dalla finestra, con un paio di provvidenziali aggiornamenti o varianti in corso d’opera del prezzo per sopravvenute difficoltà non legate agli impegni contrattuali assunti in sede di firma della convenzione con l’ente pubblico committente.

Per cui il 38,6113%, offerto come ribasso del prezzo dalla Co.Bi. Costruzioni sas di Biffaro Ernesto & C., con sede in Casal di Principe, alla via Firenze 12, non va, almeno per il momento, minimamente evidenziato con l’apparente profondità della ridefinizione aritmetica che provoca nei 239,650 euro, costituenti la base d’asta relativa alla gara

d’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria di 4 aree della viabilità provinciale di Caserta, ovvero Aversano Est, Aversa-Villa Literno, Grazzanise, Marcianise-Succivo e Villa Literno, una spesa netta per la Provincia di circa 149mila euro. Se questa gara sarà stata conveniente o non conveniente da un punto di vista economico, lo potrà dire solamente il tempo e una riconsiderazione complessiva da effettuarsi a conclusione di questi lavori, alla luce di un’accurata verifica relativa ad eventuali richieste dell’impresa e ad eventuali conseguenti placet della Provincia su una e più varianti in corso d’opera.

Insomma, quando ragioniamo di queste cose, togliamoci dalla testa – non dimentichiamo mai di stare a Caserta, di parlare di cose di Casal di Principe e dintorni – il pensiero che, vabbè, tutto sommato, il 38,6% costituisca un buon ribasso, utile per la tutela del pubblico danaro.

Occorrerebbe Archimede, ma a noi i numeri della gara non ci convincono

Ma allora, su che cosa dobbiamo focalizzare l’attenzione? Prima di tutto sull’elenco dei 22 ribassi formulati da altrettante imprese partecipanti a questa gara su 30 invitate. 17 su 22, cioè circa il 70% delle concorrenti ha formulato un’offerta di ribasso contenuta nei decimali, nei centesimali, nei millesimali e anche nei decimillesimali che separano il numero intero 38 dal numero intero 39.

Inutile farvi la solita barba sulle complesse modalità che vanno utilizzate quando si ricorre al sistema del “prezzo più basso”. Ma qualcosina va comunque evidenziata: c’è un metodo, basato sul cosiddetto taglio delle ali – le 3 più alte e le tre più basse delle 22 offerte in esame – che, in pratica, significa eliminare dal computo e dalla determinazione di ogni operazione aritmetica, le offerte di ribasso costituite da numeri più piccoli e quelle costituite da numeri più grandi.

La Co.Bi. sas di Biffaro Ernesto & C. di Casal di Principe si aggiudica la gara in quanto la sua offerta, una delle 17 che sta dentro all’intervallo tra 38 e 39%, è la più vicina alla cosiddetta soglia di anomalia, numero quest’ultimo matematicamente estratto al netto del citato taglio delle offerte estreme, in una configurazione che, nel caso specifico, segna una media degli scarti pari allo 0,12370, cioè calcolato, questa volta addirittura, fino al centomillesimale. La soglia di anomalia, come si diceva, è stata calcolata al 38.6278%. Il ribasso di Co.Bi. è stato del 38.6113%. In pratica, la Co.Bi. sta sotto la soglia di anomalia per uno 0.016%.

Di queste 16 offerte di ribasso, le 22 iniziali alle quali vanno tolte le 6 del taglio delle ali di cui sopra (il 39.7697% della G.V. Costruzioni di Sessa Aurunca; il 38.9550% di City Costruzioni, società di Quarto; il 38.8965% della Diana Vincenzo, impresa di cui abbiamo trovate tre sedi, una a Casal di Principe, una a San Cipriano e l’altra a Villa di Briano, si può scegliere a piacimento; questo per quanto riguarda le più alt. E il 21.0100% della Centro Meridionale Costruzioni di Casoria, il 37.0103% di So.Ge.Ed a San Marcellino e il 37.2400% di CO.GE.CA. con sede a Caserta dell’imprenditora Cammarota, per le offerte più basse), che producono aritmeticamente la soglia di anomalia, una viene tagliata perché superiore alla predetta soglia, ovvero la Roberto Letizia srl di Casal di Principe, con un’offerta del 38.8928%.

Andiamo avanti col ragionamento, che proseguiamo con domanda: qual è la frazione che le contiene tutte queste 15 offerte? E’ quella rappresentata dalla parte frazione di Co.Bi., che è la più alta tra le 15 che stanno dentro all’intervallo tra il numero intero 38 e il numero intero 39, ma inferiori alla soglia di anomalia. Non ci vuole un matematico per rilevare che questa frazione, trasformata in percentuale, è pari al 72.72%, utilizzando nel calcolo tutte le 16 ditte non tagliate dalle ali, comprendo ovviamente l’offerta della Roberto Letizia che è servita alla formulazione della cifra di anomalia.

Cosa residua da questa frazione? Residua il 27.28%, con 16 offerte su 22 (ricordate sempre il taglio ab origine delle 6 ali, che non si contano per la soglia di anomalia) formulate nell’intervallo dei due numeri interi, 38 e 39.

Di queste, 16 occupano, dunque, una cifra che sta dentro al 72,72% di tutte le offerte presentate dalle ventidue imprese partecipanti. Dopo che questo 72% ha determinato la fissazione della soglia di anomalia, visto che il 27,28% delle imprese rappresenta quelle “tagliate” dalle ali, risulta che una sola offerta sfonda la soglia di anomalia, ovvero la proposta di ribasso della Roberto Letizia srl, che con il suo 38.8928% eccede sulla soglia di anomalia, fissata al 38,6278%, di un, manco a dirlo, precisissimo 0.300%.

Per i cultori del calcolo delle probabilità, il discorso sarebbe già chiuso qua con l’ironica citazione della famosa frase di Totò che “è sempre la somma che fa il totale”. In questo caso, fa lo scarto di un chirurgico, precisisimo 0,016% tra la soglia di anomalia e l’offerta formulata dall’impresa Co.Bi. Costruzioni di Casal di Principe.

E ora parliamo un po’ di camorra

Avete visto quanto siamo garantisti cari presidente della Provincia Giorgio Magliocca, caro consigliere delegato alla Viabilità, nonché sindaco di Casapesenna, nonché fresco condannato in primo grado a tre anni di reclusione, Marcello De Rosa e mettiamoci anche caro dirigente Michele Annunziata, firmatario sia del documento contenente l’elenco dei ribassi, sia della determina di aggiudicazione provvisoria, entrambi da noi pubblicati in calce a questo articolo? Garantisti sì, ma fessi no. Per cui qualcosa su Co.Bi. sas dobbiamo pur ribadirla.

Nell’ottobre scorso demmo notizia di un affidamento da 50mila euro, ad appannaggio di questa impresa sempre dalla Provincia. In quell’articolo facemmo anche riferimento ai rapporti non certo chiarissimi, trasparentissimi tra Fabio Oreste Luongo che, al netto della recente assoluzione, ottenuta nel processo relativo ai cantieri di San Felice a Cancello, continua ad essere considerato un camorrista, senza se e senza ma, dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia i quali, non a caso, gli hanno contestato tutti i 416Bis del mondo, nel corpo dell’ordinanza, eseguita nell’aprile del 2022 (clikka e leggi) riguardante gli appalti banditi e assegnati all’interno del Centro aerospaziale, meglio conosciuto come Cira di Capua.

Si dirà: ma Co.Bi. e il suo amministratore Ernesto Biffaro hanno le carte a posto, sono in ordine con l’Antimafia, per cui sono invitabili ad una gara d’appalto bandita da un ente pubblico. Invitabili e imbattuti, aggiungiamo noi, visto e considerato che quando “è stata in mezzo” quest’impresa ha, in pratica, vinto sempre. Lo ha fatto nell’ottobre scorso con i 50mila e, stavolta, con la gara d’appalto da 249mila euro, grazie a quella che in teoria è una grande botta di culo, legata al già menzionato 0,016% che separa la sua offerta dalla soglia di anomalia, ma legata anche alla singolare circostanza di una densità che suscita pensieri tutt’altro che tranquillizzanti, del 100% delle offerte di ribasso confinato dentro a un range appena superiore alla metà di quello disponibile. 16 offerte in grado, dunque, di incidere in maniera decisiva sulla determinazione aritmetica della soglia di anomalia, inoltrate dentro all’intervallo tra il 38 e il 39%, tutte, e sottolineiamo tutte, concentrate in uno spazio dell’oltre il 70% e, sottolineiamo per l’ennesima volta, dell’intero intervallo. E questa rappresenta, ripetiamo, una circostanza determinante della fissazione della soglia di anomalia.

Ci siamo dilungati perché il signor Ernesto Biffaro, verso il quale noi non nutriamo alcun tipo di sentimento, dunque né simpatia né, tantomeno, antipatia, ci ha gratificati, all’indomani degli articoli usciti lo scorso anno, di una querela sulla quale abbiamo già cominciato a difenderci formalmente. Siccome da parte nostra non c’è alcun interesse a esacerbare la polemica, se Biffaro ritiene di intervenire, noi gli mettiamo a disposizione tutto lo spazio che desidera.

Detto questo, però, quella pagina numero 77, ma non solo, dell’ordinanza Cira, i cui stralci pure pubblichiamo in calce all’articolo, sempre là sta. E sempre là sta la valutazione, formulata dalla Dda e assorbita da un giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, sui rapporti tra Fabio Oreste Luongo e la Co.Bi.sas. Il contesto è quello relativo alla ricerca (manco a dirlo), guardate che coincidenza, delle imprese figuranti o, se preferite, imprese-comparse cinematografiche, cioè che servivano a dare una parvenza di regolarità alle gare del Cira, destinate, nel presunto disegno criminale, ad essere aggiudicate alle imprese riconducibili a Sergio Orsi. Co.Bi., secondo quello che scrive la Dda, (capito signor Biffaro, non Casertace, ma la Dda?), era stata scelta per questa funzione da Fabio Oreste Luongo.

Così è scritto testualmente alla già citata pagina 77 dell’ordinanza: “(…) Luongo Oreste Fabio (al quale, nel capo 2 viene contestato il reato di concorso in turbativa d’asta aggravato dall’articolo 416bis comma I, ndd), quale imprenditore che forniva il nome di una sua impresa (Co.Bi) da invitare solo formalmente alla gara”.

Interdittive antimafia: dubbi sull’uniformità di analisi e di giudizio della Prefettura

Già immaginiamo la confutazione: non è detto che l’espressione “sua impresa” significhi necessariamente che Fabio Oreste Luongo avesse il controllo di fatto della Co.Bi. sas. Sapete una cosa? Questa confutazione non è infondata, perché l’uso di quella espressione non fornisce una certezza assoluta, una prova provata.

E allora, passiamo ad altro, cioè ad un altro passo dell’ordinanza, pure controllabile e verificabile in calce a questo articolo: “Co.Bi. sas e Costruzioni di Palmese Raffaele sas sono ricollegabili al Luongo”.

E va bene, la parola “ricollegabile” significa qualcosa di giuridicamente più solido, rispetto all’espressione “sua impresa“, ma neppure in questo caso tocchiamo il cento per cento delle certezze.

Però, ce lo consenta, signor Ernesto Biffaro, non è che il signor Fabio Oreste Luongo “è cugino a noi”. Al contrario, “è cugino a lei”, come pure è scritto testualmente nella arci citata ordinanza, in un’espressione che la Dda contestualizza al concetto di riconducibilità, rafforzandone ulteriormente la portata.

Ora, fermo restando tutte le presunzioni di innocenza del mondo, è mai possibile che noi dobbiamo anche perdere tempo per rispondere a querele attivate solo perché esercitiamo il diritto democratico, costituzionale di storcere il naso e di avanzare forti perplessità su queste aggiudicazioni?

Dubbi che arrivano negli uffici dell’amministrazione provinciale dopo essere partiti da quelli della Prefettura, alla quale poniamo una domanda finale: ma voi, negli uffici di Palazzo Acquaviva, siete sereni, siete proprio tranquilli tranquilli, con la vostra coscienza professionale? Siete proprio sicuri sicuri di usare lo stesso metro di giudizio e di valutazione per ogni caso che vi viene sottoposto o che comunque si affaccia davanti alla vostra attenzione, in questo caso grazie al solidissimo strumento costituito da un’indagine della Dda, dei carabinieri del reparto investigativo di Aversa e della conseguente ordinanza?

Perché, con tutto il rispetto per l’istituzione, noi non siamo affatto convinti che la Prefettura di Caserta applichi criteri uniformi di valutazione e di giudizio, come potremmo e come, eventualmente, andremo a dimostrare con una cinquantina di esempi che, in apparenza, integrano l’adagio sui figli e sui figliastri. Per carità, nessun elemento di dolosità, ma, non essendoci dolo, sicuramente si registra quella che viene definita come eterogenesi dei fini, cioè, io faccio una cosa per raggiungere un obiettivo e ne raggiungo uno diverso o, addirittura, opposto.

Sarebbe interessante conoscere se la Prefettura abbia valutato, acquisendo elementi con gli strumenti non comuni di cui dispone, se questa Co.Bi. sia totalmente in ordine o se, pur essendo magari Ernesto Biffaro una persona perbene, e per noi lo è, fino a prova contraria, non ci sia stato, non si sia registrato un condizionamento (cavolo, sta scritto nell’ordinanza!) della stessa da parte del clan dei Casalesi, ricordando che un provvedimento interdittivo non è frutto di una procedura penale, ma di una procedura amministrativa, che ha bisogno di un numero di elementi molto inferiore rispetto a quello di cui ha bisogno un giudice per firmare e fare eseguire una sua ordinanza.

Mah!

Qui sotto gli stralci dell’ordinanza

Qui sotto l’elenco delle ditte e la determina di aggiudicazione provvisoria della gara.