CAMORRA AL CIRA DI CAPUA. Corruttori e corrotti: Sergio Orsi pagava il 5% “a cranio” ai due dipendenti del Centro aerospaziale che gli fornivano informazioni sugli appalti

26 Aprile 2022 - 15:23

Ai dipendenti del Cira viene contestata l’accusa di corruzione continuata, Vincenzo Filomena e Carlo Russo quali incaricati di un pubblico servizio corrotti, Sergio Orsi quale corruttore e Antonio Fago quale intermediario.

 

 

Poi ci sono i lavori per i servizi di manutenzione ordinaria e minuto mantenimento sul patrimonio civile, industriale e infrastrutturare del Cira tramite una richiesta di offerta per un importo di 600.000 euro, nella quale l’aggiudicatario Liri Srl di Giuliano fu indotto a rinunciare all’incanto in favore dell’Italiana multiservizi. Ma anche la manutenzione delle area a verde. Amedeo Grassia, infermiere dipendente dell’Asl di Caserta, insieme a Francesco Pirozzi, anche lui dipendente Cira e nell’Ufficio tecnico, fecero conoscere agli Orsi atti riservati, come il bando e il capitolato di una gara, perche’ potesse predisporre un’offerta adeguata a far vincere l’azienda da lui scelta. Carlo Russo e Vincenzo Filomena, insieme ad Antonio Fago, un pensionato chiamato ‘il vecchio’ dagli indagati, che ha precedenti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, nella ricostruzione degli inquirenti, avevano il 5% dell’importo degli appalti per mettere al corrente il clan dell’andamento delle procedure di gara e perche’ poi fossero in grado di far vincere l’impresa della cosca. La Italiana multiservizi era intestata a meta’ al figlio di Sergio Orsi, Adolfo, in modo tale che non fosse aggredita da misure patrimoniali legate alla sua posizione giudiziaria, e a Felice Ciervo, figlio di Francesco e cugino di Bernardo, con precedenti per 416 bis e fratello della moglie di Adolfo. Una intercettazione ambientale del 25 novembre 2009 di Fabio Oreste Luongo, gia’ sotto processo per appalti aggiudicati dal gruppo Zagaria dei Casalesi nella zona industriale del Comune San Felice a Cancello, dimostra come da tempo l’uomo avesse rapporti con Sergio e poi Adolfo Orsi. Quello di Sergio e’ un nome molto conosciuto agli inquirenti, dato che con il fratello Michele, ucciso in un agguato di camorra, e’ stato titolare della Florambiente, ditta vicina ai Casalesi che si occupava della raccolta e gestione dei rifiuti, ed e’ stato condannato per una pluralita’ di reati nel processo denominato Eco4, sentenza passata in giudicato il 12 dicembre 2019, e prima ancora il 28 febbraio 2017 per turbata liberta’ degli incanti e corruzione insieme agli ex sindaci di Gricignano d’Aversa, Andrea Lettieri, e Orta di Atella, Angelo Brancaccio, anche in questo caso con l’aggravante dell’articolo sette per aver favorito la fazione Schiavone dei Casalesi. Una conversazione intercettata il 20 gennaio 2021 alle 11:44 attraverso un captatore informatico sul cellulare che l’uomo usa, allegata alla misura emessa dal gip Iaselli, Sergio Orsi, parlando con altre due persone non identificate, discute di un conteggio e dalla conversazione si comprende che si parla di una misurazione di costi per un totale di oltre 46.000 euro. Riferendosi alla redazione del preventivo, l’imprenditore dice: “Spedisci, stampalo pure”, anche se formalmente non ha nessuna impresa. Circa due ore dopo discute delle percentuali da consegnare a Carlo Russo e Vincenzo Filomena e da calcolare sull’importo dei lavori assegnati. Alle 13:32 infatti parla con il figlio Adolfo la moglie oliva Celeste e dice: “Ho capito… tu se devi dare il 5% a Filomena e 5% a Carlo”. Il figlio replica: “Il 5% sul lavoro cosi’ piccolo!?”, ma il padre ribadisce “a uno e a un altro”. “Ma papa’ non e’ troppo sai su 40.000 euro di lavori”, riprende Adolfo Orsi, ma il padre risponde: “E che lo stabilisco io. Non stabiliscono loro”.

Ai dipendenti del Cira viene contestata l’accusa di corruzione continuata, Vincenzo Filomena e Carlo Russo quali incaricati di un pubblico servizio corrotti, Sergio Orsi quale corruttore e Antonio Fago quale intermediario. Una delle gare, quella da 40 mila euro, “rappresenta, nonostante la somma modesta, per Orsi solo la porta per far entrare nel sistema le imprese collegate a lui”, scrive il gip. La gara riguarda i lavori per la messa sicurezza e per l’effettivo riutilizzo dello “spazio deposito di cantiere Lisa”. E’ per 80 mila euro quella per i lavori per la realizzazione di un deposito temporaneo per lo stoccaggio di rifiuti urbani e speciali non pericolosi, con liberazione e pulizia dell’area, lavori di scavo, realizzazione platea armata di calpestio recintata da muretto e realizzazione piccola struttura in acciaio coperta. La gara di maggiore interesse per Orsi e Luongo e’ quella da 600 mila euro, che Orsi che intende fare aggiudicare proprio alla Italiana Multiservizi, societa’ a lui collegata direttamente.