APPALTI ALLA PROVINCIA. La sentenza del Tar dà ragione (ovviamente) a CasertaCE sulla gara da 11 MILIONI che Magliocca ha affidato (con dietrofront) a Raffaele Pezzella, accusato di aver pagato mazzette
4 Novembre 2024 - 17:35
Il 6 febbraio scorso noi pubblicammo un articolo dall’incipit del titolo forte: PAZZESCO & VERGOGNOSO. Ma evidentemente c’era qualcosa che non andava. E oggi il Tar Campania, su istanza di chi era arrivato secondo, chiude una procedura che per noi è l’esempio di cosa non va all’amministrazione provinciale
CASERTA – Lo scorso sei febbraio CasertaCe aveva pubblicato un lungo articolo in cui scrivevamo dell’aggiudicazione die lavori da 11 milioni di euro all’istituto Caso di Piedimonte Matese che l’amministrazione provinciale di Caserta aveva dichiarato a favore dell’Ati Energos e Costruzioni Generali Sud, bloccata da interdittiva antimafia, ma poi liberata dal divieto di contrarre con la pubblica amministrazione e gestita da un amministratore giudiziario.
Si tratta di una delle società che la Direzione distrettuale antimafia attribuisce alle proprietà di Raffaele Pezzella, imputato in tre procedimenti penali, due a Santa Maria Capua Vetere, istruiti dalla DDA di Napoli, l’altro a Benevento, con l’accusa di aver corrotto dirigenti della provincia di Caserta per farsi aggiudicare appalti e, in questo modo, sostiene la DDA, aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, qualità di finanziatore, pagando somme tra il 4 e il 5% dell’appalto, secondo alcuni pentiti,
Una procedura discutibile per i tempi lunghissimi della provincia che avevano in questo modo favorito la CGS, visto che dalla fine delle procedure di gara, terminata a settembre 2023, alla proposta di aggiudicazione di febbraio 2024, la società che sarebbe stata intestata da Pezzella a un prestanome sarebbe passata da interdetta dalla prefettura di Napoli a firmare contratti con enti pubblici, alla posizione di amministrata da delegato del tribunale Misure di prevenzione, ma iscritta alla nota white list della prefettura.
Prima l’articolo di CasertaCE, poi il ricorso al Tar contro l’aggiudicazione presentato dal Consorzio Soledil, seconda classificato. E la Provincia è stata così costretta ad ammettere un errore nel calcolo del punteggio delle due pretendenti a questi lavori milionari finanziati dal PNRR, pozzo senza fondo e strumento criminogeno, come questo giornale ha già raccontato in altre occasioni, in mano ad amministratori pubblici poco inclini al rispetto delle norme.
E da qui la nuova aggiudicazione che la commissione di gara prima, composta dai tecnici provinciali Anna Emanuela Merola, Giuseppe Ranieri e Sara Pagliari, e il dirigente che ha guidato l’intero iter procedure, Paolo Madonna, portano stavolta nelle mani del consorzio Soledil.
Questa nuova decisione avveniva il 9 aprile, ma già il 23 febbraio il Consorzio aveva presentato ricorso al Tar Campania contro l’aggiudicazione a CGS/Energos, impugnando i verbali di gara e la determina di aggiudicazione emessi dall’ente del presidente Giorgio Magliocca.
Una procedura giuridico amministrativa che si è chiusa nelle scorse ore quando la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, presieduta da Vincenzo Salamone, ha confermato che il seggio di gara della Provincia aveva sbagliato i calcoli, favorendo l’impresa che per la DDA è nelle mani di Raffaele Pezzella, e che quindi l’aggiudicazione andava consegnata a Soledil, rappresentato dagli avvocati Donato Lettieri e Laura Fasulo, e all’impresa esecutrice scelta dal consorzio, la Ar.Ca. dell’imprenditore di Casal di Principe, Paolo Arrichiello, società citata nell’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato lo scorso mese di novembre all’arresto di Raffaele Pezzella, del suo socio Tullio Iorio e dell’ingegnere Piero Cappello.
Va detto che, però, oltre al fatto che la Ar.Ca. è stata sorteggiata da Cappello dalla piattaforma ASMEL in entrambe le procedure di gara che, per la Direzione Distrettuale Antimafia, lo stesso ingegnere al tempo al comune di Calvi, e ma molto attivo anche a Caserta città, avrebbe falsificato per favorire Pezzella, Arrichiello non risulta coinvolto o indagato.
Questa è una delle tante procedure che ci hanno fatto decidere di approfondire e scrivere ancora di più di quanto in questi anni è avvenuto sotto la presidenza Magliocca all’amministrazione provinciale di Caserta.
Perché se un imprenditore accusato in tre diversi procedimenti di aver pagato mazzette per vedersi aggiudicare appalti, in due casi all’interno della Provincia, vince una gara da 11 milioni grazie a tempi biblici – okay, poi revocata, ma perché qualcuno ha fatto ricorso e ci sono stati articoli di giornale (uno, CasertaCE) che hanno sollevato la questione -, ennesimo appalto che ha visto gratificata una ditta vicina o di proprietà dell’imprenditore di cui sopra, tra cui una procedura da tre milioni di euro per l’illuminazione a Pignataro Maggiore, dove lo stesso Magliocca è sindaco, poi scomparsa dopo gli arresti e i sequestri, ci pare il minimo per chi fa il nostro lavoro raccontare storie come queste.
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