ASCOLTA L’AUDIO del presunto scandalo del voto di scambio a TRENTOLA. Ecco perchè facciamo nomi e cognomi ed ecco perchè riteniamo…

26 Settembre 2020 - 17:55

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) – Stanno facendo un sacco di misteri con questo presunto audio choc, che proverebbe, oggi, a più di due anni di distanza, che l’allora candidato sindaco Michele Apicella, che poi sindaco ci è diventato, con i voti di domenica e lunedì  scorsi, almeno per il momento, in attesa del ricorso che l’altro candidato Michele Ciocia si appresta a presentare al Tar della Campania.

Dalle nostre parti, siamo fatti così: riteniamo che un documento in voce come questo possa tranquillamente girare ed essere ascoltato nei telefonini di Trentola e di mezza provincia, ma che, al contrario, nonostante sia diventato di dominio pubblico, non possa essere messo a disposizione di ogni cittadino da un giornale che, se appartiene al mondo dei mass media, questo deve fare e non altro.

Se il commerciante di Trentola, Armando Costanzo, avesse parlato dei fatti suoi, della sua famiglia o della sua attività imprenditoriale non ci sarebbe stato alcun motivo, non sarebbe stato giusto e neppure legale pubblicare il documento.

Ma nel momento in cui  Armando Costanzo parla, non si sa ancora se nella consapevolezza o meno di essere registrato, di questioni pubbliche che più pubbliche non si può, di atteggiamenti e di azioni a suo dire poste in essere da uno dei candidati a sindaco delle elezioni amministrative di due anni e mezzo fa, allora il privato cittadino, il piccolo imprenditore Armando Costanzo assume per tutto il tempo in cui si esprime su fatti che potrebbero essere penalmente rilevanti, proponendo all’autorità giudiziaria quella che è indiscutibilmente una notizia di reato, su cui attivare, non per diritto penale, ma per diritto Costituzionale il principio della obbligatorietà dell’azione penale, non c’è dubbio che il nome di Armando Costanzo vettore di fatti pubblici,  possa essere scritto, declinato per intero, ovviamente garantendogli la possibilità di precisare, di dichiarare, eventualmente di spiegare quelle parole chiedendo uno spazio che noi di “Casertace” saremmo felicissimi di garantirgli.

Siccome sono tre giorni che ci si balocca con questa registrazione, ormai nella dotazione di migliaia e migliaia di persone, è arrivato il momento di pubblicarla. Perchè è doveroso farlo e perchè questa vicenda, nel momento in cui entra nella conoscenza di un giornale va pubblicata, va messa a disposizione dei lettori, altrimenti il giornale non è nè mass e nè tantomeno media.

Per cui, se a qualcuno dovesse balenare l’idea di contestare la pubblicabilità di questo audio, è pregato di accomodarsi direttamente dai carabinieri, dalla polizia o dalla Gurdia di finanza, senza far perdere tempo a “Casertace “con richieste di rimozione, affini e derivate, perchè noi non rimuoviamo proprio nulla.

Sperando di esserci spiegati, di questa registrazione vanno comprese anche altre cose oltre al  racconto, pur importante, del buon fioraio, il quale lavora, evidentemente, molto bene se la precedente amministrazione, quella di Andrea Sagliocco, ha ritenuto che fosse un fornitore di beni e di servizi all’altezza delle esigenze del Comune di Trentola per il quale il Costanzo ha effettivamente lavorato.

Come mai, intanto, in una campagna elettorale, svoltasi nei mesi di agosto e settembre 2020, c’è una persona che fa domande su presunti casi di voto di scambio avvenuti due anni e mezzo prima? Per quale motivo lo chiede adesso e soprattutto si munisce di un registratore per utilizzare più, propagandolo, l’audio raccolto?

Ipotizziamo che chi ha pensato di far parlare e di registrare le confidenze di Costanzo sia stato mosso da motivazioni di ordine politico, cioè dal fatto di sentirsi un avversario di Michele Apicella. Ma perchè non realizzare questa registrazione ai tempi in cui i fatti si sarebbero verificati? Perchè farlo adesso, in coincidenza della vittoria elettorale dell’Apicella? E poi, a chi appartiene la voce che pone le domande al Costanzo formulate in modo che questi racconti ciò che sarebbe successo due anni e mezzo fa?

Questa non è stata solo la settimana che ha sancito l’ancora provvisorio successo elettorale di Apicella, ma è anche la settimana che anticipa quella in cui , manco a dirlo, proprio nel giorno che il calendario cattolico dedica a San Michele Arcangelo, onomastico del neo (sub iudice) sindaco, inizierà l’Udienza preliminare che potrebbe portare al rinvio a giudizio dell’ex sindaco Andrea Sagliocco, del noto avvocato Saverio Griffo e di tanti altri presunti protagonisti dell’ancora ugualmente presunta tangentopoli trentolese.

Questo non vuol dire che Costanzo abbia raccontato necessariamente frottole o abbia costruito una sorta di realtà aumentata su Michele Apicella e su suo padre. Se abbia raccontato un fatto vero o un fatto inventato o sostanzialmente modificato lo dovrà stabilire l’autorità giudiziaria che, ovviamente, ha già aperto un fascicolo su questo episodio e che sta già ascoltando testimoni, convocati come persone informate sui fatti.

E’ ugualmente chiaro, però, che occorre molta prudenza rispetto ad un racconto che può essere vero, ma che può anche essere falso, dato che esistono molti elementi che rendono ragionevole dubitare della ricostruzione enunciata dal Costanzo a chi gli pone quelle domande, allo scopo, ripetiamo, di farlo parlare, in modo da poter registrare. Perchè la registrazione appare non solo il fine ultimo, ma addirittura il fine unico dell’iniziativa, al momento ancora di matrice ignota, di coinvolgere Armando Costanzo in una esposizione di fatti  risalenti a due anni e mezzo orsono.

Michela Apicella vale, secondo noi, ciò che valgono tutti gli altri politici di Trentola. L’abbiamo fortemente criticato anche in questa campagna elettorale per aver imbarcato candidati che sono stati assessori di Andrea Sagliocco e che addirittura martedì prossimo saranno anch’essi imputati nell’udienza preliminare appena menzionata. Ma una cosa è la valutazione di linea politico-editoriale su un personaggio pubblico, altra cosa è sposare una tesi subito colpevolista, puntellata fondamentalmente dal pregiudizio  e non dall’analisi obiettiva dei fatti, in cui le ragioni della logica sovrastino, fino ad annullarle, le valutazioni sull’identità anagrafica e genetica di chi questa storia popola.