ASL CASERTA. Hanno messo un 6° livello a fare il custode dei dati personali. Ecco perché questa nomina è totalmente illegittima

18 Giugno 2018 - 18:50

CASERTA (luigi vincenzo repola) – Non sembra aver pace l’Azienda Sanitaria Locale di Caserta. L’ultima querelle riguarda la nomina del Data Protection Officer (DPO), figura professionale incaricata di gestire la sicurezza e il trattamento dei dati sensibili, divenuta fondamentale alla luce delle ultimissime norme europee.

Secondo il nuovo Regolamento europeo sulla privacy, il cosiddetto Gdpr (vi ricordate le decine di mail arrivatevi sulla modifica delle impostazione della privacy dai vari siti?), il responsabile della protezione dei dati (DPO) deve possedere competenze ed esperienze specifiche. Sono previsti ulteriori requisiti normativi relativi alla sua indipendenza e autonomia.

L’Asl di Caserta, nello scegliere il suo Dpo, ha designato Claudio Linguiti. La nomina, proposta dal Responsabile della UOSC Servizio Controllo Interno di Gestione e Sistema Informativo nonché del Servizio Prevenzione Corruzione e Trasparenza,  Michele Giuseppe Tari, presenta profili molto seri di illegittimità riassumibili in alcuni motivi, di cui noi abbiamo scelto solo i principali, perché ce ne sono anche altri.

La scelta di un dipendente subordinato come Linguiti e non di un dirigente sembra andare in contrasto con il Regolamento UE, obbligatorio e direttamente applicabile negli Stati membri.

Linguiti non soddisferebbe quei requisiti indipendenza e autonomia richiesti dall’atto legislativo, sarebbe quindi una nomina non valida.

Sorprende negativamente anche che la scelta di Tari ricada su un suo diretto dipendente, visto che Linguiti è un dipendente subordinato del Servizio Controllo Interno dell’ASL, ufficio diretto dallo stesso dirigente che ha proposto il nome di Linguiti, Michele Giuseppe Tari.