AVERSA ALLE ELEZIONI. Fallita la manovra di Stefano Graziano di far passare Matacena per un Pd. Ora è costretto dalla Camusso e dalla Schlein a uscire dalla coalizione con De Luca e Zannini. Resta aperto il nodo FdI e del suo possibile appoggio a chi ha chiamato “stronza” la Meloni

18 Aprile 2024 - 13:28

D’altronde, la commissaria provinciale lavora con l’ex sindaco Lello Ferrara alla lista del partito e grazie a lui avrebbe individuato in Baldascino il candidato sindaco

AVERSA (G.G.) – Al di là delle supercazzole che il giornale, sicuramente incolpevole, è stato costretto a sorbirsi, la verità sulla posizione di Stefano Graziano, che stamattina ha affermato che lui, essendo un legittimista (da scompisciarsi dalle risate) del Pd, non può appoggiare la candidatura a sindaco di Francesco Matacena (a proposito, non si è ancora autosospeso dalla Presidenza dell’Ordine dei Commercialisti-) in quanto questi sarebbe appoggiato da Forza Italia e da Fratelli d’Italia.
La verità è un’altra: Stefano Graziano ha tentato in tutti i modi di far passare Matacena per un candidato espresso da lui in nome e per conto del pd.
Chiaramente nessuno ci ha creduto.
Allora non parlava di FI e FdI, che poi sono due incidenti della storia, visto che non contano proprio nulla.
La candidatura di Matacena è stata direttamente concepita da Giovanni Zannini, che l’ha presentata, ottenendone la benedizione, al governatore della Campania Vincenzo De Luca.
Forza Italia ha solo comprato politicamente, elettoralmente, i voti di Giovanni Zannini, e Fratelli d’Italia ormai è un caso da Tso, visto e considerato che Oliva vorrebbe il simbolo affinché questo reggesse la coda di Vincenzo De Luca e di Giovanni Zannini, in prima linea a dare della “stronza” a Giorgia Meloni durante la famosa e piuttosto esilarante manifestazione dei sindaci campani e casertani che avrebbe dovuto essere accompagnata da un messo notificatore di buste verdi e da un sarto esperto il quale, forbici in mano, ne avrebbe dovute tagliare a bizzeffe di fasce tricolore indegnamente indossate.
Questa

è la verità su Aversa.
Matacena è il candidato di De Luca. Graziano e Zannini, ossia il gatto e la volpe, hanno cercato di farlo passare per candidato del Pd, ma la commissaria provinciale Susanna Camusso ha capito che quello era e sarebbe rimasto il candidato di De Luca e Zannini, di un governatore di un certo amico del Pd e di chi lo guida in questo momento, ovvero Elly Schlein, e di un deluchiano che al tempo delle elezioni politiche ha definito Stefano Graziano, in un’altra intervista, “il mio maestro”.
Di che cosa, aggiungiamo noi, possiamo ben immaginare.
Il problema è che il rosso di Teverola è un deputato del Pd e nel momento in cui Susanna Camusso ha riesumato il nome dell’ex sindaco di Aversa Raffaele Ferrara, il quale ha a sua volta indicato il nome di un altro antigomorrista di primo conio, Baldascino, che poi dovrebbe essere il candidato sindaco del pd, non può fare un’altra cosa né può posizionare i suoi fedelissimi Marco Villano, Fiorenzano e Co. con Matacena così come questi vorrebbero.
Il suo gioco, a quel punto, sarebbe scoperto.
E allora, per salvare la sua posizione romana, Graziano ha messo una mano sulla spalla di Zannini e ha esclamato: Ebbene, l’allievo ha superato il maestro.
E su questo non c’è dubbio, ce ne accorgiamo ogni giorno.
Per il resto poche novità. C’è il problema di Oliva, che Cangiano sta facendo di tutto per riportare dentro a quella che, con tutti i limiti del mondo, è l’autentica candidatura moderata di centrodestra, che si chiama Antonio Farinaro.
Una lista di FdI, con il simbolo, al primo turno, in appoggio a Francesco Matacena, sarebbe una lista di FdI in appoggio a Vincenzo De Luca e, dunque, politicamente in armonia con il concetto che questi ha espresso a Roma nei confronti di chi di Fratelli d’Italia è la leader.
Ripetiamo: “Giorgia Meloni è una stronza”.