AVERSA. Come ha detto Matacena? Una giunta di alto profilo. Zannini, ad oggi, non gli fa mettere una scopa a terra. Olga Diana, la De Angelis, De Cri., e forse anche la moglie di Dello Vicario

15 Luglio 2024 - 13:43

L’avevamo scritto più volte in campagna elettorale. Matacena rischia, ad Aversa (e poi tra sei mesi vedremo se non è andata così) di perdere tutta la sua credibilità e il prestigio acquisito da presidente dell’Ordine dei Commercialisti

AVERSA (G.G.) – Giovanni Zannini ha avuto gioco facile nell’impermeabilizzare gli articoli di Casertace quando questi hanno posto a Francesco Matacena dei temi e delle questioni molto serie, che si pongono soprattutto quando il destinatario degli stessi e una persona la qua, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti del distretto giudiziario di Aversa-Napoli Nord, ossia un distretto di un milione di abitanti poco meno o poco più, vuol dire che si tratta di una persona molto presentabile, di garantito livello culturale.

Non lo conosciamo direttamente, ma abbiamo domandato un po’ in giro e recensioni negative ne abbiamo ricevute ben poche.

Francesco Matacena è stato, e formalmente è ancora, seppur con poteri autocongelati, il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti.

Ora, resta un mistero il motivo per cui una persona del genere abbia a che fare non tanto con Giovanni Zannini in quanto persona, ma con lo zanninismo, cioè quel fenomeno che ha degradato la politica casertana, precipitandola a un livello mai toccato in precedenza al punto da aver creato delle potentissime leadership locali incarnandole in soggetti che, con rispetto parlando delle loro persone – che non ci permettiamo di giudicare, non posseggono un retroterra politico e culturale in grado di consentirgli di avere, prima di tutto, e poi di interpretare una visione di sviluppo comunitario.

L’unica spiegazione per quello che appare un matrimonio contro-natura, può risiedere in quella irresistibile ebrezza che si prova quando si apre davanti ai propri occhi la prospettiva di un comando ancora più grande e importante, più influente. Matacena avrebbe fatto un calcolo, ritenendo che Giovanni Zannini sarebbe stata la persona che gli avrebbe garantito la vittoria e la poltrona, evidentemente agognata, di primo cittadino di Aversa.

Della serie, senza soffermarci sullo scontato e banale autore di questa linea strategica, il fine giustifica i mezzi. Ma conta più un presidente dell’Ordine dei Commercialisti a cui gli iscritti garantiscono, non discutendole, le prerogative statutarie del suo incarico o è meglio fare il sindaco di Aversa aggregato a Giovanni Zannini, Giovanni Innocenti, Olga Diana, Luciano e Francesco Sagliocco, Rosario Capasso e compagnia…senza aggettivo, lo possono apporre liberamente i lettori?

Quando Casertace ha scritto, pochi giorni prima del ballottaggio, che Matacena non avrebbe contato un filo secco qualora fosse diventato sindaco della città normanna, Zannini, ritornando al concetto espresso all’inizio di questo articolo, gli avrà sicuramente detto: lascia stare Guarino, quello è un lazzo, un estorsione, amico di Oliviero, prende i soldi da quello o quell’altro, ecc.

Insomma la solita solfa.

Matacena che, non ci conosce, avrebbe fatto bene a chiedere qualche notizia a chi gli segue, in maniera ineccepibile, la comunicazione nell’Ordine dei Commercialisti. E forse avrebbe riarticolato le sue valutazioni.

Ma al di là di questo tutto ciò che abbiamo previsto prima del ballottaggio, si sta puntualmente verificando.

Francesco Matacena, che qualcosa l’ha capita nel momento in cui ha visto da chi era formata, e da quanti soggetti, la sua “invincibile armata”, ha affermato in più occasioni che lui avrebbe fatto una giunta tecnica di alto profilo morale e culturale. Noi abbiamo controrisposto che lui non ha un solo consigliere comunale dalla sua parte, visto che Zannini in dieci minuti può collegare a se stesso e ad ogni sua causa, con modalità facilmente immaginabili, ognuno dei consiglieri di maggioranza e, all’occorrenza, anche qualcuno dell’opposizione.

Per cui qualsiasi giunta uscirà fuori dopo mercoledì, ossia nel momento in cui la proclamazione definitiva del consiglio comunale ad opera della commissione elettorale sarà sanzione ufficiale, questa sarà una giunta Zannini e non una giunta Matacena, segnando in questo modo quello che noi avevamo largamente previsto: la colonizzazione di Aversa che diventerà una provincia di Mondragone.

Matacena pare abbia detto: facciamo una giunta tecnica fino alle Regionali.

Zannini avrà pensato: ma questo cosa dice? Vabbè, sarà il caldo. Proprio fino alle Regionali la giunta deve uscire dai desideri delle liste che hanno partecipato e determinato la vittoria di Matacena.

Perché tutti devono sentirsi rappresentati nella parte esecutiva e perché tutti, poi, dovranno votare nel settembre 2025 quello che Zannini dirà loro di votare.

Ergo: al momento Matacena non è in condizione, caso tipico nei sindaci fantoccio di Zannini, di nominare neppure il custode che gli apre e chiude la porta. Giovanni Innocenti si dente fuori dalla partita e ha detto che lui il presidente del consiglio comunale lo farà in nome del popolo sovrano.

“È o popolo che o’ vo!”

Primo eletto in città, e il resto va da sé. Primo eletto con i voti dell’ex sindaco Domenico Ciaramella. E qui, se vogliamo limitarci solo all’analisi dei fondamentali politici che connotano la sua biografia e poi la mettono in relazione alle scelte del presente, senza indulgere in valutazioni dure, che pure avrebbero senso e fondamento, dobbiamo dire che se Mimmo Ciaramella ha fatto il sindaco di Aversa per dieci anni è per merito di Pasquale Giuliano, di Gilberto Privitera, di Antonio Farinaro, di Gennaro Coronella, di Mimì Zinzi. Insomma di tutto il centrodestra che, oggi, aveva scelto con coerenza il nome di un continuatore di quella stagione, ossia Antonio Farinaro, che per un periodo fu anche presidente del consiglio comunale durante un’amministrazione Ciaramella.

E Ciaramella avrebbe dovuto avere la serietà morale, la coerenza storica, il senso di riconoscenza innescato da un’onestà intellettuale che evidentemente non ha mai avuto, di turarsi il naso all’occorrenza e, dopo essersi guardato nello specchio, di andare a votare per Antonio Farinaro.

E invece no, anche lui nel caravanserraglio zanniniano, con la promessa formulatagli dallo stesso Zannini, di riconoscere un assessorato, precisamente quello al Bilancio e alle Finanze, al suo figliolo Genny, appoggiato naturalmente in prima battuta dal quasi mister 1000 voti Giovanni Innocenti.

Altro che Mariano D’Amore, professore e tecnico indicato da Matacena!

La seconda assessora dei moderati sarà Olga Diana. E qui inutile sviluppare commenti.

Poi c’è Francesco Sagliocco, figlio di Luciano, per Noi Aversani. E sul commento riportarsi alla stessa frase usata per Olga Diana.

Chi entrerà poi in giunta, Federica Turco o l’ex pupilla dell’allora sindaco Enrico De Cristofaro, divenuta oggi sagliocchiana, ossia la signora De Angelis?

L’ingresso in giunta della Turco, colei che sotto il regno di Zannini ha potuto addirittura scegliere tra due posti di lavoro, sguarnirebbe il gruppo consiliare di Noi Aversani. Dentro ci sarebbero troppi aggregati e nessun familiare di sangue o di elezione di Luciano Sagliocco. Ecco perché, magari sbagliando, riteniamo che la Turco resti in consiglio a capeggiare il gruppo di tre esponenti della citata lista di Noi Aversani.

Orlando De Cristofaro è il capo provinciale di un minipartito che si chiama Cdu. Sarà candidato alle Regionali e ci vuole arrivare da assessore. Ora, è vero che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ma Matacena incuberà in consiglio il figliolo dell’ex sindaco Enrico De Cristofaro, fresco condannato per operazioni altamente illegali nell’ambito del processo The Queen.

Per di più, la zia di Orlando De Cristofaro, ossia la sorella del padre, è imputata di appropriazione indebita per una storia che Casertace ha raccontato mezza dozzina di volte.

L’inopportunità dell’ingresso di Orlando De Cristofaro in giunta è un fatto palmare, ma anche questo Francesco Matacena, sindaco senza poteri reali, sarà costretto a subire, magari attribuendo al rampollo le deleghe ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica che qualche problema la papà l’hanno provocato.

Poi c’è la promessa famosa che Alfonso Oliva dice di aver ricevuto da Zannini affinché tradisse Fratelli d’Italia: assessore, ma soprattutto vicesindaco. Infine la lista dei fratelli Dello Vicario, che devono inserire in giunta una donna.

Il nome che circola in queste ore, a dimostrazione del fatto che questa lista è a conduzione familiare, è quello della moglie di Gianpaolo Dello Vicario, per due volte candidata alla Camera dei Deputati per il Pd.

Numero di assessori tecnici e di alto profilo inseriti da Francesco Matacena: zero.

Come volevasi dimostrare.