AVERSA. Proroghe a go-go della dirigente Accardo al Consorzio Nestore di Pasquale Capriglione, sospettato di camorra. Vi spieghiamo cosa abbiamo capito da due determine non recentissime

25 Marzo 2022 - 13:38

Avendo terminato, solo per ora e  in attesa di altre puntate che di qui a breve scriveremo, la lettura dei primi atti giudiziari, relativi all’indagine della Dda sulle ingerenze del clan dei casalesi nel sistema degli appalti dei servizi sociali, abbiamo cominciato a girarci un po’ intorno tra i vari Comuni e i vari Ambiti intercomunali

 

AVERSA (g.g.) -Non è che noi di CasertaCe, ora (è troppo bella questa frase di Bersani, soprattutto per come la dice) ci mettiamo a pettinare le bambole accontentandoci della riproduzione sintetica, in più puntate, degli atti giudiziari, fino ad oggi resi pubblici, cioè i decreti delle perquisizioni e le richieste formulate al riguardo dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia al tribunale competente, intorno alla vicenda di quell’autentico verminaio, popolato da personaggi a dir poco inquietanti, con ogni probabilità collusi con la camorra che hanno letteralmente dominato la scena degli appalti di erogazione per servizi sociali, le cui gare sono state bandite dai Comuni della provincia di Caserta, presi singolarmente, ancor di più dagli Ambiti intercomunali, che hanno gestito e gestiscono centinaia e centinaia di pubblico danaro.

Dopo aver scritto tutto quello che abbiamo scritto sui vari Pasquale Capriglione, Luigi Lagravanese per gli amici Ginotto, Orlando Diana, Maurizio Zippo, Gennaro Bortone, Sofia Flauto,

ci siamo messi, insieme a qualche amico, a spulciare un po’ di atti amministrativi, presi alla rinfusa, visto e considerato che, relativamente a ciò che è stato deciso nelle stanze dei Comuni casertani negli anni 2017, 2018, 2019, 2020, le tracce documentali scarseggiano.

Dopo aver appreso del discutibilissimo e opacissimo affidamento fatto, poco più di un mese fa, dalla dirigente del Comune di Aversa Gemma Accardo, in quanto coordinatrice dell’ufficio di piano dell’Ambito sociale di cui il Comune normanno è capofila, ci siamo applicati anche un po’ più del solito per cominciare a ricostruire ciò che in parte già sapevamo sulla presenza del citato Pasquale Capriglione nelle erogazioni di danaro provenienti dalle casse del Comune di Aversa.

Sicuramente, gli atti amministrativi che segnano questa relazione, ormai annosa, saranno tanti. Noi, per il momento ne abbiamo trovati due. Apparentemente nulla di eccezionale, nulla di nuovo sotto il cielo. Però, siccome noi le determine dirigenziali, soprattutto quelle firmate dalla dirigente Gemma Accardo, le leggiamo a partire dalle loro narrative, qualcosa di particolare l’abbiamo trovata lo stesso.

Intanto, va premesso che a differenza dell’affidamento (operato dall’Ambito intercomunale) alla cooperativa Quadrifoglio, proprio quello risalente a un mese fa a cui facevamo riferimento prima, cioè alla cooperativa che fa capo all’indagatissimo per camorra Luigi Ginotto Lagravanese, queste due determine di oggi sono state realizzate dal Comune di Aversa, precisamente dall’Area dei servizi al cittadino.

Apprendiamo dal contenuto della premessa della prima determina, datata 3 gennaio 2020, che il consorzio Nestore, senza girarci troppo intorno, svolgeva nell’anno 2018 il servizio di assistenza specializzata, finalizzata all’inserimento scolastico degli alunni con disabilità delle scuole secondarie di secondo grado, dunque, di quelle che un tempo si chiamavano scuole superiori.

Nestore si era aggiudicata, infatti una gara bandita dal Comune di aversa il 27 dicembre 2017, con un ribasso comodo, anzi comodissimo del 4,8%, base d’asta 166.555 euro, importo ad appannaggio di Nestore 158.277 euro. L’aggiudicazione, avvenuta il 29 maggio 2018, ha coperto l’arco temporale compreso tra l’estate dello stesso anno, quando presumibilmente fu firmato il contratto e il 31 dicembre 2019.

Secondo capitolo della storia: il 28 dicembre 2019, in quasi coincidenza con la scadenza del contratto del 2018, il Comune di Aversa pubblica un altro bando, sempre per lo stesso servizio. Stavolta è quell’Armata Brancaleone della Stazione Unica Appaltante a doversene occupare. Se si è registrata una speranza, da parte del consorzio Nestore e degli uffici del Comune di Aversa, di proseguire senza fastidi il rapporto tra cliente e fornitore di servizi, questa non poteva non trovare una sponda matematica nei tempi biblici della Sua di Caserta. E allora, via al tempo delle more, una stagione che ricorre molto frequentemente negli articoli di CasertaCe.

La dirigente Accardo, proprio nelle more di un’aggiudicazione che non arriva mai, chiede al Consorzio Nestore se è disponibile a continuare in proroga agli stessi prezzi, patti e condizioni della gara aggiudicata il 29 maggio 2018. Nestore, badate bene questo particolare perché è importante, dà una disponibilità ampia, addirittura fino al 31 dicembre 2020, cioè sino al termine fissato come conclusivo nell’erogazione del servizio, così come questo si sarebbe dovuto aggiudicare, ordinariamente e secondo le procedure stabilite dalla legge, con la gara al contrario morta e sepolta degli uffici della Sua.

Ovviamente, la dirigente Accardo che è persona preparata, non pensa così in grande e garantisce a Nestore una proroga di due mesi, fino al 7 marzo 2020. 17.400 euro al mese per due fanno 34.800 euro.

Ora passiamo alla seconda determina, firmata il 4 marzo 2020.

Naturalmente, com’era largamente prevedibile, la Sua non aggiudica la gara entro il 7 marzo, data di scadenza della prima proroga pro-Nestore, per cui la Accardo rinnova la procedura e chiede formalmente al consorzio di dare una sua disponibilità per un’eventuale proroga agli stessi prezzi, patti e condizioni eccetera.

Stavolta, se notate il testo della narrativa di questa seconda determina, a differenza di ciò che era contenuto nella prima determina, il consorzio dei Capriglione non associa a una disponibilità, comunque rinnovata, il termine del 31 dicembre 2020. Forse perché, nell’atto amministrativo a firma della Accardo, non c’è, come abbiamo scritto prima giusto per mantenere un po’ la suspence, la presa d’atto della mancata conclusione della gara d’appalto, ma si va oltre e viene dichiarato che la gara finita nelle mani della Sua era andata deserta e che il Comune l’aveva ri-bandita il 16 gennaio 2020, evidentemente dopo aver pubblicato la prima determina della Accardo, datata 3 gennaio, grazie alla quale Capriglione aveva ricevuto la prima proroga di 60 giorni.

Alla luce di tutto questo, nell’atto che la Accardo firma il 4 marzo, viene attribuito al consorzio Nestore la proroga di un mese per 17.400 euro.

Ora poniamo una domanda che non esaurisce neppure il 30% dell’estro e della passione che abbiamo per il giornalismo investigativo. Niente di che.

Se tu, Capriglione, dai la disponibilità al comune di Aversa, ad operare in proroga fino al 31 dicembre 2020 agli stessi patti e alle stesse condizioni del contratto precedente, come mai non rispondi, alla nuova gara, bandita il 27 dicembre 2017 e aggiudicata il 29 maggio 2018, che invece va deserta? Peraltro, non è che Capriglione avrebbe dovuto formulare un’offerta necessariamente maggiore e dunque per lui più costosa di quella presentata in occasione della gara del 2018.

Avrebbe potuto tranquillamente presentare la stessa offerta o addirittura una inferiore e partecipare, sperando che nessun altro operatore ne avesse formulata una migliore. E invece, no. La gara va deserta. E va deserta nonostante Capriglione abbia scritto, dentro alla procedura finalizzata alla proroga, di essere disponibile a continuare il servizio fino al 31 dicembre 2020, cioè fino all’ultimo giorno dell’intervallo temporale ricompreso nella nuova gara a cui non ha voluto partecipare e che, essendo andata poi deserta, avrebbe vinto a mani basse, rinnovando quegli stessi patti e condizioni, o addirittura patti e condizioni meno onerosi, del 2018.

Stranezze. Non sappiamo poi come sia andata a finire con un’ulteriore gara, quella del 16 gennaio, bandita dal Comune di Aversa. Ma questo articolo lo abbiamo scritto per far capire ai nostri lettori le modalità tortuose, spesso misteriose, apparentemente ma solo apparentemente incomprensibili che hanno segnato il rapporto tra i Comuni casertani, in questo caso tra il Comune di Aversa e il mondo delle cooperative sociali che secondo la Dda è stato fortemente infiltrato e fortemente inquinato dal clan dei casalesi;

non sapremo mai se, nella gara andata deserta, ci fosse una percezione, alla luce di quello che abbiamo letto nei provvedimenti giudiziari e del tribunale di Napoli, da parte di Capriglione di quello che sarebbe stata l’evoluzione della stessa;

non sapremo mai, forse, se Capriglione ha deciso di non presentare l’offerta, sapendo già in partenza che nessuno si sarebbe presentato;

non sapremo mai se Capriglione fosse, al riguardo, avesse un quadro preciso di queste conoscenze, proprio per effetto dell’esistenza di un cartello monopolistico di cui Capriglione faceva parte insieme a Luigi Lagravanese di Casal di Principe e insieme ai sanciprianesi Orlando Diana, Maurizio Zippo e al luscianese Gennaro Bortone.

 

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