CAMORRA, COMUNI E GARE D’APPALTO. Cara commissione, così non va: persi un milione e 400mila euro per il nuovo stadio con pista d’atletica sotto l’egida di Coni e Palazzo Chigi. Senza un perché. E quel geometra Raffaele Della Gatta…

27 Dicembre 2023 - 19:13

Non esistono, se non nelle dottrine religiose e nelle dittature, verità a priori. Per cui noi, punto per punto, atto amministrativo per atto amministrativo, vi dimostriamo che i tre commissari arrivati a Sparanise, hanno compiuto un altro madornale errore, producendo un danno per la comunità, perché l’infiltrazione è un qualcosa che va utilizzata con la razionalità di chi è in grado di dimostrare le cose in scienza e coscienza e non di farle, in quanto si sente padrone insindacabile delle stesse. Queste sono tre bravissime persone, ma si stanno dimostrando inabili e, anche, inadempienti. Sotto a questo sommario c’è un articolo lungo e faticoso, che ci piacerebbe fosse confutato con argomenti ben più solidi di quelli utilizzati nelle delibere della triade.

SPARANISE (g.g.) Non possiamo negare che certe segnalazioni stiano arrivando a questo giornale da chi, in qualche modo, ha svolto una funzione amministrativa a Sparanise negli ultimi anni, quale delegato allo Sport. Ora se ci mettiamo a filosofeggiare e a ricordare tutto quello che Casertace ha scritto, diventando un fattore determinante dello scioglimento di questo Comune, quando gli attuali commissari si occupavano di ben altro nella loro vita professionale, facciamo notte. Per cui, sul terreno della legalità, non chiacchierata, non blaterata, ma costruita con coraggio e perseveranza, non accettiamo lezioni da nessuno.

Senza scomodare le dottrine positiviste e razionaliste, se un politico ha subito un atto amministrativo molto serio, come quello dello scioglimento del proprio Comune per infiltrazioni camorristiche, un’autorità dello Stato e che lo Stato ha deputato alla tutela della legalità può sostenere che uno più uno faccia al contrario tre e non due?

Dunque, il punto è sempre lo stesso: sia detto con rispetto per le tre persone che esercitano questa delicata funzione, Maura Nicolina Perrotta, Florinda Bevilacqua e Salvatore Carli, noi più leggiamo le loro delibere, assunte con i poteri del consiglio comunale, con quelli della giunta o, come succede per i decreti e per le ordinanze, con quelli del sindaco, più leggiamo le determine dei dirigenti, evidentemente a loro volta commissariati di fatto e più riteniamo di poter essere tranquilli, sereni, nell’affermare che i tre commissari di Governo, installati a Sparanise, rappresentino l’ennesima occasione persa, da parte dello Stato, da parte della Repubblica italiana per dimostrare ai cittadini che quando lo Stato, quando la Repubblica italiana si mostrano direttamente quale struttura erogatrice di potestà, sanno dare l’esempio di buona amministrazione, di capacità e di saggezza, sanno curare cioè gli interessi dei cittadini molto di più di quanto non lo abbia saputo curare un potere locale, quand’anche democraticamente eletto.

Cerchiamo di far parlare i fatti e non le chiacchere: la questione è quella del nuovo stadio comunale di Sparanise, dotato, a lavori ultimati, tra i pochissimi in provincia di Caserta, di una pista di atletica leggera, certificata e collaudata dalla Fidal, guidata a livello regionale da Bruno Fabozzi di San Marcellino, uno che nel suo comune ci sta poco e per quel poco che ci sta, gli viene spesso il voltastomaco nel vedere come è amministrato.

Punto primo: la commissione d’accesso, motore propulsivo della procedura di scioglimento, ha incrociato o meno a suo tempo e nella sua lunga analisi degli atti amministrativi di Sparanise, i documenti relativi a questo progetto e alla procedura già in corso? Basta guardare le date, metterle insieme e la risposta non può essere che sì. La commissione d’accesso li ha incrociati de visu ed esaminati.

Punto secondo: questo progetto e la procedura, entrambi come si diceva, monitorati, verificati e digeriti dalla commissione d’accesso, compaiono o meno nella relazione prodotta da questa e, conseguentemente, compaiono nel decreto di scioglimento? No, non compaiono. E guardate, non c’è nessuno come noi che conosca quel decreto sillaba per sillaba, vocale per vocale, consonante per consonante.

Punto terzo: a che punto era l’iter della promozione di questo progetto al momento dello scioglimento, avvenuto il 16 dicembre 2022, e non il 19 ottobre 2022 come erroneamente scrivono in uno degli atti amministrativi riguardanti questa vicenda, i tre commissari prefettizi? Ve lo diciamo noi: era stata realizzata l’aggiudicazione provvisoria all’impresa Idrogestione con sede a Santa Maria Capua Vetere ed era in corso l’indagine, sempre da parte del Comune, allo scopo di verificare i requisiti antimafia, Durc, ecc. ecc. Non sappiamo chi sia l’Idrogestione, ma sappiamo che la Prefettura di Caserta ha rilasciato a questa impresa il Certificato antimafia.

Punto quarto: esisteva una dialettica istituzionale in un’attività del Coni e della Fidal con il Comune di Sparanise? Sì. Il Comune di Sparanise ha firmato un protocollo d’intesa con la Fidal, cioè con la Federazione italiana di atletica leggera, la quale si era impegnata ad assumere la gestione diretta della struttura che sarebbe diventata, dunque, federale. Il Coni ha erogato un finanziamento, anzi, un co-finanziamento di 700mila euro. Soldi che il Comitato olimpico gestisce e incanala in nome e per conto della presidenza del Consiglio dei ministri che, a sua volta, svolge una funzione di verifica sulla qualità e sulla regolarità dei vari progetti presentati, così come capitato anche con quello di Sparanise redatto dall’Ufficio tecnico.

Abbiamo scritto co-finanziamento per una questione di precisione formale, perché i 700mila euro del Coni-Presidenza del consiglio hanno rappresentato, nell’ambito del progetto “Sport e periferie”, l’esclusiva condizione per accedere ad altri 700mila euro di un mutuo a tasso zero, erogato dal Credito sportivo, costola finanziaria del Coni.

Ora, dal 19 dicembre, cioè da quando i commissari prefettizi sono diventati operativi, c’erano 6 mesi e 11 giorni per verificare ogni cosa che andava verificata e che era stata già oggetto di analisi e di controllo da parte del Coni e del Governo, per quanto riguarda la bontà della struttura progettuale, ma soprattutto da parte della commissione d’accesso per quel che riguarda, invece, la gara, bandita nel luglio 2022, cioè proprio nel clou dell’attività di controllo della commissione stessa che, essendo formata anche da carabinieri, poliziotti, finanzieri e anche da un funzionario del Provveditorato delle opere pubbliche, avrebbe potuto ben sollevare il problema di qualcosa di strano, accaduto, peraltro, a quel punto sfacciatamente, sotto al proprio naso.

Punto quinto: Cosa hanno fatto i commissari prefettizi? Fino al 30 giugno, nulla. E siccome il 30 giugno costituiva il termine per la stipula di una convenzione tra il Comune e il Coni, il finanziamento è stato perso.

Tutto quello che è successo dopo non è avvenuto in buona fede e vi spieghiamo il perché: se i tre commissari fossero stati dei buoni lavoratori e non vogliamo pensare a male (per carità), avrebbero sicuramente posseduto piena conoscenza di un dossier, quello del nuovo stadio del calcio e dell’atletica leggera, in tempo utile per poter dire tutto ciò che la propria funzione gli avrebbe consentito di dire. Ad esempio, i tre commissari avrebbero potuto affermare che i tre della commissione d’accesso erano stati dei distrattoni, o addirittura degli sprovveduti nel momento in cui avrebbero di fatto associato il proprio nulla quaestio sulla procedura di gara. Questo, al di là del giudizio di valore o di concetto sul contenuto della propria manifestazione di pensiero, la triade commissariale avrebbe potuto affermare. Questo e nulla più. Perché non crediamo che sulla qualità del progetto, Perrotta, Bevilacqua e Carli ne possano sapere più della Fidal, del Coni e della presidenza del Consiglio dei ministri.

E invece, ciò non è accaduto. Se ne sono strafregati e quando qualche parlamentare ha sollevato giustamente il problema della perdita folle di un milione e 400mila euro di finanziamento erogati dal Governo attraverso il Coni e attraverso un mutuo a tasso zero, dal Credito sportivo, con tre rate, peraltro, già pagate dal Comune, si sono svegliati improvvisamente. Compiendo, però, a nostro avviso, danni ancora peggiori di quelli compiuti da quella che dovremmo chiamare in termini composti, controllati, politically correct, inazione o indolenza, ma che, invece, ci permettiamo, intraprendendo come spesso ci capita, la strada dell'(im)politically correct, di definire inadempienza. Perché, tu commissione straordinaria, puoi anche vedere la camorra in ogni cassetto del Comune, puoi anche muoverti e agire di conseguenza, ma se non incroci, attraverso la redazione e l’approvazione concreta di atti amministrativi, di cui i cittadini possono prendere visione, l’esposizione delle tue attività preventive e repressive con i termini previsti per l’acquisizione di un finanziamento di grande valore sociale, vuol dire semplicemente che sei inadempiente, incapace di esplicitare e di svolgere il ruolo per cui vieni pagato profumatamente.

Punto sesto: cosa è successo dopo il 30 giugno? Uno spettacolino indecente. Il giorno 31 agosto hanno comunicato alla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento dello sport, la rinuncia al finanziamento. Se non è un teatrino questo… Non serviva, infatti, dato che il finanziamento, nel momento in cui il Comune di Sparanise non ha sottoscritto la convenzione con il Coni-Presidenza del consiglio dei ministri entro il 30 giugno, era già perso.

Punto settimo: cosa è successo poi? Ancora peggio: il 5 ottobre scorso, nella delibera che i tre commissari approvano con i poteri della giunta comunale, scrivono, in sostanza, che avrebbero “riscontrato nella procedura di gara molteplici anomalie e svariate criticità, anche in riferimento al mancato avvio delle procedure di esproprio”. Scusate, ma quanti giorni a settimana andate al Comune di Sparanise? Quante ore vi trascorrete realmente? Molto poche, evidentemente, perché una media applicazione nel proprio lavoro non può non far saltare agli occhi la delibera, precisamente la n.37 con la quale il Consiglio comunale, il 3 novembre 2022, cioè un mese e mezzo prima dello scioglimento e completando la procedura definita con l’aggiudicazione provvisoria fatta, 4 mesi prima, cioè nel luglio 2022, sotto gli occhi, ripetiamo, della commissione d’accesso sanciva la “dichiarazione di pubblica utilità e di avvio del procedimento di apposizione preordinata all’esproprio”.

Punto ottavo: noi riteniamo che queste affermazioni siano delle castronerie perché ci rifacciamo ai documenti ufficiali dello scioglimento che non fanno alcun riferimento, lo ripetiamo per l’ennesima volta, a questa procedura di gara, nonostante la stessa sia stata evasa, con l’aggiudicazione provvisoria, nei giorni in cui gli uffici del Comune di Sparanise erano popolati da ufficiali dei carabinieri, della finanza, da dirigenti di polizia di Stato, da vice prefetti e da un dirigente del Provveditorato delle opere pubbliche. Però, mettiamo pure che tutti questi siano dei fessi, che se la sono fatta fare sotto al naso. E diamo per assodato che i commissari di Governo, in base alla loro potestà universale, possano permettersi ogni tipo di decisione. Ma quello che non potevano fare, quello che non potevano, a nostro avviso permettersi – ed ecco l’inadempienza -, era arrivare al 5 ottobre 2023 per esprimere il loro pensiero e per incaricare, allo scopo di ricandidarsi, in maniera piuttosto patetica e risibile, per il nuovo bando di Sport e periferie 2023 con un progetto preliminare fotocopia rispetto al primo se non per il fatto che prevedeva una cifra di indennizzo maggiore a favore dei proprietari di quel terreno, il geometra Raffaele Della Gatta, questo sì ospite d’onore o di disonore del decreto di scioglimento del Comune di Sparanise, in quanto considerato un intimo della famiglia del boss Papa e un intimissimo dell’allora vicesindaco Vitaliano Ferrara che se l’è portato addirittura, con il placet di Mr. Giovanni Zannini, al Consorzio Idrico di Caserta. Insomma, una vera e propria beffa, una sorta di contrappasso dantesco.

Non sappiamo quanto conterà, a metà giugno del 2024, l’autocertificazione dei tre commissari alla scadenza dell’anno e mezzo di gestione prefettizia e governativa del Comune di Sparanise, nella decisione di portare il periodo al limite massimo di 24 mesi, cioè fino al 16 dicembre 2024. Per quanto lavorano, per quanto rendono, ma, soprattutto, per quel che scrivono con grande leggerezza, utilizzando a ogni piè sospinto, l’articolo 145 del Tuel (CLIKKA E LEGGI), anche quando non c’azzecca nulla, diranno sicuramente che occorreranno altri 6 mesi. Naturalmente, la Prefettura di Caserta li confermerà, dato che se ne sbatterà, in quanto se ne sbatterà anche di questo nostro articolo, così come se n’è sbattuta di tanti altri, nonostante fossero sempre costellati da citazioni e da evidenze documentali difficilmente confutabili. Se ne sbatterà, perché la Prefettura è un potere supremo, inappellabile, indiscutibile, inscalfibile, insindacabile.

Però, noi continueremo a produrre, quando lo riterremo necessario, il nostro punto di vista.