CAMORRA, CORRUZIONE E TRICOLORE UMILIATO. Il plesso scolastico Giacomo Leopardi che il sindaco Pirozzi “si vendette” promettendo di aggiustare la gara, ora è “schifato” anche dall’Asl

5 Maggio 2024 - 11:30

Proponiamo il link di un altro articolo che dimostrava inconfutabilmente che la cittadina caudina è amministrata da gente disonesta. Le promesse ai fratelli Corvino, il furbo Ubaldo Caprio che vince sempre e il ruolo dell’allora ingegnere capo Valentino Ferrara: CLICCA QUI

S.MARIA A VICO – Ricordate la vicenda del plesso scolastico Giacomo Leopardi, una delle istituzioni più antiche e identitarie di S.Maria a Vico, impiantata in piazza Roma?

Era uno degli argomenti da noi trattati per dimostrare inconfutabilmente attraverso la pubblicazione e il commento testuale di intercettazioni frutto dell’attività inquirente della Dda di Napoli e della Guardia di Finanza della Compagnia di Marcianise, che il sindaco di S.Maria a Vico Andrea Pirozzi manifestava, con parole chiare, la sua intenzione di truccare gare di appalto per assegnarle a ditte amiche che, magari, poi ripagavano la sua causa politica, amministrativa e personale in altro modo.

Oggi possiamo dire che al disastro morale di quelle intercettazioni, al disastro morale di uno Stato che attraverso la sua Prefettura dribbla ed elude l’evidenza e permette ancora ad Andrea Pirozzi di indossare una fascia tricolore, si affianca anche il disastro materiale di un immobile che rischia seriamente di diventare un rudere.

Quella gara da quasi 3 milioni di euro Pirozzi l’aveva promesso ai fratelli Corvino.

Poi si inserì il “solito” Ubaldo Caprio e, grazie alla buona mano dell’allora responsabile dei Lavori Pubblici Valentino Ferrara, soffiò la preda ai Corvino, i quali, furiosi, si mossero con il Tar e in tutti i modi per bloccare l’aggiudicazione definitiva.

E così avvenne. Ai Corvino il sindaco promise una sorta di appalto riparatorio, ossia i lavori lungo la Statale Appia, e anche in questo caso l’aggiudicazione arrise a Ubaldo Caprio.

Subito dopo, ad appalto per la riqualificazione del plesso scolastico revocato e a finanziamento irrimediabilmente perso, l’amministrazione comunale si rivolge all’Asl, individuando quell’immobile come luogo del cosiddetto ospedale di prossimità, di punto sanitario.

Lo apprendiamo sempre dalle intercettazioni, quando comicamente Pirozzi promette ai Corvino anche questo lavoro, guadagnandosi in cambio un “vaffa” o quasi nel momento in cui i due fratelli, perculati in tutti i modi, gli ricordano che la centrale appaltante non è più il Comune di S.Maria a Vico, ma l’Asl di Caserta.

Ultimamente si è saputo che anche l’Asl sta battendo in ritirata, in quanto, dopo aver fatto la gara, aggiudicata ad aziende della galassia Pezzella, delle cui problematiche i nostri lettori sono ampiamente eruditi, sarebbero stati riscontrati problemi statici che impedirebbero i lavori.

Conclusione: il declino e la probabile fine di uno dei palazzi più cari alla storia di Santa Maria a Vico, preda dell’oltraggio e dei bassi istinti del’uomo, diventa di per sé il simbolo di una comunità che ritiene di vivere, ma è morta da tempo, da quando ha affidato i propri destini alla gente che, ancora oggi, a nostro avviso indecorosamente, lo amministra.