CAMORRA&MONNEZZA DI CASERTA. Carlo Marino indagato ma non arrestato per la gara truccata da 116 milioni. Sotto inchiesta anche Pasqualino Vitale e Pippo D’Auria

21 Dicembre 2021 - 16:52

Stamattina avevamo già commentato l’arresto di Marcello Iovino. Ora cerchiamo di spiegare attraverso l’ordinanza i motivi dell’applicazione o della non applicazione delle misure cautelari. I reati sono diversi, partiamo dalla turbativa d’asta che essendo stata contestata ai sensi dell’articolo 353 bis del Codice Penale riguarda la fase di elaborazione del bando e non quella esecutiva degli atti di gara. In pratica, il “vestito su misura”.

 

 

CASERTA (g.g.) Ci rendiamo conto di essere andati, stamattina, con il nostro commento (clikka e leggi) molto al di là della comprensione, comunque necessaria, del fatto di cronaca giudiziaria più importante della giornata. Avendo scritto, infatti, per anni e anni, su questa vicenda, essendo stati noi ad aver scoperto l’abnormità della gara d’appalto da 116 milioni di euro in 7 anni bandita dal Comune di Caserta ad uso e consumo – perché noi lo scrivemmo subito che quello era un vestito fatto su misura – di Carlo Savoia e di Energeticambiente, ci siamo rivolti sostanzialmente ai nostri lettori più fedeli i quali non avevano bisogno certo che raccontassimo loro le puntate precedenti, dopo aver regalato tante nostre energie a questo tema, a partire dalle 12 puntate dell’inchiesta giornalistica che dedicammo proprio alla galassia monnezzara che portava diritti in Liguria riviera di Ponente, sede di Energeticambiente, e su queste tracce in molti punti d’Italia, fino alla Sicilia dove le ambizioni di questi imprenditori trovarono riscontro in aziende non estranee al mondo di Marcello

Dell’Utri oggi in esecuzione di pena per una condanna definitiva per mafia, al tempo pezzo da novanta di Foza Italia così come lo era Claudio Scajola nella cui zona d’influenza, Imperia, Albenga, Alassio, Sanremo, l’azienda dei fratelli Pizzimbone era cresciuta e si era consolidata.

Quindi, oggi pomeriggio facciamo un attimo un passo indietro, dedicandoci maggiormente all’aspetto cronistico. Come stamattina abbiamo dialogato con i nostri lettori storici, ora ci rivolgiamo soprattutto a quelli che non conoscono quel nostro lavoro che magari vi riproporremo in allegato ai nuovi articoli a partire da stasera e per tutte le feste di fine e di inizio anno.

Andiamo con ordine sulle cose più vive e che suscitano maggiore interesse. Sull’appalto, secondo i magistrati della Dda, ampiamente truccato, risultano indagati com’era d’altronde arcinoto da due anni a questa parte, Marcello Iovino, al tempo di dirigente del settore Ecologia e Ambiente del Comune di Caserta, oggi in pensione; Pasquale Vitale, che se esistesse in Italia l’ordine nazionale dei faccendieri lui sarebbe il presidente naturale. E ancora, Carlo Savoia, patron dell’intera operazione Energeticambiente, Gennaro Cardone, che come raccontammo a suo tempo era lo specialista della braciola, della turbativa d’asta, del bando pezzottato dal suo computer localizzato in uno dei grattacieli del centro direzionale di Napoli dove Carlo Savoia aveva la propria sede. Allo stesso staff appartenevano Anna Scognamiglio e Ernesto Scamardella. Ultimo indagato per la turbativa d’asta è il sindaco di Caserta di allora e di oggi Carlo Marino. Di questi sei indagati, due casertani sono stati arrestati: Carlo Savoia, nato, cresciuto e pasciuto in quel di Sant’Arpino, Marcello Iovino. Ugualmente in carcere sono finiti Scamardella e Cardone. Dunque, l’unico a rimanere a piede libero è il sindaco di Caserta Carlo Marino.

Attenzione, però, siccome da sei anni a questa parte il nostro sesso lo facciamo con le ordinanze e con gli atti giudiziari, abbiamo la sensazione che poi andremo a verificare con la lettura più approfondita dell’ordinanza, che i provvedimenti cautelari non sono scattati per questo reato, ma per altri. Si dovrà capire se il pubblico ministero aveva al riguardo, chiesto l’applicazione di un provvedimento di limitazione della libertà personale anche a carico di Carlo Marino. Se non è così Carlo Savoia e Iovino non sono stati arrestati per la turbativa d’asta, altrimenti non si capirebbe per quale motivo il gip, in caso di richiesta del pm, o lo stesso pm in caso di una sua non richiesta ai danni di Marino, abbiano distinto, pur contestandogli lo stesso reato nello stesso contesto, la posizione di Marino da quella degli altri indagati. E che probabilmente le misure cautelari siano scattate per altri capi di imputazione provvisorie potrebbe essere dimostrato dal fatto che dall’elenco degli indagati per la gara truccata manca il prode Giuseppe D’Auria che noi di Casertace un po’ scherzosamente abbiamo sempre definito Pippo D’Auria show, che Carlo Marino – ci scusiamo se ci autocitiamo ogni due secondi, ma che cazzo dobbiamo fare se l’abbiamo scritto solo noi -, dopo la tempesta giudiziaria provocata dalle pesanti perquisizioni eseguite due anni fa su ordine della Dda, nominò, leggete bene, responsabile dell’anticorruzione nell’ambito dell’ufficio di riferimento. Detto con franchezza, visto che quell’articolo non è stato mai smentito, Pippo D’Auria fu promosso come livello professionale con conseguente ritocco del suo stipendio, manco a dirlo a due o tre mesi di distanza da quella mattinata in cui, per motivi logici, tutto lasciava presagire che la carriera politica di Carlo Marino avrebbe subito uno stop, una sospensione, al contrario, invece di ciò che è capitato, fino alla stretta di mano post gimme five con il criminale conclamato Raffaele Catone durante i recenti festeggiamenti per la vittoria elettorale di cui ha potuto tranquillamente godere perché di questi tempi la magistratura si dimostra molto più sensibile rispetto al passato nel calibrare anche i momenti in cui esplicitare i suoi atti più delicati, come questo di cui parliamo, arrivano solo 2 mesi dopo le elezioni comunali rispetto a un fascicolo d’indagine aperto più di tre anni fa.

Ovviamente, scalpitiamo su questa storia, la quale ci appartiene più di tante altre storie di cui questo giornale è stato protagonista. Per cui le 80 pagine dell’ordinanza le dovete leggere su Casertace dato che saranno condite da retroscena, spigolature, considerazioni dettate da una conoscenza dei fatti narrati non certo inferiore (tutt’altro) rispetto a quella in dotazione alla stesa magistratura.