CAPUA. Sindaco Villani la pianti di fare il pallone gonfiato: perché il consigliere Di Rauso si dovrebbe vergognare? Per aver espresso critiche costruttive e concettualmente ineccepibili sulla vicenda dell’immigrato che gira nudo in città e fa il bagno nella fontana?

5 Agosto 2025 - 19:29

L’articolo e le argomentazioni che contiene ve lo leggete, se vi va. In questo sommario vi segnaliamo solo che in calce a questo nostro “pezzo” pubblichiamo la nota di Pietro Di Rauso, poi il commento laconico, ignorante e sprezzante di Villani e infine le argomentazioni, a dir poco lacunose espresse dal primo cittadino per giustificare la sua inazione sulla vicenda di questo povero Cristo

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CAPUA (g.g.) Non si capisce per quale motivo il consigliere comunale di minoranza Pietro di Rauso dovrebbe vergognarsi per quello che ha scritto, con toni pacati e correttissimi sulla vicenda del povero immigrato che da qualche settimana gira nudo per Capua, si immerge nelle fontane e importuna anche i passanti.

Noi abbiamo letto la nota di Di Rauso così come ogni persona di buon senso dovrebbe fare ossia provando ad assorbire il punto di vista che contiene

Il sindaco Villani, evidentemente, non è una persona di buon senso. A questo punto avendolo visto all’opera da sindaco in questi tre anni, nei tre anni in cui ha ricoperto la prima carica della città, cominciamo a dubitare che persona di buon senso Adolfo Villani non sia mai stata. Nessuno se n’ è accorto solo perché le cariche che ha interpretato lo hanno tenuto sempre un po’ lontano da una percezione quotidiana sul suo operato e sulla manifestazione del proprio pensiero. Ciò è successo quando è stato consigliere regionale e quando ha guidato da segretario provinciale il partito dei democratici di sinistra. Di Rauso, la cui nota pubblichiamo in calce a questo articolo, ha posto solo una questione considerandola cogente e indifferibile: bisogna dare una mano a questo diseredato perché le sue condizioni di salute possano migliorare e, contestualmente, bisogna evitare che quei comportamenti a dir poco bizzarri possano creare turbamento della quiete pubblica con la conseguenza di creare anche un rischio latente di intaccare l’ordine pubblico.

Per il resto Di Rauso non ha invocato solamente l’adozione dello strumento del Trattamento Sanitario obbligatorio (TSO) come unica strada potenzialmente percorribile. Ha dimostrato, dunque, il consigliere comunale di opposizione di conoscere bene i fondamenti del nostro ordinamento istituzionale e giuridico, ha dimostrato di conoscere bene l’ultima parte dell’articolo 32 della Costituzione il quale recita che nessun cittadino può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Esiste quindi una possibile deroga ad un principio generale che investe la materia delicatissima e fondamentale del rispetto della persona umana e dei suoi diritti. Questa deroga deve essere contenuta nelle disposizioni di legge che, ovviamente, devono collegarsi armonicamente al principio enunciato dalla Costituzione

Il sindaco, come nota giustamente Di Rauso, non ha solamente a disposizione lo strumento del TSO, che può attivare in quanto massima autorità sanitaria del proprio Comune, ma che non può adottare in maniera totalmente discrezionale dovendo lo stesso provvedimento scaturire da una certificazione di almeno un medico che opera all’interno di un’autorità pubblica ossia all’interno dell’Asl. Villani, infatti, risolve spicciativamente, sommariamente, banalmente la questione facendo capire che l’Asl non avrebbe dato nessun parere positivo anche di fronte alla richiesta di una UVI che sta per unità di valutazione integrata. Questo in pratica, sempre secondo quello che si deduce dallo scritto di Villani che pubblichiamo sotto alla nota di Di Rauso, gli impedirebbe di firmare un provvedimento di TSO

Noi ci auguriamo che i problemi causati da questo immigrato siano stati risolti in maniera serena nel rispetto della sua persona e della sua dignità e che l’uomo sia stato convinto a sottoporsi a cure specifiche. Ma se la vicenda dovesse ripetersi, se dovesse di nuovo capitare che il povero Cristo vaghi per la città al naturale, come mamma lo ha fatto, se dovesse capitare a cittadini capuani che passeggiano di essere molestati, se dovesse capitare che il soggetto in questione scambi la fontana di Piazza Medaglie D’oro per la piscina di Ditellandia allora Villani dovrà andare al di la e tutto sommato Di Rauso formula delle proposte non certo campate in aria ma che vanno a impegnare potestà, poteri che appartengono ad ogni sindaco sollecitare l’intervento delle forze dell’ordine, rendere edotti il prefetto e il questore su questa particolarissima situazione creatasi in città. Infine Di Rauso dice una cosa molto importante che Villani, da sindaco e professorino così come si è sempre atteggiato nella sua vita, dovrebbe conoscere a memoria: il Tuel che è la bibbia dell’amministratore pubblico, dell’amministratore degli enti locali

Giustamente Di Rauso osserva che un sindaco, può, se ritine che ne ricorrano le condizioni baipassare l’obbligo della relazione di consultazione e di ricezione di parere da parte dell’autorità sanitaria insediata all’Asl. Non glielo consente una leggina remota e sconosciuta, ma, benedetto sindaco, l’articolo 54 del decreto legislativo numero 267 dell’1 agosto 2000 meglio noto come Testo unico per gli enti locali, insomma il Tuel già citato che coì recita ai suoi commi 1 e 2 :

1. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende:

a) all’emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica;

b) allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria;

c) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto.

2. Il sindaco, nell’esercizio delle funzioni di cui al comma 1, concorre ad assicurare anche la cooperazione della polizia locale con le Forze di polizia statali, nell’ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell’interno – Autorità nazionale di pubblica sicurezza.”

Attenzione, altra cosa che scrive Di Rauso sulle possibilità di un intervento civile, costituzionale, pacifico, per affrontare il problema di questo immigrato nel suo interesse e nell’interesse dei cittadini è quello di un intervento dei servizi sociale

Embeh campa cavallo questi sono comandati dall’ormai pupilla di Villani, l’inseparabile vice sindaca Marisa Giacobone,  in Buglione Zenga, che oltre ad essere la “seconda cittadina”, di Capua, è l’assessora comunale ai servizi sociali nonché presidente del neo costituito consorzio intercomunale che ha sostituito il vecchio Ambito. Presidente di un consorzio che sta già sfiorando la pratica criminale, negando ai cittadini la possibilità di consultare gli atti amministrativi che produce, in una condizione a cui CasertaCe ha tutta l’intenzione di non dare tregua se questo andazzo dovesse continuare

E figuriamoci se la Giacobone in Buglione e Zenga concentrata sul suo bar rutilante e tecnicamente abusivo nella sua parte esterna, come abbiamo più volte scritto e dimostrato, può pensare a questo povero Cristo tanto a lei le spalle gliele copre Adolfo Villani che per motivi ancora incomprensibili, ma a questo punto, stando così la situazione, si è autorizzati a pensare di tutto e di più, la tiene in un palmo di mano, intoccabile e inattaccabile. Ora, che cosa ha detto di male il consigliere Di Rauso per essere ripagato da uno sprezzante quanto stupido, ignorante, cafonissimo commento laconico del primo cittadino per il quale il consigliere di minoranza “dovrebbe vergognarsi”?

Il problema è che Villani ha vissuto esistenza in cui è riuscito a produrre delle abilità, che gli vanno sicuramente riconosciute che nulla hanno a che vedere con la preparazione, con la competenza, col carisma di un uomo e di un politico che conosce, che sa, che studia e ogni giorno ha curato ed alimentato il proprio bagaglio di cognizioni. Per noi, Adolfo Villani, fino ai primi mesi della sua sindacatura quando abbiamo potuto conoscerlo da vicino è stato, come si suol dire, un quadro di lontananza, uno che non sa rispondere che non sa rispondere, non sa opporre uno straccio di argomento di contenuto a ciò che dice un consigliere comunale che come tale, pur appartenendo all’opposizione, andrebbe ripagato sempre da un impegno, da uno sforzo in cui la replica motivata diventa, per un sindaco un atto di ossequio, non a Di Rauso in sé per sé ma all’istituzione che Di Rauso rappresenta. Quel consiglio comunale che possiede sovranità che discende direttamente da atti democratici espressi dal popolo sovrano

Alla fine di tutto questo ragionamento, secondo voi, lettori capuani, lo possiamo affermare noi che, ripetiamo, alla luce di tutte le nostre argomentazioni, debba essere Adolfo Villani e non Pietro Di Rauso a vergognarsi?