CASERTA AL BALLOTTAGGIO. Beh, siamo tutti più contenti. Il sindaco di Casapesenna scende in campo e dice che bisogna votare Carlo Marino. Ma a chi lo dice?

7 Ottobre 2021 - 13:08

A pochi sarà sfuggito, tra i nostri racconti degli ultimi due anni, la vera e propria migrazione di imprese edili provenienti dall’agro aversano e da Casapesenna in particolare. Per cui, se Marcello De Rosa non può fare i voti direttamente, sicuramente può tenere belli caldi e motivati gli imprenditori della sua area

 

 

CASERTA – Va riconosciuto che nell’endorsement che il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa è contenuta una evidente dose di sincerità e coerenza.

De Rosa, da sindaco di Casapesenna, da fratello del dirigente Raffaele De Rosa del Comune di Teverola, da legittimo amico di alcune delle imprese che sono arrivate a Caserta nell’ultimo anno e mezzo da Casapesenna e dai Comuni del circondario, aggiudicandosi appalti e acquisendo affidamenti diretti per una somma complessiva altissima, probabilmente ben superiore ai 10, forse 12 milioni di euro, non può non comunicare ai suoi conoscenti che domenica 17 ottobre e lunedì 18 ottobre bisognerà votare Carlo Marino.

Non è che Marcello De Rosa abbia tante conoscenze nel Comune di Caserta da condizionare il consenso. Però il punto non è questo.

Se De Rosa, infatti, non può portare il fac-simile di Marino a più di 10 o 15 persone, può chiedere ai suoi amici imprenditori di operare un ulteriore sforzo a favore di un uomo politico sotto al quale, ripetiamo sotto al quale e non grazie al quale (fino a prova contraria), questi imprenditori di Casapesenna, di Casal di Principe, insomma tutta questa onoratissima società, sono tornati a gestire in grande stile gli appalti della città capoluogo, rinverdendo i fasti di un tempo, o meglio sarebbe dire progredendo rispetto ad una condizione che negli anni ’90 e nei primi 2000 vide l’economia dell’agro aversano conquistare, avvassallare, infeudare la città di Caserta con tanti e cospicui investimenti iniettati nel settore del commercio, al punto che in quel tempo il clan dei Casalesi (come ha dimostrato anche qualche matrimonio) si pappava il settore dell’abbigliamento, delle grandi firme, degli accessori del lusso, mentre i più rustici marcianisani, copyright clan Belforte, facevano incetta di bar e ristoranti, come tutti quelli che hanno vissuto quei tempi o che li hanno studiati con il metodo dello storico, sanno benissimo.