CASERTA. E vai col tango! Anche la Giunta comunale è illegale per la quota femminile. Tutti le delibere dalle dimissioni della Corvino in poi sono, secondo noi, illegittimi o illegali

2 Gennaio 2020 - 21:43

CASERTA (g.g.) – Dal 2014 è diventata una legge finalmente tassativa: nelle giunte comunali, come del resto negli organi esecutivi, di altri enti locali, i due generi cioè quello costituito dagli uomini e quello costituito dalle donne, non possono essere presenti in misure inferiore al 40%. Va da se che la giunta comunale, la quale non rispetta la quota prevista dalla legge 56, prevista dall’art. 1, comma 137 del 2014, che a guardarla con tutti questi commi in un solo articolo deve trattarsi proprio di una finanziaria, chiusa con il classico maxi emendamento, ad articolo 1 unico e a centinaia di commi, non è legalmente costituita. E di conseguenza ogni suo atto, ogni sua delibera non è legale. Ora, noi non sappiamo quante volte si sia riunita la giunta comunale di Caserta dal momento in cui Mirella Corvino e poi, in un periodo leggermente posteriore, Tiziana Petrillo si sono dimesse dopo che i due consiglieri di riferimento di quest’ultima cioè Megna e Peluso hanno deciso di astenersi nel voto sui bilanci, ma a nostro avviso se ci sono stati atti, questi sono impugnabili.

Mo’, che Carlo Marino, Franco Biondi, Mimmo Guida, Tenga, Di Lella possano preoccuparsi che al Comune di Caserta vengano compiuto atti quantomeno illegittimi, è a dir poco velleitario, dato che nelle stanze di Palazzo Castropignano, della Caserma Sacchi e delle altre pertinenze municipali, vige la legge della giungla.

Anche stavolta se ne strafotteranno, confidando nella impunità e nell’incapacità dei cittadini e dei consiglieri comunale di opposizione, di far valere le ragioni del diritto.

Dunque, quando c’erano sia la Petrillo che la Corvino, la giunta contava su nove componenti: 5 maschi e 4 donne. In pratica il genere femminile era rappresentato in una percentuale del 44.44%. Con le dimissioni di Mirella Corvino delegittimata in ogni modo dal sindaco Carlo Marino che ha aspettato la sua partenza per la Germania, in visita alla figlia, per colpirla alle spalle, modificando il piano di ridimensionamento scolastico, i numeri, naturalmente, sono cambiati dato che la postazione lasciato dall’assessora non è stata riattribuita, ma solo promessa ad una mezza dozzina di consiglieri comunali allo scopo di convincerli a votare il bilancio e a salvare le poltrone del sindaco e di Franco Biondi. Si è passati dal 44,44% ad un 37,5% . Dunque, già al momento delle dimissioni di Mirella Corvino la giunta comunale di Caserta doveva essere bloccata, neutralizzata fino al momento della ricostituzione della quota minima del 40% di rappresentanza femminile, venuta meno dopo l’addio della titolare della delega della pubblica istruzione.

All’indomani delle dimissioni di Tiziana Petrillo, la quota femminile è precipitata al 28,5% cioè 11 punti e mezzo in meno del limite minimo previsto dalla legge.

Oggi, dunque, la giunta comunale di Caserta è fuorilegge e, ripetiamo, a nostro avviso, tutte le delibere approvate dopo le dimissioni della Corvino che hanno già portata la quota di rappresentanza sotto il 40% sono illegittime, se non addirittura illegali.

 

Qui sotto il testo integrale dell’articolo l’art. 1, comma 137, della legge n. 56/2014:

“Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”, costituisce un ineludibile parametro di legittimità delle nomine”.