CASERTA. L’Imu scade il 16 dicembre. Scommettiamo che milioni di euro finiranno sul conto corrente della Publiservizi e non su quello del Comune?

13 Dicembre 2020 - 13:21

Ci siamo accorti che l’amministrazione ha scoperto, a 3 anni dalla sua entrata in vigore, che esiste una norma sistematicamente disapplicata ancora oggi

 

 

CASERTA – La domanda sorge spontanea e siccome è domenica, non possiamo stare lì troppo a tergiversare, rinviandovi, per una trattazione più analitica, agli articoli (molti) che continueremo a scrivere da domani in poi, partendo dai contenuti, a dir poco inquietanti (CLICCA QUI) del capitolato speciale e del disciplinare di gara per l’affidamento dei servizi di riscossione per una durata di ben 7 anni, in pratica un vitalizio.
Una questione sola, dunque: mercoledì 16 dicembre scade il termine per il pagamento dell’Imu, un’imposta divenuta molto più grande e importante da quando ha inglobato una tassa sulla casa restata in auge per diversi anni, cioè la Tasi.

Sul flusso del gettito dal cittadino di Caserta allo Stato e poi dallo Stato rimesso in parte al Comune di Caserta, abbiamo già detto quando abbiamo sottolineato l’incredibile divergenza esistente tra il capitolato e il disciplinare su uno dei temi fondamentali che Casertace denuncia da anni: la corresponsione dell’aggio, scandalosamente alto, alla Publiservizi, relativamente alla riscossione volontaria.

Leggendo questa parte del disciplinare, apprendiamo che, nonostante questa norma esista dal 2017, come Casertace ha denunciato fino a far ei calli ai polpastrelli, solo oggi il Comune di Caserta, che definire succube degli interessi di Publiservizi è poco, si ricorda di scrivere che il gettito delle imposte e delle tasse dovrà essere versato sul conto corrente del Comune e non su quello della concessionaria, che poi, a sua volta, se le andrà e quando le andrà, spedirà i soldi al Comune.

E allora, ci chiediamo: ma per questa Imu del 16 dicembre, lo Stato dove spedirà le rimesse che il Comune di Caserta dovrà utilizzare, o meglio dovrebbe, per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini?

Sul conto corrente del Comune o su quello della Publiservizi, che ad oggi, a quanto ci risulta, ha continuato, a nostro avviso in violazione di quella norma esistente sin dal 2017 e che il Comune capoluogo scopre solo ora in vista del prossimo affidamento, a trattenere soldi in maniera impropria grazie all’accondiscendenza degli uffici comunali, dove storicamente la Publiservizi, sin dai tempi in cui si chiamava Teleservizi, ha chiamato terreno fertilissimo, disponibilità assoluta?

Un dato di fatto, quest’ultimo, che potremo eventualmente dimostrare in questa sede, ma anche in altre.

E siccome per noi e per tanti altri questo è un dato di fatto, ci spiegano, alla Publiservizi, per quale motivo è peccato addirittura diffamatorio porsi degli interrogativi scorrendo l’elenco di tutte le persone assunte in quegli uffici e che immancabilmente sono figli, parenti e affini di politici casertani?