CASERTA. L’inaccessibilità alle notizie che contano dell’albo pretorio protegge le illegalità dell’amministrazione Marino. ECCO COME

26 Novembre 2021 - 15:40

Sarebbe a dir poco opportuno fare una battaglia per l’Albo Pretorio digitale, ma figuriamoci se una città che ha fatto spallucce e ha considerato una cosa normale quella fraterna e lunga stretta di mano tra il sindaco appena confermato e un noto criminale della città, sta lì a considerare la trasparenza un fatto interessante per l’esistenza del ruolo di cittadinanza. Molti atti amministrativi resi invisibili, non ne parliamo poi degli allegati. Ma tant’è

 

L’ordine

del giorno del consiglio comunale di lunedì, primo della nuova consiliatura

Caserta (pasman) – Lunedì si è tenuta la prima seduta del nuovo consiglio comunale, tutta incentrata – va da sé – sulle questioni formali e procedurali interne all’organismo. Il momento della presentazione della giunta è stato quello a più alto gradiente politico, ma ovviamente i giochi erano già fatti.

Invece, per il merito degli enormi problemi che incombono sulla città bisognerà ancora attendere.

Ma c’è un tema essenziale a cui l’assise cittadina, crediamo, debba mettere immediatamente mano, dalla minoranza in primo luogo alla maggioranza bene intenzionata, ed ossia quello dell’Albo Pretorio digitale, allo scopo di sanare quel vulnus alla trasparenza degli atti comunali da tempo e da più parti denunciato. Esso, accessibile dal portale web del comune, dovrebbe garantire – almeno negli intenti della legge che a suo tempo lo istituì in tutti gli enti pubblici – la consultabilità agevole, piena ed integrale di tutti gli atti di amministrazione e di gestione degli uffici municipali.

Al contrario, a Caserta gli atti comunali sono di difficile reperimento anche attraverso tale canale, che dovrebbe facilitarne la ricerca e l’esame, a meno che non ci si voglia impelagare nella lunga e non semplice procedura dell’accesso documentale diretto (ossia con la richiesta della copia cartacea), irta di ritardi, sofisticherie interpretative mirate ad escludere la relativa facoltà, oltre ad essere anche onerosa.

Spesso le indicizzazioni degli atti in pubblicazione o già pubblicati risultano parziali o carenti. Non poche volte i provvedimenti, anche quelli di maggiore rilevanza, non si rinvengono, comunque li si cerchi. Non ne parliamo degli allegati, i quali costituiscono quasi sempre la parte preponderante dei provvedimenti amministrativi. Nel deliberato di base che viene pubblicato ci si limita a dare atto che tutto l’incartamento collegato risulta depositato in ufficio e tanto basta.

Rispetto a tale prassi deteriore noi, forse commettendo peccato, siamo propensi a pensare male. La sua filosofia di fondo ci pare che sia quella che meno persone mettono gli occhi nelle carte e meglio è. Ma ci induce a quella che riconosciamo essere una malevolenza ciò a cui abbiamo assistito nella consiliatura appena conclusasi. L’opposizione, che già non brillava per iniziative significative, è stata ridotta all’irrilevanza più assoluta con la tecnica di differire, in violazione di ogni norma deontologica e regolamentare, nella latitanza degli organi di vigilanza e controllo – dal segretario comunale, al presidente del consiglio, alla prefettura e chissà se anche della magistratura – alle classiche calende greche le interrogazioni dei consiglieri comunali, nella maggior parte dei casi prodotte dal gruppo consiliare Speranza per Caserta, che  per paradosso in queste votazioni è stata ripagata con un minor risultato elettorale. Clamorosa è stata l’interrogazione connessa alla sentita petizione popolare (sottoscritta da 2.580 casertani, non bruscolini) per il Macrico verde, discussa quasi due anni dopo la sua presentazione.

Come sempre, poiché non ci piace parlare in termini astratti, citiamo un caso concreto recentissimo di quanto diciamo, così che tutti possano rendersi conto.

L’immagine dall’alto di case addossate l’una all’altra non si riferisce ad una caotica Calcutta, come si potrebbe immaginare, ma a via San Carlo. Il verde che si distingue è del palazzo al civico 31. E’ destinato ad essere soppresso come già di molti dei giardini della storica strada?

Edificio ed impalcature al civico 31 di via San Carlo dei quali parliamo nell’articolo

Un’ordinanza indiretta, quella della polizia municipale n. 366 del 9 novembre, che ordina la necessaria chiusura del traffico locale, mette a conoscenza che in via San Carlo, al civico 31, si procederà all’abbattimento di quello stabile. Poiché siamo in zona storica tutelata e sapendo quello che è stato fatto di architettonicamente abnorme per noi nel resto del centro antico e nella stessa strada, prima con il parcheggio interrato di genesi camorristica, poi con il recente e lunare centro balneare, ci siamo subito chiesti che cosa si stia combinando.

Ecco lì che abbiamo consultato l’albo pretorio, senza trovare nulla di nulla. Il permesso a costruire n.12/2019 che sarebbe stato rilasciato per un intervento così radicale non viene fuori, comunque lo si cerchi. Ma niente di nuovo, poiché, come accennavamo, ci è già capitato ben altre volte.

Né i ponteggi edili già allestiti aiutano, in quanto, andando a dare un’occhiata, non vi abbiamo rinvenuto il prescritto cartello di cantiere, che deve indicare tipo di intervento, titolo a costruire, committenza e responsabili tecnici dei lavori, cartelli  che a Caserta in genere compaiono, se compaiono, con tutta calma.

Abbiamo forte il sospetto che si innalzi un nuovo palazzo, come in via S. Antida, in via Tanucci o in via Leonetti, di quella nonarchitettura a cui  è stata piegata Caserta, che non risponde a nessun canone, a nessuna tradizione, a nessuna estetica, ma tutta speculativa, e che stravolge definitivamente l’impianto della città.

Il sindaco Marino da un lato predica una Caserta città turistica, dall’altro razzola, facendola diventare un’ accozzaglia di cemento che chissà quali turisti dovrebbe richiamare.

Questi i fatti e chi vuole intendere, intenda !

 

Nella foto di aggiornamento, i lavori in corso a via San Carlo, al n.100, in quello che ne  era il giardino, per la realizzazione di un centro balneare

 

Due schermate dell’inutile ricerca del permesso a costruire di cui parliamo nell’articolo