CASERTA. Nuova iniziativa contro il contestato abbattimento dei lecci alla Reggia

30 Settembre 2024 - 19:42

CASERTA (p.m.) – Le numerose associazioni culturali ed ambientaliste casertane contrarie all’abbattimento ed alla conseguente  sostituzione  dei 750 lecci della via dell’acqua della Reggia, dati per irrimediabilmente ammalti, non demordono dalla loro posizione.

Sulla vicenda, per vero, il direttore del museo vanvitelliano, nel suo stile formalmente intelocutorio ma sostanzialmente solipsistico, ha cercato nel tempo un compromesso con quanti sono stati dubbiosi di tale suo progetto tanto radicale. Ha riunito i soggetti in causa e si è avvalsa di pareri tecnici, anche ministerali. Ma ha finito per minimizzare ed oscurare le obiezioni, per quanto rilevanti, e per valorizzare oltremodo i giudizi favorevoli alla propria impostazione di intervento estrema.

Nonostante tale strategia, sono proseguite le opposizioni ed i rilevi dei soggetti associati subito insorti all’emergere della questione lo scorso anno, ad iniziare da quelli del Gruppo di Lavoro 31 agosto, che riunisce esperti dei vari ambiti connessi con il tema dell’ipotizzato abbattimento, da quello forestale a quello paesaggistico a quello ambientale.

Con una lettera dello scorso 19 settembre, indirizzata al ministro della cultura, al direttore generale dei musei, al soprintendente delegato di Caserta ed alla stessa Tiziana Maffei, il gruppo di lavoro ha richiesto, con articolata motivazione tecnica, “…la revoca del progetto di abbattimento totale per la macroscopica discrepanza nei dati rilevati, e per quanto aveva sostenuto la Soprintendenza di Caserta”.

Per intendere appieno la richiesta, i lettori hanno bisogno di un chiarimento. La discrepanza chiamata in causa si riferisce alla forte diversità di valutazione, tra la direzione museale e le associazioni cittadine, sul numero degli alberi che si assumono per ammalati, come emerge dalla tabella di sintesi elaborata e pubblicata dal sito Reggiando…e dintorni reali di Nando Astarita, che qui riproduciamo. Il riferimento alla Soprintendenza casertana, invece, riguarda il fatto che essa aveva, in un primo momento, espresso parere contrario al progetto dell’ente museale, poi modificato in favorevole, ma con una serie di cautele, quali l’adozione di un cronoprogramma degli interventi di lungo termine.

Oggi registriamo la presa di posizione di un ulteriore comitato sorto, rappresentativo di undici associazioni civiche qualificate, che, a firma del loro referente Matteo Palmisani – delegato della locale LIPU–   ha inoltrato una propria lettera alla D.G. Tiziana Maffei ed al Soprintendente delegato di Caserta Mariano Nuzzo “…affinché i lavori previsti siano preventivamente inquadrati in un cronoprogramma che preveda tempi dilatati negli anni”. E prende a confronto il caso piemontese quando afferma: “Presenta diversi tratti simili la vicenda di Torino, dove l’amministrazione aveva previsto l’abbattimento degli aceri in Corso Belgio, nonché la sostituzione di esemplari giovani, da effettuarsi sempre in 18 mesi. Una recente sentenza di secondo grado ha infatti disposto l’elaborazione di un cronoprogramma in almeno 5 anni. Gli alberi oggetto di abbattimento, in quel caso, sono 220, meno della metà di quelli interessati dal progetto in oggetto”.

Lo scritto, che pubblichiamo, fornisce le ragioni tecnico scientifiche e di opportunità della richiesta ed i lettori potranno conoscerle nel dettaglio analitico con la sua lettura. Ci sentiamo di aggiungere, accanto a quelle  ambientali, paesaggistiche ed estetico-architettoniche che sono state rassegnate, quella erariale. Parliamo di un intervento che richiederà una barca di soldi e quando si tratta di soldi pubblici bisogna stare molto attenti a come si spendono. Non come farebbe il figliuol prodigo, ma da buon padre di famiglia. A queste latitudini, dove la malversazione impera, ci sentiamo sempre di raccomandarlo ai funzionari pubblici che hanno potere di spesa.

LA LETTERA DEL COMITATO