CASERTA. PUBLISERVIZI. Soliti soprusi contro i cittadini: da anni cartelle pazze su immobili divisi tra gli eredi

9 Febbraio 2022 - 19:52

CASERTA – Essere residenti a Caserta non è impresa semplice. Questo perché se la disoccupazione galoppa, il costo delle case aumenta, assolutamente non aiuta il modo in cui la stessa città viene gestita. Tra i responsabili delle difficoltà burocratiche riscontrate dai casertani c’è sicuramente la Publiservizi. Parliamo dell’arcinota società che ha in concessione da quasi un decennio l’attività di riscossione dei tributi del comune capoluogo. Ormai sei anni fa, in piena campagna elettorale 2016, l’allora candidato sindaco Carlo Marino parlando a CasertaCe tuonava contro l’operato della società di Elena Natale. Dopo cinque anni insieme, nel rapporto tra concedente, datore di lavoro, in quanto rappresentante del comune di Caserta, e concessionario, alla fine del suo mandato Publiservizi ne ha ricevuto un altro, settennale, deciso in venti giorni scarsi e senza concorrenza.

Questo è il contesto in cui è cresciuto un rapporto malato tra amministrazione e società, con quest’ultima decisa nel rispondere ai desiderata della politica casertana, cantera, fucina di talenti per la forza lavoro presente nella Publiservizi per quanto riguarda il comune capoluogo. Dall’altro lato, chi amministra la città, dal sindaco, agli assessori, passando per i consiglieri e anche (qualcuno direbbe soprattutto) i revisori dei conti della città, non potrà fare altro che girare il viso, senza guardare ai gravissimi

disservizi e le inadempienze rispetto ai casertani che la ditta di Natale compie ormai da anni, come abbiamo avuto la (s)fortuna di documentare su CasertaCE. Un comportamento, questo dei rappresentati dello Stato che abitano palazzo Castropignano, il quale può essere riconducibile solo ad una continua richiesta di supporto, di sostegno che giunge al privato da chi gestisce la città.

Abbiamo la fortuna di avere dei lettori attenti, volenterosi di voler supportare questo giornale nel suo lavoro. Ci sono arrivate, infatti, una serie di segnalazioni relative un disservizio fastidioso, grave e  cronico che si ripete da anni.

Proviamo a riassumere brevemente, sperando di non perderci qualche passaggio. Capita, e quanto pare capita spesso, che qualsiasi modifica relativa agli immobili, all’eredità e alla proprietà di questi, non venga minimamente aggiornata negli archivi della Publiservizi. E questo, inesorabilmente, inevitabilmente, comporta che ogni anno partano dalla società decine e decine di cartelle esattoriali per il pagamento di quote relative all’immobile che in realtà sono vetuste, arretrate, che niente c’entrano con la realtà della situazione. Non rettificando la reale proprietà, Publiservizi manda le sue buste a iosa. Ora, questo può sembrare un caso limite, ma in realtà, facendo un po’ il giro tra diversi conoscenti residenti o con familiari a Caserta, in tanti ci hanno specificato come il mancato aggiornamento delle proprietà sta portando gravi disagi a diverse persone.

Adesso, chi ha un minimo di conoscenza della materia, tende a mandare mail certificate (le salvifiche pec) con le quali si specifica la situazione reale dell’immobile. Ma chi, mettiamo il caso di una persona non più giovanissima, si vede arrivare una cartella da oltre mille euro, è costretto a recarsi alla sede della Publiservizi. E qui emergono altri problemi. Per arrivare allo sportello, dato che si può entrare solo con prenotazione, in considerazione della pandemia da coronavirus, bisogna andare sul sito. Il portale ti dà la possibilità di prenotare, ma senza la facoltà di annullare la prenotazione. Tante persone, perché non competenti dei fiscalità, poi, sono costretti a spendere altri soldi, attraverso un patronato o un commercialista per chiedere di inviare la rettifica di queste cartelle e dei dati presenti all’interno. Spendono soldi, quindi, per andare da professionisti i quali faranno questo lavoro di aggiornamento che sarebbe compito della concessionaria. Il problema è che tutto ciò non basta, perché poi, inevitabilmente, l’anno successivo, arriverà la stessa identica cartolina. Questo perché Publiservizi non aggiorna i suoi dati.

Allora uno può pensare: ma non è che tale modus operandi è riconducibile alla circostanza che, mandando gli atti di notifica, la società introita di più?

In realtà no, non è questo il modo in cui si forma guadagno, il lauto guadagno che Publiservizi porta a casa dalla concessione al comune di Caserta. Tutta la tiritera raccontata pare legata solo all’incapacità di gestire il lavoro che è stato affidato dal comune di Caserta, al costo di 15 milioni di euro per sette anni.

E torniamo al passaggio iniziale: perché non succede nulla? Perché chi si deve occupare di controllare Publiservizi non lo fa?

La commistione tra l’amministrazione di Carlo Marino e la società di Elena Natale è talmente forte che il controllante non può fare il suo lavoro. Siamo da anni in un limbo in cui se il controllante è in debito, se c’è un conflitto di interessi, chiaramente è impossibile che il comune di Caserta possa andare a rompere le uova nel paniere alla Publiservizi. Non parliamo di qualcosa che è emerso dal nulla, improvvisamente. Questi gravissimi disservizi stanno avvenendo continuamente, cronicamente. Non è una cosa nuova.

Abitando, quindi, in questo sistema di attenzioni particolari, sfortunatamente non ci sarà modo di uscire vivi dal casino che si crea ogni volta che arriva una cartella pazza relativa all’IMU, alla Tari o a qualsiasi tributi per cui bisogna passare attraverso la Publiservizi.