CASERTANA. La vera storia di Montalto: giura eterno amore ai falchetti, ma la verità è che a 36 anni i 140 mila euro di D’Agostino non glieli dà né il Catania, né altri club
16 Luglio 2024 - 11:05
CASERTA (g.g.) – Dopo l’uscita del nostro articolo (CLICCA E LEGGI QUI), il bomber della Casertana, Adriano Montalto, ha ribadito amore eterno per la casacca rossoblù.
Questo giornale può essere tacciato di essere amico del presidente Giuseppe D’Agostino? Ai tanti tifosi ricordo l’espressione del loro libero e legittimo pensiero sul direttore di questo sito attraverso la scritta muraria (do you remember?): “Guarino zerbino di Corvino”.
Ovvero zerbino di quell’unica persona non legata ai poteri forti, a suo modo candida e disarmata nell’utilizzo degli strumenti classici nella ricerca dei voti elettorali di questa città, ad aver pagato per tutti. Mentre oggi liberi e belli (sul belli non esageriamo) sono quelli che hanno fatto “sette canne peggio” di lui.
Guarino zerbino di Corvino perché osava criticare le scelte della conduzione societaria del presidente D’Agostino.
Dunque, questo giornale è al di sopra di ogni sospetto. Se vi dice che Adriano Montalto sta, con grande abilità, strumentalizzando il sentimento dei falchetti, dovete crederci. Perché è vero che noi abbiamo deciso di occuparci poco di sport e poco della Casertana, ma dovete mettervi in testa che noi di queste cose ne capiamo e come, avendo in gioventù bazzicato per professione tutti i campi di C1, C2 e quelli che al tempo erano dell’Interregionale.
Avendo le esperienze di intervista e spogliatoio, incontri settimanali con gente come Nicola D’Ottavio, Sossio Aruta, Sasà Campilogo, Nicola Maiellaro eccetera, giusto per fare tre/quattro nomi tra i mille che potremmo fare, ci consente di delineare il quadro psicologico e antropologico del calciatore ultratrentenne.
Montalto di anni ne ha 36 e legittimamente, anzi, giustamente pensa a rimpinguare il suo reddito nelle ultime stagioni di carriera.
La Casertana, quando aveva 35 anni, ossia l’anno scorso, gli ha firmato un contratto biennale da 140 mila euro a stagione. Lui quando ha giocato lo ha fatto bene e in campo quei soldi se li è tutto sommato guadagnati.
Fuori dal campo, ossia nel gruppo, un po’ meno. Ma questo non lo diciamo noi, lo ha detto la società che non è rimasta molto contenta di certi comportamenti. Vi ricordate quel palleggio in cui a gennaio non si capiva bene se fosse infortunato, se all’improvviso fosse a corto di preparazione, visto che sedeva comunque in panchina e sull’infortunio i conti della logica non tornavano.
Beh, quelli erano i momenti della crisi tra Montalto e l’unica vittima della storia: quel presidente D’Agostino che non solo gli aveva firmato il contratto ma lo stava rispettando, pagando mese per mese, chiedendo all’attacante di essere un collante. Non solo di gonfiare le reti avversarie, ma anche di tenere compatto lo spogliatoio.
Chi scrive si trattiene per due tre giorni a settimana all’hotel Plaza per lavoro. E di mattina, sempre chi scrive, faceva colazione con due/tre giocatori della Casertana. E da un tavolo all’altro certi discorsi, con l’arte del ficcanaso che solo un giornalista può avere, si ascoltavano.
E allora abbiate fede. Chiedete al presidente D’Agostino se il Catania si sia informato sulla credibilità di quell’ingaggio da 140 mila euro. Chiedete se l’ha fatto in questi giorni.
Il problema è che Montalto ha un altro anno di contratto e il Catania, nonostante lo spendi e spandi, ha qualche difficoltà a pagare un contratto simile a un 36enne che difficilmente potrà garantire un numero di presenze molto alto-
Ora, il 36enne, che a Catania ci vorrebbe andare e come, che fa? Prende il traghetto o l’aereo per la Sicilia e va firmare un ingaggio da 80/90 mila euro, oppure resta a Caserta, dove per contratto ne dovrà avere 140 mila euro.
Viva il cannolo siciliano, viva l’arancino, come si dice a Catania, ma fino ad un certo punto, perché ‘cca nisciun e’ fess, benchemeno un giocatore di 36 anni che pensa alla sua famiglia e a sistemarsi per il dopo carriera.
Non sappiamo quale saranno le decisioni della società che immagina e vuole un gruppo compatto, senza prime donne che possano turbare l’armonia dello spogliatoio che il presidente D’Agostino vuole orizzontale e non piramidale, come dimostra la sua scelta di un allenatore e un dirigente sportivo, reduci da ottime carriere da calciatori, ma sicuramente alle prime armi.
D’Agostino preferisce rischiare per costruire un gruppo. Montalto sarà anche un uomo da 20 gol, ma è un profilo sul quale non puoi programmare, non sviluppi un piano per arrivare in Serie B in due/tre anni senza spese pazze che possono portare ad eventuali difficoltà che provocano un mesto ritorno nella terza serie.
Così stanno realmente le cose sulla questione di Adriano Montalto.
Ora, se ci volete crederci, credeteci. Poi, se volete fare il mestiere del tifoso che nel calciomercato conosce l’unica frase: “presidè devi accattà e tenere i campioni”, allora sappiate bene che cicala siete e la fine della cicala farete.