Che figura Mario Giordano e la sua “Fuori dal Coro”. Tagliata chirurgicamente l’intervista ad Antonella Guida. Vi spieghiamo la realtà che il giornalista di Rete 4 non ha capito o non ha voluto capire solo per armare il suo show
3 Dicembre 2024 - 18:47

Il distretto 12 di Caserta non c’azzecca nulla perché la visita dell’invalido è stata prenotata all’azienda ospedaliera del capoluogo e fissata nel presidio ospedaliero di Marcianise dato che una colonscopia al Distretto 12 non si sarebbe mai potuta fare. Fatto ancora più grave è che nessuna Asl e nessuna azienda ospedaliera della Campania può applicare la recente legge nazionale sulle visite gratuite intramoenia dopo 4 mesi perché la Regione di De Luca se n’è sbattuta delle nuove norme e non consente alle Asl e alle aziende sanitarie di applicarla. Insomma, un vero e proprio disastro dell’informazione, che purtroppo diventa disinformazione nel momento in cui scopriamo che le parole di Antonella Guida hanno subito un montaggio fatto ad arte e attraverso cui si è manipolata la realtà dei fatti, attraverso la creazione di una realtà apparente, ma assolutamente inesistente
CASERTA (g.g.) Ci dispiace scrivere questo articolo avendo sempre apprezzato Mario Giordano soprattutto come giornalista di penna. Tanti gli articoli suoi da noi letti sin da 25 anni fa. Televisivamente parlando, si esprime bene soprattutto quando è ospite di qualche trasmissione. La sua, che si chiama Fuori dal Coro, è sicuramente ben congegnata ma rischia di rivelarsi una scatola vuota nel momento in cui, andando a toccare varie tematiche sparse su tutti i territori italiani, spesso mancando un’analisi più approfondita, più documentata dei fatti narrati, non rimane poco o addirittura niente di niente, nel senso che si ha la sensazione della necessità di scrivere in maniera romanzata un fatto che giornalisticamente diventa utile a Giordano solo se si configura in una certa maniera.
IL SERVIZIO SULL’ASL DI CASERTA
E’ normale che noi di CasertaCe in quanto giornale della provincia di Terra di Lavoro, abbiamo dato spazio e visibilità a un servizio, andato in onda mercoledì scorso come segmento di quella puntata di Fuori dal Coro. In quel servizio passava chiaramente il messaggio del mal funzionamento, della grave carenza dei connotati organizzativi dell’Asl Caserta 1 e del Distretto sanitario del capoluogo contrassegnato con il numero 12
Un invalido, che diventava fisico protagonista insieme alla giornalista in trasferta di Fuori dal Coro, aveva prenotato un esame clinico, una visita lo scorso 14 ottobre, ottenendo un appuntamento il 14 ottobre 2025 ossia esattamente dopo 1 anno.
Scandalo e le solite grida teatrali da parte di Mario Giordano il quale, per carità, ha ideato un format originale che può piacere o non piacere, ma ha una sua caratterizzazione che non lo consegna certo all’oblio
La giornalista, insieme all’invalido, è entrata prima negli uffici della sede centrale dell’Asl in via Unità Italiana chiedendo invano di conferire con il Direttore Generale Amedeo Blasotti il quale, furbamente e furbescamente, ha detto di essere impegnato in una riunione non interrompibile nemmeno per attività meritoria di un giornalismo d’inchiesta, piombato all’improvviso e dunque senza preavviso in quella sede.
Probabilmente nella stanza di Amedeo Blasotti è arrivata l’informazione sull’invalido. Avendo stabilito che questi fosse residente a Caserta, la troupe di Rete 4 è stata, diciamo così, smistata verso la sede del Distretto 12 al palazzo della salute. Qui la direttrice Antonella Guida ha accettato subito di interloquire con la giornalista e con l’invalido. Ed ecco qua il fatto che francamente non ci aspettavamo da Mario Giordano. Ci arriviamo per gradi, partendo da quello che noi riteniamo un principio di corretto comportamento professionale: l’onestà intellettuale, che non dovrebbe essere una virtù ma un dovere di un giornalista, peraltro noto e importante, sul piano nazionale.
QUELLO CHE E’ STATO (CINICAMENTE) TAGLIATO DELLE PAROLE DELLA GUIDA: L’AUTENTICA VERITA’
Antonella Guida ha parlato per più di mezz’ora riuscendo a districare la matassa di quella visita prenotata ad ottobre e fissata ad un anno di distanza. Il montaggio, però, è stato intellettualmente disonesto: è come se Giordano e la sua giornalista, più che comprendere i fatti, si ponessero come unico obiettivo quello di mettere, come si suol dire, “a figura di merda” l’Asl di Caserta e nello specifico, Antonella Guida.
LE INDAGINI (SERIE E LAICHE) DI CASERTACE E IL DOVEROSO DIRITTO DI REPLICA
Perché la storia che noi ovviamente, essendo abituati ad un altro tipo di giornalismo, abbiamo sviluppato ulteriormente garantendo alla Guida un diritto di replica, è andata diversamente.
Ma non è andata diversamente in quanto così ci ha raccontato la direttrice del distretto 12. E’ andata diversamente perchè le sue parole, le sue spiegazioni, le abbiamo passate letteralmente al setaccio di un doveroso controllo e di una doverosa verifica. Intanto, ma questo si era intravisto anche nel servizio, la visita è stata prenotata al Cup dell’ospedale civile di Caserta, ossia nel perimetro di un’azienda diversa, totalmente autonoma dotata di una partita Iva del tuto differente da quella dell’Asl, con un proprio direttore generale, un proprio direttore sanitario e un proprio direttore amministrativo.
Ora, questo può anche non significare nulla perché, si sa, che il sistema delle prenotazioni della Regione Campania è unico per cui si può prenotare una visita, un esame all’Asl di Caserta anche al Cup dell’azienda ospedaliera e viceversa. Al limite si può ricorrere per la bisogna anche dal Cup regionale, al telefono o al pc, sempre ammesso e non concesso che ti rispondano. Ma nella parte del servizio che non è andato in onda, e che Antonella Guida farebbe bene ad acquisire nella sua versione integrale, facendone copia, la dirigente tutto ciò lo sottolineava allo scopo di evidenziare che la prenotazione con riscontro a un anno esatto di distanza non era stata fatta al Cup del Distretto 12. Non affermava questo Antonella Guida per rovesciare la responsabilità su una struttura dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano ma solo per amore di verità. Peraltro, l’invalido in questione aveva tentato di prenotare il suo esame, anche precedentemente, sempre al Cup dell’ospedale civile. Gli era stata assegnata una data nell’agosto del 2025 che lui aveva scartato al punto da ritornare ad ottobre per rifare ex novo la prenotazione.
Seconda questione fondamentale: la colonscopia ossia l’esame prenotato dal paziente si fa solamente in ospedale e non può essere realizzata all’interno di un ambulatorio, seppur attrezzato. Ora, siccome il distretto 12 non ha un presidio ospedaliero collegato, il che non sarebbe possibile neppure se ci fosse dato che i presidi ospedalieri (ospedale Moscati di Aversa, ospedale di Marcianise, ospedale di Sessa Aurunca e ospedale di Piedimonte Matese) hanno una totale autonomia rispetto ai distretti, essendo dotati di funzioni e organismi propri, non si capisce per quale motivo Antonella Guida sia stata fatta segno di un servizio televisivo chiosato con un giudizio duro quanto superficiale, di Mario Giordano. Non è un caso che il Cup dell’ospedale Civile di Caserta abbia fissato per il paziente la colonscopia all’interno del presidio ospedaliero di Marcianise che vive, ribadiamo, con una propria e autonoma direzione sanitaria che non c’entra nulla, né con la direzione sanitaria del distretto di Marcianise, men che meno con la direzione del distretto sanitario n 12 di Caserta. Quindi, al di la del lapsus, sofferto dalla Guida, dei 120 giorni, cioè dei 4 mesi di tempo massimo entro i quali un paziente deve ricevere la prestazione prenotata, con la dirigente, che ha parlato di 180 giorni, dunque di 6 mesi, confondendo il computo realizzato in giorni, il numero 180 con il numero 120, altro non si può addebitarle.
LA QUESTIONE PIU IMPORTANTE, CHE MARIO GIORDANO NON HA SCOPERTO E CHE HA TRASFORMATO IL SUO SERVIZIO IN UN PASTICCIO
Poi, una cosa che non ha trovato, non ha scoperto, dunque, non ha detto la trasmissione di mercoledì scorso, sicuramente è quella più importante. Un brancolare nel buio che rappresenta il vero fallimento del lavoro giornalistico di Giordano. La nuova legge nazionale varata ad agosto vale, in Campania, solo sulla carta. La Guida è stata immortalata con uno dei tre fermo immagine impietosi ad essa dedicati, nel momento in cui la giornalista le ha ricordato che la recente e già citata legge nazionale, quella dei 4 mesi, prevede la possibilità per il paziente, costretto ad una lista di attesa più lunga dei 120 giorni, di sostenere una visita o un esame clinico con sistema intramoenia ossia a pagamento ad opera di uno specialista di struttura pubblica. Rispetto al passato, quando ciò era possibile con l’anticipo dell’onorario a favore del medico intramoenia da parte del paziente ora questi sostiene la visita o effettua l’esame cilnica e va via senza pagare nulla. Dovrà essere poi l’Asl o l’azienda ospedaliera a provvedere alla corresponsione dell’onorario. Per realizzare questa procedura l’Asl o l’azienda ospedaliera devono produrre comunque un’autorizzazione. Ma né la giornalista né Mario Giordano hanno avuto, per superficialità e in quanto infatuati da una tesi da loro già decisa a priori, la “creanza” di informarsi sull’ applicazione di questa legge in Campania. Se lo avessero fatto avrebbero scoperto che la Regione non ha fornito nessuno strumento e nessuna autorizzazione alle Asl e alle aziende ospedaliere per attivare questo servizio.
LA LEGGE NAZIONALE SULLA NUOVA INTRAMOENIA INAPPLICATA DA DE LUCA
Per cui, né le Asl della Campania né le aziende ospedaliere possono materialmente autorizzare una visita intramoenia così come questa è prevista dalla legge nazionale, in quanto ciò è ancora tecnicamente vietato dalla totale disapplicazione della stessa da parte della Regione Campania. Ciò vale a Caserta, a Napoli come a Salerno, Avellino e Benevento.
Purtroppo, e questo ci dispiace dirlo, la brutta figura l’ha fatta Mario Giordano e la sua giornalista che a un certo punto del servizio senza subire alcun fermo immagine irridente, ha dato anche l’impressione di non conoscere la differenza che passa (abissale) tra un’azienda sanitaria locale e un’azienda ospedaliera