Che figuraccia l’ASL DI CASERTA: esclude dalla mobilità un’operatrice socio sanitaria. Il Tribunale sbugiarda l’azienda e il DG Limone è costretto a riammetterla

10 Novembre 2025 - 15:53

Lavora nell’Asl di Modena. Ecco lo strafalcione fatto dagli uffici casertani nel momento in cui l’ha esclusa dalla procedura

CASERTA – Si sa che gli uffici dell’Asl di Caserta sono popolati da dirigenti e funzionari non sempre centratissimi, in quanto il loro rango è aumentato non per autentica meritocrazia ma grazie a cognomi eccellenti, come è successo ad esempio a Tina cosentino, super dirigente del personale e cugina di Nicola Cosentino.

Per cui non deve stupire se, in questi uffici, vengono realizzati dei veri e propri pasticci anche nell’interpretazione di leggi elementari. Poi, è chiaro, arriva un Tribunale adito da persone che ritengono lesi i propri diritti e la figuraccia è servita.

Questo è successo con un’operatrice socio sanitaria casertana, in servizio presso l’Asl di Modena che aveva risposto all’interpello per la mobilità regionale e interregionale, finalizzato all’arrivo in servizio nei ranghi dell’Asl di OSS.

La dipendente dell’Asl di Modena ha risposto a questo bando, ma si è vista esclusa con una motivazione sbagliata, in quanto le è stato detto che la sua istanza non era corredata dal via libera, dal nulla osta dell’azienda sanitaria di provenienza.

Il fatto grave è che nella documentazione dell’operatrice socio sanitaria, l’Asl di Modena aveva indicato la direzione di marcia interpretativa della norma: quando si risponde ad un bando per mobilità, non serve il via libera dell’azienda di provenienza, che invece diventerà obbligatorio nel momento in cui il bando troverà nelle procedure esecutive la propria conseguenza e quando diventerà ufficiale il trasferimento, in questo caso della OSS casertana, dall’azienda di Modena a quella di Caserta.

Non sappiamo quale solone o “solona” abbia ritenuto questa indicazione dell’Asl di Modena errata, al punto da aver escluso la OSS casertana desiderosa di tornare a casa, fatto sta che il Tribunale di Modena le ha dato ragione e di conseguenza il direttore generale Limone ha preso atto dell’ordinanza, inserendola tra gli ammessi alla selezione.