Che lite tra Sandokan, il fratello Walterino Scarface con l’altro fratello Antonio Schiavone sui terreni che dovevano diventare d’oro con la nascita dell’aeroporto di Grazzanise
23 Luglio 2025 - 14:25

Illuminante, al riguardo, un colloquio registrato in carcere tra Valter e i suoi figli Teresa e Francesco
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CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) L’ordinanza che ha portato all’arresto di Ivanhoe Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan e di Pasquale Corvino considerato uno storico prestanome insieme alla sua famiglia, a suo padre Romolo, offre lo spaccato di una famiglia profondamente divisa proprio sulla proprietà e sulla possibilità di piena potestà sui terreni connessi a quelli dell’azienda agricola di Nicola Schiavone senior, padre di Francesco Schiavone Sandokan, di Walter Schiavone quello per intenderci della villa alla Scarface e di un fratello e di altre due sorelle che si trovano a piede libero
Si ha la sensazione che la libertà di movimento del fratello minore Antonio Schiavone abbia dato a questi un potere di fatto su quei terreni, anche sule parti decisamente appartenenti di fatto a Francesco Schiavone Sandokan e a Walter
Ed è proprio Walter schiavone a sottolineare questa tensione rispetto alle decisioni e alle modalità di gestione di Antonio Schiavone. Lo fa con i suoi figli Teresa e Francesco, che non insidiano nel carcere in cui, ormai da una vita, si trova in regime di 41 bis. I tre sanno di essere ascoltati ma Walter ritiene che i problemi sulla proprietà dei terreni in contrada Selavalunga di Grazzanise possano essere tranquillamente esposti. Incita la figlia a mettere i puntini sulle i e a “Vai la e tira il muro” cioè a stabilire, a rivendicare una precisa perimetrazione della parte fondiaria che tocca, per l’appunto, a Walter Schiavone e ai suoi figli
Valter non è affatto d’accordo su come Antonio Schiavone, fratello minore in libertà, sia gestendo le cose li a Grazzanise e ricorda ai suoi figli un contrasto molto duro avvenuto tempo prima tra i suoi due fratelli, Francesco Schiavone Sandokan da un lato e Antonio Schiavone dall’altro lato
Walter fa anche riferimento al tempo in cui particolarmente contesa era la parte che avrebbe dovuto confinare con il nuovo aeroporto di Grazzanise. Naturalmente quelle particelle avrebbero assunto un valore molto più alto rispetto a quello che avevano. In due o tre occasioni Walter fa anche riferimento alla richiesta formulata evidentemente da lui stesso e da Francesco Schiavone Sandokan al fratello Antonio a cui dicevano che la soluzione migliore era quella di suddividere con precisione in tre parti quelle aree che ricordiamo erano formate. Almeno così crediamo anche dai 42 moggi che Sandokan aveva acquistato da Romolo Corvino, chiedendo e ottenendo da quest’ultimo, papà di Pasquale Corvino la conservazione della proprietà formale
Insomma, Sandokan e Valter, che hanno avuto un grande spessore criminale, non riescono, almeno questa è la sensazione a farsi rispettare dal fratello. Va anche detto però che questa ordinanza contiene anche intercettazioni, registrazioni di colloqui molto recenti tra lo stesso Sandokan e suo fratello Antonio, (CLICCA E LEGGI) in cui i due, al cospetto della figlia del super boss, parlano in maniera molto distesa della situazione in contrada Selvalunga che poi è anche il fulcro di questa indagine che si basa proprio sull’ attività di Ivanhoe Schiavone esercitata su quei 42 moggi acquistati dal padre da Romolo Corvino oggi nella proprietà teorica” di Pasquale Corvino e venduti poi per 300mila e passa euro ai figli dei noti imprenditori Mario ed Enzo Natale. Una potestà, quella di Ivanhoe, su questi terreni su cui la Dda ha costruito l’accusa di riciclaggio e di vendita illegale, il tutto aggravato dal 316 bis comma 1, a cui va aggiunta anche la contestazione di estorsione consumata nei confronti di Antonio Corvino, affittuario di quei fondi e costretto, sempre secondo la Dda, a renderli di nuovo disponibili a Corvino e quindi ad Ivanhoe Schiavone prima della scadenza del contratto in modo che fossero prima fittati ad Enrico Maria Natale, figlio di Mario Natale, e poi venduti a quest’ultimo e al cugino Marco Natale figlio di Enzo Natale