CLAN DEI CASALESI & COOPERATIVE SOCIALI. Nell’indagine irrompe il noto commercialista Max Grassi, arrestato per connivenza con ‘o ninno. Così “si spartisce” i soldi con Lagravanese. Il ruolo della sorella di Carlino Del Vecchio

21 Febbraio 2022 - 13:12

C’è un’intercettazione in cui Grassi, il cui nome fu decisivo anche per l’emissione dell’interdittiva antimafia a acarico del consorzio Agape, quello di cui faceva parte anche Pasquale Capriglione e che pochissimi anni fa è stato liquidato dal commercialista di quest’ultimo, Maurizio Pontillo, stabilisce con Lagravanese le modalità con cui attivare un giro di fatture da cui devono venire fuori un compenso di 20mila euro per lui stesso e tutto quello che deve intascare il suo compaesano il quale controlla, secondo gli inquirenti, con prestanomi, anche la Quadrifoglio 2012, quella che pochi giorni fa il comune di Aversa, attraverso la dirigente Gemma Accardo, ha gratificato con una procedura a dir poco spicciativa, di un affidamento di 36mila euro e passa per un mese e mezzo di lavoro 

 

CASERTA – (g.g.) Nella indagine trelativa al sistema dei servizi sociali, erogati nei comuni, direttamente o attraverso i Consorzi d’Ambito ci sono dei nomi fino ad oggi ancora non emersi e che rappresentano agli occhi di racconta da anni le trame criminali del clan dei casalesi, elementi importanti, di sicuro rilievo.

Massimiliano Grassi, commercialista, 54 anni, non è certamente una persona sconosciuta,  arrestato nel 2008 ma poi assolto nel 2012, dalle accuse di ricettazione e riciclaggio con l’aggravante di aver favorito il clan dei casalesi e nello specifico gi interessi dell’allora latitante Antonio Iovine detto o ninno, sanciprianese come Massimiliano

Grassi, il quale, a sua volta, è sanciprianese come Luigi Lagravanese, Gino o Ginotto per gli amici, alle cui strategie partecipa, come emerge chiaramente da un’intercettazione effettuata con lo strumento del cosiddetto “agente informatico” più comunemente conosciuto come trojan, presumibilmente nello studio che Grassi aveva o ha ancora in via Riverso ad Aversa.

In questa conversazione captata, Lagravanese si confronta con Massimiliano Grassi, su un meccanismo che, attraverso l’emissione di fatture, ovviamente relative a operazioni più o meno farlocche, avrebbe dovuto far sì che Lagravanese incassasse 20mila euro dalla società cooperativa Pellicano.

Una sola fattura avrebbe dato troppo nell’occhio e allora i due concordano sulla necessità di spezzettare l’importo, emettendo 4 fatture da 5mila euro, cronologicamente dilazionate in 4 mesi, da marzo a giugno 2019. Una intercettazione che trova pieno riscontro nell’accertamento realizzato dalla Squadra Mobile di Caserta, incaricata dai magistrati della Dda di Napoi, presso l’Agenzia delle Entrate da cui risulta l’incasso da parte di Lagravanese della cifra di 18.560 euro, frutto evidentemente di più bonifici effettuati dalla Pellicano cooperative sociali.

Attenzione, il gruppo dei sanciprianesi ha avuto rapporti anche in passato. Da un lato, Grassi viene arrestato per i suoi trascorsi con Antonio Iovine, dall’altro il casus che porta all’emissione, da parte della Prefettura di Caserta, dell’interdittiva antimafia a carico del consorzio di cooperative sociali Agape, di cui faceva parte anche Pasquale Capriglione e che è stata liquidata dal commercialista di quest’ultimo, il casertano Maurizio Pontillo (CLIKKA E LEGGI), riguarda proprio la presenza nel consiglio di vigilanza dell’appena citato consorzio, di Massimiliano Grassi, arrestato nel 2008 cioè un anno prima dell’emissione del provvedimento da parte della Prefettura, che poi, grazie all’abilità di un avvocato amministrativista, fu revocato, come abbiamo raccontato più volte, dal Tar della Campania.

Il discorso dei 20mila euro, di questa fattura più o meno figurativa, è solamente la parte meno rilevante della conversazione tra Ginotto Lagravanese e Massimiliano Grassi. I due infatti allargano il discorso ad uina cifra molto più cospicua: 120mila euro da ripartire tra loro due, la già citato coop sociale Pellicano e AIDO, di cui ci siamo occupati sabato scorso (CLIKKA E LEGGI) quando abbiamo elencato tutte le società sottoposte a perquisizione all’inizio di dicembre.

AIDO ha la sua sede a Battipaglia in provincia di Salerno e ha come legale rappresentante Anna Pacifico. Secondo i magistrati inquirenti dell’antimafia, sia Pellicano che AIDO sono riconducibili alla coppia dei sanciprianesi Ginotto Lagravanese e Massimiliano Grassi.

Secondo le parole intercettate, c’era un precedente accordo che regolava la ripartizione di questi 120mila euro. La somma di 20mila euro sarebbe finita nelle tasche di Massimiliano Grassi e di un non meglio precisato avvocato, 50mila euro alla cooperativa sociale Pellicano e altri 50mila euro ad AIDO. Da quest’ultima somma, Lagravanese avrebbe tratto un profitto personale utilizzando la falsa fatturazione, garantitagli dalla legale rappresentante Anna Pacifico.

Nel tourbillon delle fatture vengono coinvolte, e su qeusto dovrebbero esserci riscontri, diverse cooperative, soggetti economici anche differenti dagli appena citati Pellicano e AIDO. Rimandandovi alla prossima puntata per rivelarne i nominativi, vi riveliamo un altro motivo per il quale l’autoritò inquirente ha chiesto ed ottenuto la perquisizione della sede di EDV, cioè la società di Eufrasia Del Vecchio, che non è solamente la sorella dell’ormai conosciutissimo Carlino Del Vecchio, fine pena anno 2060, ma è anche figlia di Paolo Del Vecchio, oggi 77enne ma reduce da una condanna a 7 anni e mezzo, scontata in carcere, per pratiche camorristiche, e nipote di secondo grado di Antonio Del Vecchio, detto “a vecchiarella”, cugino diretto di Paolo Del Vecchio, ma soprattutto elemento cruciale degli equilibri criminali costituiti tra Santa Maria Capua Vetere, Capua e Grazzanise, dalla famiglia Schiavone, all’indomani dell’arresto di Francesco Schiavone Cicciariello che di Antonio Del Vecchio è, a sua volta, cugino.

Cicciariello fu arrestato nel 2004 mentre Carlino Del Vecchio era stato arrestato due anni prima, precisamente nel 2002. Da queste circostanze, si può capire quale sia stato il rilievo criminale assunto da Antonio Del Vecchio “a vecchiarella”.

Ora, Eufrasia del Vecchio, comunque tra i personaggi di spicco di questa inchiesta, nella quale risulta pesantemente indagata, può anche non aver ripercorso le orme di questi suoi familiari. Ma è anche vero che nel momento in cui ha assunto le redini del controllo contabile di tutte o quasti tutte le cooperative riferibili a Luigi Lagravanese, l’evocazione camorristica va, come si dice, da sè.

La Squadra Mobile, su mandato della Dda, entra a dicembre negli uffici della EDV perchè lì sono custoditi i documenti di contabilità della Pellicano cooperativa sociale, dell’altra coop Smile e infine di Quadrifoglio 2021, cioè la cooperativa di cui è legale rappresentante legale l’aversana Michela Cecere, che è poi la coop a cui il comune di Aversa, qualche giorno fa, con una determina firmata dalla dirigente Gemma Accardo, ha affidato un servizio di assistenza sociale, erogato dall’Ambito Sociale intercomunale C6, per un importo superiore a 36mila euro, corrispettivo di un incarico lungo un mese e mezzo.