CLAN DEI CASALESI. Giovanni Della Corte studiava da Mammasantissima. Come il sindaco del Rione Sanità dirimeva liti armate e incontrò un sacerdote per rifare una festa a Casal di Principe, eliminata ai tempi di o’ fuggiasco

28 Marzo 2023 - 20:10

Siamo tornati a trattare qualche contenuto dell’ultima ordinanza importante, emessa contro esponenti di spicco del clan dei casalesi lo scorso 22 novembre. I nostri approfondimenti non sono, infatti, necessariamente legati a ragioni della stretta attualità. Ci piace la ricerca, la spigolatura e dunque continuerete ancora a leggere qualche “perla”, scovata e pescata durante le nostre ininterrotte letture. In calce all’articolo lo stralcio dell’ordinanza con le due intercettazioni

CASAL DI PRINCIPE – Non è che quando noi, anche per qualche mese, non ritorniamo su certi argomenti, su certi personaggi della criminalità organizzata e su certe ordinanze è perché ne abbiamo abbandonato lo studio, la lettura. Niente di tutto ciò. E nè per noi ha mai rappresentato un condizionamento il fatto che una ordinanza, dopo un certo periodo diventi data, non più di stretta attualità. Il nostro, infatti, quando si sviluppa fuori dai giorni topici, quelli segnati dalla stretta attualità di arresti o di emissioni di altre misure cautelari, lo avvertiamo e lo consideriamo un elemento differente della nostra offerta giornalistica. L’approfondimento, l’analisi, la scoperta di nuove chiavi di lettura sono un pezzo del nostro lavoro che mettiamo a disposizione da anni e anni, dei lettori di questo giornale.

Quando incrociamo un fatto interessante non abbiamo il problema di riparlare e di riscrivere Giovanni Della Corte nonostante il suo arresto sia datato quattro mesi e più.

Spesso abbiamo colto alcuni aspetti del suo comportamento, che non riportavano esattamente a un’idea credibile di uno in grado di diventare realmente un boss, ricostruendo, con vecchi e nuovi proseliti, del clan dei casalesi.

Va detto però che qualche caratteristiche del Della Corte incrociava quelle della tradizionale iconografia che fu prima il tratto di una particolare ipoteca sociale, che si sviluppa ad esempio, nel racconto di Edoardo De Filippo ne “Il sindaco del rione Sanità” e successivamente un requisito dell’autorità dei boss che, avendo la pretesa di costituire delle zone franche nei loro territori che sfuggivano totalmente al controllo dello Stato si trasformavano molto spesso in veri e propri giudici conciliatori. Questo appare e questo vuole essere Giovanni Della Corte quando, accogliendo l’invito di una donna di Casal di Principe, non meglio specificata, si offre di risolvere lui una contesa tra giovani durante la quale era comparsa anche una pistola: “Ci penso io, non rivolgetevi ai carabinieri“. Altra faccia della stessa medaglia è l’intervento, che sempre Giovanni Della Corte, sostiene di aver realizzato nei confronti di un sacerdote, riteniamo anche lui di Casal di Principe, ma al pari della donna di prima, non ulteriormente definito all’interno dell’intercettazione, pubblicata nell’ordinanza del 22 novembre scorso. Un intervento grazie al quale della Corte avrebbe rimesso in piedi l’organizzazione dei festeggiamenti religiosi e civili di una festa locale, che Vincenzo De Falco avrebbe eliminato. Anche in questo caso dobbiamo andare per deduzione visto che per lo scopo dell’indagine, chi ha raccolto questi elementi non aveva interesse a stabilire chi fosse la donna che chiese a Della Corte di intervenire per dirimere la contesa armata, chi fosse il sacerdote della festa ripristinata e anche per capire se Vincenzo De Falco che questa festa avrebbe eliminato era lo stesso Vincenzo De Falco di una delle famiglie più note della criminalità di Casal di Principe, quella che si scontrò, all’inizio degli anni ’90 con i giovani rampanti, fondatori del clan dei casalesi, Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti etc… Non lo possiamo stabilire ma è probabile che Giovanni Della Corte parlasse proprio di “quel Vincenzo De Falco” detto o’ fuggiasco che insieme ai fratelli Nunzio e Giuseppe del Falco e anche insieme a Giuseppe Quadrano, cioè a colui che uccise don Peppe Diana, si scontrò, per il controllo di tutta l’attività camorristica contro il gruppo Schiavone-Bidognetti.

Vincenzo De Falco fu attivo negli ultimi anni ’80 e fino al 1991 quando fu ucciso in un agguato. Però, siccome l’unico altro Vincenzo De Falco è un personaggio minore, per altro giovane, anche se nipote di o’ fuggiasco, non è improbabile che Giovanni Della Corte valorizzasse, parlandone con il suo interlocutore, il ripristino di questa festa grazie ad un suo intervento che era riuscito a rimettere in sesto un avvenimento, abolito, eliminato, non da un camorrista qualsiasi ma da un vero capo quale fu, seppur per breve tempo, Vincenzo De Falco detto o’ fuggiasco .