“Colletti bianchi passe-partout per assegnare gare d’appalto a imprese della CAMORRA”. Gli interessi economici del CLAN DEI CASALESI

13 Febbraio 2019 - 20:34

CASERTA – “La criminalita’ organizzata casertana riceve supporto e complicita’ anche dai “colletti bianchi”, che rappresentano il passe-partout dei clan per manipolare e aggiudicarsi le gare di appalto con proprie imprese“. E’ quanto emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (PER LA MAPPA DEI CLAN, CLICCA QUI).

La geografia dei clan di CASERTA, secondo il quadro della Dia, non e’ affatto cambiata nonostante i continui e costanti colpi inferti al clan da magistratura e forze dell’ordine. Egemone e’ ancora il clan dei Casalesi che, insieme alle cosche dell’area di Marcianise, mantiene il controllo del territorio attraverso “una coesione interna fondata su solidi vincoli familiari e consenso nel tessuto sociale che permette di cooptare nuovi arruolamenti“.

I clan del casertano “mantengono salda la capacita’ di consenso e legittimazione su gran parte della collettivita’ – rileva la Dia -, grazie ad un’immutata forza di intimidazione ed assoggettamento“. La presenza di “parenti all’interno della gerarchia di comando

conferma la centralita’ della famiglia, “quale strumento di coesione” e non di rado le alleanze vengono “rafforzate da matrimoni tra giovani di gruppi diversi, con le donne che assumono, sempre piu’ spesso, ruoli di rilievo nella gerarchia dei clan, soprattutto in assenza dei mariti o dei figli detenuti“.

E’ forte anche il legame con gli enti pubblici come dimostra l’assenza di omicidi che oramai e’ un elemento distintivo della camorra casertana. Questa peculiarita’ non e’ casuale ma risponde per la Dia a una “precisa scelta strategica di mimetizzazione“. Il clan dei Casalesi, infatti, ha esteso i suoi interessi “nel settore delle forniture di servizi per enti e strutture pubbliche” e predilige “il diretto inserimento nella gestione delle attivita’ economiche, interagendo anche con l’economia legale e attraverso circuiti ufficiali“.

In alcune zone della Campania, precisamente nel Vesuviano, Nolano e Casertano, i clan hanno adottato, nella gestione delle attivita’ illecite, una modalita’ di mimetizzazione e di compartimentazione“.

Tale strategia – sottolinea la Dia – consente di assorbire gli eventuali contraccolpi derivanti dall’esecuzione di provvedimenti cautelari, come riscontrato per il cartello casertano dei Casalesi e il clan Polverino di Marano di Napoli” che “ha evidenziato anche la capacita’ di offrire un supporto logistico fuori area agli elementi di vertice, che durante la latitanza sono stati assistiti, negli spostamenti, fino al viterbese, alla provincia di Roma e anche in Spagna“.