Tira aria di Camorra nel settore della gestione dei tributi ad ALIFE, VAIRANO E PIEDIMONTE
13 Settembre 2018 - 17:00
PIEDIMONTE MATESE (t.p.) – Blitz della Guardia di Finanza in alcuni comuni del comprensorio matesino. In particolare gli uomini delle Fiamme Gialle si sarebbero soffermati soprattutto in quello di Alife. Sotto la lente di ingrandimento sulle documentazioni utili a comprendere come gli enti locali gestiscano la riscossione della Tosap che, com’è noto, è la tassa riguardante l’occupazione di spazi pubblici.
Si tratta di un’indagine che la guardia di finanza sta svolgendo con il coordinamento della Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Naturalmente, nessun tipo di conclusione non può essere dedotta dai fatti. Siamo alle prime battute e probabilmente non ci sono persone indagate. Ci limitiamo a disegnare lo scenario in cui quest’indagine si va ad inserire.
Il cocnessionario che gestisce la riscossione delle tasse ad Alife è la Pubblialifana che fa capo a Ida Mastrangelo, moglie di Umberto Riselli, soprannominato scherzosamente “Umberto a Cascia” poiché ha ereditato dalla zio Marcellino un’avviata impresa di onoranze funebri.
Si tratta di una materia veramente complessa e delicatissima. La Finanza arriva con ogni probabilità come conseguenza dell’esposto, presentato a suo tempo dall’ex sindaco Salvatore Cirioli, in un periodo in cui subì anche un attentato ancora oggi attribuiti ad ignoti alla sua auto che andò completamente bruciata.
Gli uomini delle fiamme gialle si sono mossi in questi giorni per i documenti di cui abbiamo parlato, ma dal momento in cui l’esposto di Cirioli è arrivato sulla scrivania del procuratore della Repubblica, i finanzieri si sono visti più volte negli uffici comunali.
Quando scriviamo di collegamenti in maniera così generica è ovvio che fotografiamo quel poco che emerge dalle maglie strettissime del riserbo degli inquirenti. Insomma, il Matese e l’alto casertano potrebbero essere di nuovo protagonisti della cronaca nera e giudiziaria nei prossimi mesi, dopo esserlo stato clamorosamente dopo i fatti di corruzione che hanno coinvolti, tra gli altri, l’ex sindaco di Piedimonte Matse Vincenzo Cappello e i dirigenti, leggasi la Famiglia Imperadore, da Gioia Sannitica e San Potito Sannitico, della raccolta dei rifiuti.